Naufragio di Natale '96, competente la magistratura aretusea

SIRACUSA – Il giudice delle udienze preliminari Monica Marchionni ha deciso che la magistratura siracusana è competente a procedere contro il libanese El Hallal Youssef e il pakistano Turab Amhed Sheik, il primo comandante della motonave Yiohan, il secondo presunto organizzatore del tragico viaggio di centinaia di immigrati clandestini verso le coste siciliane. L'episodio di cui si occupa il processo è quello ormai tristemente noto come naufragio di Natale, nel quale, nel '96, persero la vita quasi trecento persone di diverse nazionalità, soprattutto indiani e pakistani. Il naufragio avvenne al largo di Portopalo, ma in acque internazionali. I dubbi sul luogo della sciagura sono stati spazzati via circa un anno fa, quando l'imbarcazione affondata è stata trovata sui fondali a circa diciannove miglia dalla costa. Secondo l'accusa non fu solo una disgrazia. Se tutta quella gente morì fu anche per il comportamento dell'equipaggio della Yiohan, che abbandonò i clandestini al loro tragico destino. La Yiohan, secondo la ricostruzione dell'accusa, aveva trasportato più di trecento immigrati sino in prossimità delle acque territoriali italiane. Lì ci fu il trasbordo dei disperati su una vecchia imbarcazione, che avrebbe dovuto fare rotta verso la Sicilia. Ma il barcone era troppo piccolo per accogliere tutte quelle persone. Inoltre, a causa del mare agitato, la Yiohan lo avrebbe speronato, facendolo affondare. Che il processo sia ancora all'udienza preliminare non significa che la magistratura se ne occupi solo da poco tempo. Il disastro, il più grave del dopoguerra avvenuto nel Mediterraneo, era già arrivato anni fa all'esame del tribunale di Siracusa. Allora erano imputate più di dieci persone: oltre al comandante e al presunto organizzatore del viaggio, c'erano anche gli altri componenti dell'equipaggio. Il pubblico ministero, però, alla luce degli elementi a mano a mano emersi dal dibattimento, ritenne che gli imputati si fossero macchiati di un reato più grave di quello di omicidio colposo per cui si procedeva, ed chiese il cambio dell'imputazione in omicidio volontario. Ciò ha comportato il ricorso al Ministero della Giustizia per ottenere l'autorizzazione a procedere con la nuova accusa, autorizzazione che il ministro ha concesso, ma solo per El Hallal Youssef e Turab Amhed Sheik. Quella di omicidio è l'unica accusa dalla quale i due imputati dovranno difendersi.

Il giudice ha infatti dichiarato non doversi procedere per quelle di associazione per delinquere, immigrazione clandestina e naufragio, visto che non esiste alcuna autorizzazione a procedere del Ministero. Ieri il giudice delle udienze preliminari ha anche annullato gli ordini di arresto dei due imputati. Di conseguenza, Turab Amhed Sheik, che era stato catturato lo scorso anno a Malta ed estradato in Italia, è stato rimesso in libertà, mentre El Hallal Youssef che dovrebbe trovarsi in Francia (un giornalista nelle scorse settimane lo ha intervistato a Parigi) non teme più di essere arrestato ed estradato in Italia come era accaduto nel '98. In carcere il comandante libanese era rimasto sino alla primavera del 2001. Poi il tribunale ne aveva ordinato la liberazione per la scadenza dei termini della carcerazione preventiva. La Procura della Repubblica aveva impugnato il provvedimento e la Cassazione le aveva dato ragione, ma nel frattempo El Hallal Youssef aveva lasciato l'Italia. Col processo ripartito praticamente da zero, la difesa è tornata a porre la questione della competenza territoriale. Gli avvocati Francesco Comi e Giuseppe Cristiano, che assistono rispettivamente il comandante libanese e il pakistano, hanno sostenuto che non spetta alla magistratura siracusana giudicare i loro assistiti. Competenti, a loro giudizio, è la magistratura di Reggio Calabria, della località, cioè, dove fu sequestrata la Yiohan e per la prima volta il nome di El Hallal Youssef fu iscritto sul registro degli indagati, o quella di Sanremo, che è la città dove il comandante libanese mise piede quando nel '98 fu estradato dalla Francia, o ancora Roma, dove invece è arrivato Turab Amhed Sheik quando lo scorso anno fu estradato da Malta. Ma è prevalsa la tesi del procuratore Roberto Campisi, che ha rivendicato la competenza di Siracusa. Il giudice ha in sostanza tenuto conto del fatto che quando è stato contestata la nuova accusa di omicidio volontario, almeno uno degli imputati, in particolare El Hallal Youssef, si trovava in territorio di Siracusa, come dimostra la sua presenza alle udienze immediatamente successive a quella in cui fu decisa la sua scarcerazione, e questa è una delle condizioni previste perché sia riconosciuta la competenza della magistratura del luogo. Il giudice ha respinto, inoltre, le eccezioni di nullità degli atti della Procura della Repubblica sollevate dalla difesa degli imputati. Resta da prendere la decisione più importante, se disporre cioè il processo contro i due imputati per omicidio volontario. Il giudice si pronuncerà l'8 di luglio.

di Santino Calisti
Fonte: La Gazzetta del Sud On Line il 28-05-2003 - Categoria: Cronaca

Lascia il tuo commento
Cerca su PachinoGlobale.net