Necessario tirare la cinghia

PACHINO - Dopo la bocciatura da parte del consiglio della rinegoziazione dei mutui, ci si interroga su come fare quadrare il bilancio di previsione dell'anno 2005. La casa municipale da tempo mostra segnali di sofferenza economica. Dimostrazioni di ciò in passato sono state le anticipazioni di cassa chieste alla Bcc che funge da tesoreria comunale. Operazioni queste volte a risolvere i problemi di liquidità dovute ai non puntuali versamenti da parte della Regione ma soprattutto, come si legge dalla relazione al consuntivo del 2004 da parte dei revisori dei conti, a somme che non entrano nelle casse municipali. L'ammanco dovuto alla bocciatura delle rinegoziazione dei mutui non è di grossa entità. A mancare all'appello sono solo 94 mila euro che per un ente pubblico non è una cifra eccessiva. Tale somma potrebbe inoltre essere trovata molto facilmente se si perseguisse la via della riduzione delle indennità di carica dovute ad amministratori e consiglieri comunali. Già il sindaco nelle scorse settimane ed all'indomani del manifesto fatto affiggere dall'opposizione dove si facevano i conti in tasca alle casse municipali, aveva preso in considerazione questa ipotesi dicendosi pronto a dimezzare la propria indennità previo accordo con gli altri esponenti della giunta. La proposta però cadde nel dimenticatoio poiché probabilmente non aveva entusiasmato gli animi di molti. Ora più che mai però la riduzione delle indennità di carica potrebbe essere utili allo scopo. Il bilancio comunale prevede due capitoli, il 20 relativo alle indennità di sindaco, assessori presidente e vicepresidente del consiglio, ed il 22 che riguarda i gettoni di presenza dei consiglieri.

Il capitolo 20 ha un plafond di 250 mila euro, mentre il 22 di 50 mila euro. Delle 250 mila euro previste per gli amministratori ad oggi (fine giugno) ne sono stati consumati circa 120 mila. Ne rimangono dunque 130 mila. Se gli amministratori rinunciassero solo per il secondo semestre del 2005 e solo per il 50% alla loro indennità, le casse comunali risparmierebbero, arrotondando per difetto, 62 mila euro. Operazione analoga potrebbe essere fatta per i gettoni di presenza dei consiglieri comunali. Del plafond di 50 mila euro previsto al capitolo 22 del bilancio circa 20 mila euro sono stati già consumati. Ne restano dunque 30 mila. La riduzione al 50% del gettone di presenza che passerebbe da 100 euro a 50 a seduta, produrrebbe un risparmio di 15 mila euro che sommati ai 62 relativi alle rinunce degli amministratori farebbero 77 mila euro. A tale risparmio poi andrebbe ad aggiungersi la quota che l'ente attualmente versa quali oneri fiscali. Sulle somme rinunciate dai "cari" amministratori cioè il comune non dovrebbe pagare le tasse arrivando esattamente alla fatidica somma dei 94 mila euro occorrenti per pareggiare il bilancio. Di riduzione di gettoni di presenza si è parlato anche allo scorso consiglio comunale. All'esame era la proposta del consigliere Di Fede di azzerare il gettone di presenza consiliare. Una decisione che però i consiglieri hanno deciso "molto prudentemente" di rinviare in attesa delle decisioni della giunta relative alle indennità. La giunta però al momento ed in previsione del bilancio 2005 ha confermato con delibera le cifre percepite negli anni scorsi mentre il consiglio non si è ancora adeguato. Se non dovesse essere presa alcuna decisione dal civico consesso prima dell'approvazione del bilancio ai consiglieri potrebbe essere assegnata la cifra minima e cioè 33 euro.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 29-06-2005 - Categoria: Politica

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