Msf a Pachino il primo mese con i clandestini

PACHINO - Da una parte ci sono loro, gli extracomunitari venuti in Italia in cerca di lavoro. Molti sono irregolari, clandestini e non sanno di avere dei diritti, anche i più elementari come il diritto alla salute, oppure, se lo sanno, non si espongono, hanno paura di essere denunciati e rispediti nei Paesi di provenienza. Dall'altra c'è Medici senza Frontiere: un'associazione che nasce nel lontano 1971, premio Nobel per la pace nel 1999. E' la più grande organizzazione privata di assistenza sanitaria nel mondo, in grado di intervenire rapidamente là dove si verificano delle emergenze: epidemie, catastrofi naturali, guerre. Da un mese gestiscono un ambulatorio anche a Pachino, eppure qui non ci sono state di recente carestie, guerre, pestilenze. «In effetti la nostra presenza in Italia è anomala - ammette il dott. Martino Cardone - mentre nei Paesi in via di sviluppo MsF deve partire da zero, qui collabora con l'Asl. Siamo una sorta di catena di aggancio tra il territorio e le istituzioni, occupandoci della salute degli immigrati».

Meriti per loro, che anche qui continuano a dedicarsi agli ultimi e a loro l'Asl 8 ha dovuto fare ricorso, ad un'associazione privata per creare un servizio che già da tempo avrebbe dovuto essere attivo. In realtà, quello nato a Pachino, è un progetto della durata di un anno che servirà a spianare la strada a chi verrà dopo per integrare l'esperienza di MsF.
L'Asl 8, infatti, dovrà farsi carico del servizio individuando delle figure professionali, come medici di base, che prenderanno in consegna quei pazienti che il dott. Cardone e la sua équipe stanno accogliendo e trattando. «L'ambulatorio - interviene la sociologa Marinella Cantalice - nasce per gli extracomunitari clandestini e irregolari. Il nostro scopo è quello di migliorare l'accesso di queste persone ai servizi sanitari offrendo loro un diritto inviolabile». Per gli immigrati, infatti, è stato studiato il codice Stp (straniero temporaneamente presente) col quale possono accedere alle cure sanitarie senza correre il rischio di essere identificati e denunciati. Un modo per avvicinarli e per aiutarli a regolarizzare la loro posizione, offrendo loro anche dei supporti di carattere sociale. «Spesso chi arriva qui da Paesi lontani - continua la dottoressa Cantalice - non trova quell'accoglienza che immaginava e allora insorgono una serie di problematiche.

Dove è possibile offriamo anche una consulenza legale». E ad un mese dall'inaugurazione dell'ambulatorio, il bilancio sembra essere alquanto positivo, 15 le persone già incontrate. Un buon numero, anche se percentualmente poche rispetto alle presenze nel territorio. Tra gli utenti, per lo più donne polacche che lavorano presso alcune famiglie e a cui il messaggio è arrivato con più facilità. Lo stesso non si può dire di chi non avendo un punto di riferimento, continua a vivere ai margini della comunità. Con Msf, un altro tassello si aggiunge al lavoro svolto in questi anni dalle varie associazioni locali. Una rete di collaborazione e solidarietà che può abbattere, quelle frontiere che tante volte non sono altro che indifferenza e paura delle diversità.

di Valeria Drago
Fonte: LaSicilia.it il 11-05-2003 - Categoria: Cronaca

Lascia il tuo commento