Nessun intervento nelle zone non edificate di Marzamemi

MARZAMEMI - (sa.mar.) Cresce il malcontento per la mancata pulizia dei siti non edificati. All'interno dell'abitato pachinese sono molti i lotti in genere di proprietà di privati, che non ospitano ancora una costruzione. Alcuni di essi sono stati recintati con reti metalliche, altri invece si trovano aperti. Il problema è rappresentato dal fatto che in genere durante la primavera sui siti non lastricati crescono erbacce che diventano inesorabilmente rifugio per zanzare, mosche lucertole e persino serpentelli e ratti. La Dusty ha previsto per giorno 30 a partire dalla mezzanotte nell'abitato e dalle 6 nei pantani, una campagna di disinfestazione e derattizzazione, ma fino a quando non si provvederà alla pulizia dei siti il problema sembra destinato a rimanere. «C'è poca cura per il decoro e la pulizia, -ha affermato una signora la cui abitazione confina proprio con uno di questi siti non edificati- ed ogni anno è sempre la stessa storia. Ci sono animali di ogni tipo, dai topi alle lucertole.

Pachino è una città in linea di massima pulita, ma il problema delle erbacce dentro i centri abitati non si riesce proprio a risolverlo. Si lascia tutto senza manutenzione e si rischiano anche degli incendi all'interno dell'abitato». A fare la dovuta manutenzione dovrebbero essere i proprietari dei lotti che però spesso per dimenticanza o noncuranza lasciano i siti allo stato naturale. A volte invece risalire ai responsabili del sito è difficile. A provvedere alla pulizia dovrebbe essere dunque il comune che poi, dopo le dovute ricerche, dovrebbe provvedere ad addebitare le spese ai proprietari. Ma la noncuranza è spesso degli stessi enti pubblici. All'interno dell'antica chiesetta di Marzamemi, simbolo della cultura e delle tradizioni siciliane tanto da essere acquisita dalla regione Sicilia, e da apparire nello spot andato in onda qualche anno fa nelle principali reti televisive, le erbacce sono cresciute persino su quel che resta dell'altare oltre che su tutto il pavimento. Le radici delle piante rischiano dunque di distruggere quel che rimane del rudere di cui da tempo si invoca il restauro senza che si provveda neppure ad una manutenzione ordinaria.
Fonte: LaSicilia.it il 29-05-2005 - Categoria: Cronaca

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