Naufragio di Portopalo: Le autorità scoraggiavano le denunce

PORTOPALO - Un'intervista trasmessa a «Documenta», la più grande mostra d'arte contemporanea svoltasi in Germania, aggiunge nuovi pesanti particolari alla vicenda del «Naufragio del Natale '96» a 19 miglia da Capo Passero. A parlare è Salvatore Lupo, il pescatore di Portopalo che indicò ad un giornalista il punto esatto in cui si trovava il relitto con quasi trecento clandestini a bordo. Il documento testuale, reperibile su internet, aggiunge alla vicenda nuovi importanti dettagli mai emersi finora e non esenti da elementi di contraddizione rispetto a quanto fu pubblicato da «Repubblica». Particolari messi in risalto da «Colophon-Art», un gruppo di intellettuali e artisti siciliani, che ha rilevato aspetti poco chiari nel testo.

Nell'intervista, datata aprile 2002, Lupo fa iniziare il suo racconto agli inizi del '97. «Andavamo a pescare - dice - in un punto chiamato Siccagna, distante da dove era avvenuto il naufragio. I pescatori cominciarono a tirare su resti umani che qualcuno portò a riva e qualche altro ributtò in mare. Tra quelli che portarono i resti a riva ci fu chi fece rapporto alle autorità, accettando le implicazioni di carattere legale che questo comportava anche se tutto rimase su termini molto burocratici, riempiendo moduli che venivano poi archiviati».
Il pescatore quindi aggiunge. «Le autorità ci scoraggiavano a fare delle denunce, sembrava come se questo quasi portasse fastidio».

Salvo Lupo fa riferimento anche all'apertura di un fascicolo da parte di un funzionario di polizia in servizio a Pachino dove furono acquisite le voci confidenziali circolanti tra i pescatori. Due o tre pagine - afferma Lupo - che furono abbandonate nell'oblio. I pescatori confidavano che qualcuno con quelle informazioni aprisse un'indagine». Nessun commento dall'ufficio locale marittimo di Portopalo. Il caso insomma sembra riaprirsi.
Fonte: LaSicilia.it il 15-11-2002 - Categoria: Cronaca

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