Nasce l'Onu della Rete per guidare la crescita

Accordo raggiunto al summit mondiale di Tunisi. Ma il controllo dei domini resta all'americana Icann

Tunisi, 16 novembre 2005 - La comunità internazionale si dota di uno strumento nuovo per sviluppare la governance di Internet e garantire il libero accesso alla Rete a tutti gli stakeholders (Governi, settori privati, società civile e istituzioni), ma lascia agli Stati Uniti il compito tecnico di gestire anche per i prossimi anni il sistema di indirizzamento della Rete.

L'accordo raggiunto la scorsa notte prevede la creazione di un Forum internazionale per discutere i problemi legati allo sviluppo del Web. L'organismo chiamato a promuovere la diffusione delle tecnologie e a dettare le regole future per l'accesso alla Rete sarà l'Internet governance forum.
E' quanto hanno stabilito i Governi dei Paesi, riuniti da oggi a Tunisi per il summit mondiale della società dell'informazione, durante i lavori preparatori del vertice.

E' stata scongiurata, quindi, l'ipotesi di un controllo diretto del cyberspazio da parte degli Stati, come invece avevano chiesto alcune nazioni guidate da Cina, Iran, Arabia Saudita e Brasile (appoggiate in Europa da Francia e Spagna).

L'organismo, che si riunirà per la prima volta il prossimo anno (la sede è ancora da stabilire), risponderà a quattro caratteristiche: multilateralità, partecipazione di tutti gli stakeholders, democrazia e trasparenza sul controllo di Internet.

Le Nazioni Unite, che hanno promosso e organizzato il summit di Tunisi, effettueranno un monitoraggio costante sulle modalità di accesso alla Rete e sul percorso che determinerà le nuove regole.

Tra i punti qualificanti della bozza d'intesa anche la responsabilità dei singoli Paesi sulla gestione dei domini Internet.

"Quella di oggi è una data importante - ha commentato Lucio Stanca, ministro dell'Innovazione e delle tecnologie - ci lasciamo alle spalle l'infanzia di Internet per passare a una fase più matura. La governance di cui parliamo non ha soltanto natura economica, ma anche politica e sociale. Con questo accordo si allarga il campo del governo di Internet. Un buon risultato raggiunto anche grazie alla mediazione dell'Italia".

L'accordo riguarda anche i contributi annuali che dovranno versare i Paesi più sviluppati per il Fondo di solidarietà digitale per lo sviluppo delle tecnologie nelle Nazioni povere.
Su questo punto, tuttavia, è stato chiesto ai Paesi che riceveranno gli aiuti economici di creare tutte le condizioni politiche (regole e norme chiare) necessarie per attrarre gli investimenti privati.

E' stato, dunque, sancito il principio che per sviluppare la società dell'informazione non sono sufficienti unicamente le risorse pubbliche. Ai Paesi poveri sarà comunque garantita formazione e consulenza costante.
Fonte: IlGiorno.it il 16-11-2005 - Categoria: Cronaca

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