Ministro delude gli agricoltori

PACHINO - Le promesse del ministro per le politiche agricole Gianni Alemanno non hanno convinto in pieno gli agricoltori pachinesi presenti ieri durante la breve visita che il responsabile del dicastero agricolo ha compiuto nella città del vino e del ciliegino. Nonostante il ministro abbia preso degli impegni espliciti e precisi quali le ispezioni ad opera dell'Ispettorato repressione e frodi a cui sarà chiesta una specifica e dettagliata relazione circa i pomodori che vengono spacciati in tutta Italia per Ciliegino Pachino pur essendo coltivati in altre parti d'Italia fuori dal comprensorio Igp e talvolta persino all'estero, non tutti a fine serata però erano soddisfatti. Il ministro ha affermato di aver assegnato contributi specifici ai consorzi di tutela dei prodotti ortofrutticoli per la promozione ed ha preso l'impegno di far si che i costi delle materie prime in agricoltura diminuiscano. Alemanno ha rassicurato circa i contributi non versati e si è impegnato affinché entro la fine della legislatura sia approvato un condono e una riforma agricola generale. «Gli agricoltori italiani pagano contributi superiori alla media e questo grava moltissimo sui redditi, -ha affermato- ma bisogna sapere che il governo italiano è intervenuto più volte per evitare che entrasse in vigore la riforma Dini del 1995 che prevedeva un ulteriore aumento equiparando i contributi agricoli a quelli dell'industria». Le parole del ministro non sono state condivise da Natalino Massenzio dell'associazione «Terra e Lavoro» e da numerosi agricoltori che mostrano dubbi sulle strategie tracciate per il futuro. Ad essere criticata è stata l'organizzazione della visita del Ministro che non ha aperto i microfoni al dibattito. «Il Ministro non ci ha voluto ascoltare, -ha affermato Massenzio- limitandosi a rendere nota solo la sua posizione.

La nostra associazione ha partecipato a Bruxelles alla commissione agricoltura comunitaria e dopo avere esaminato il programma dell'Unione Europea ci siamo accorti che in Europa non esiste alcun piano presentato dall'Italia per tutelare l'agricoltura protetta relativa alle province di Ragusa e Siracusa il cui settore fa da traino. Nessuno per conto dell'Italia è stato mandato a rappresentare gli interessi delle due province. Alemanno invece di fare proclami risponda a questi interrogativi: Come mai alcuni antiparassitari come il Vermec o comunque tutti i prodotti che contengono Abamectrina hanno un costo del 1600% in più rispetto agli altri paesi o prodotti come il Ridomil Gold costano il 400% in più. Il Ministro, -ha continuato l'esponente di »Terra e Lavoro«- non ha chiarito quali strategie si intendono intraprendere per evitare che le multinazionali massacrino i prodotti italiani. Avremmo voluto dirgli di quanta è aumentata l'incidenza degli assegni protestati in agricoltura e chiedergli come mai l'Iva sulla plastica e sulle manichette non è al 4% come per tutti gli altri prodotti agricoli. Noi, -ha concluso Natalino Massenzio- chiediamo che il lavoro in agricoltura sia considerato usurante e che si vada in pensione a 60 anni e con una pensione dignitosa e non a 65 e con una pensione di soli 420 euro al mese. Sappia il ministro che il vero precariato è in agricoltura». Una dura critica quella del mondo agricolo che da tempo attende risposte.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 17-01-2006 - Categoria: Economia

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