Marzamemi, quel cinema di frontiera in cui spesso brillano autentici gioielli

Marzamemi, quel cinema di frontiera in cui spesso brillano autentici gioielli MARZAMEMI - La bella Sicilia che "caliga fra Pachino e Peloro" ha nell'Etna il suo cuore pulsante, nel fuoco lavico il suo crogiolo creativo, e nel 5ø Festival sul cinema di frontiera la sua suggestiva fisionomia culturale. Non la sola, ovviamente, perchè‚ da queste parti nacque Vitaliano Brancati e qui fervono, oggi, ricerche, confronti, intrecci intellettuali. La "frontiera" si arrampica intorno ai film già distribuiti in Italia, ma perduti di vista in poco tempo, penalizzati da quella che Giovanni Grazzini chiamò la censura del mercato. Nello Correale li ha scelti con devozione, un occhio alla storia ed ai suoi drammi, un occhio alle gioie di una fruizione estetica. Così i sei titoli in concorso (Le ricamatrici, Saimir, Il cammello che piange, Machuca, La schivata, La sposa siriana), proiettati in impeccabili copie a 35 mm. nell'affollatissima piazza Regina Margherita (e su di essi si pronuncerà una giuria internazionale), fanno pendant alle nutrite visioni dei cortili Arabo e Villadorata, dove frammenti di viaggio, ed i vagiti di interessanti cortometraggi, si alternano alle "Chiacchiere sotto il fico", con presentazione e dibattito, fra l'altro, del bellissimo libro L'Etna nel cinema di Sebastiano Gesù.

La rassegna, affacciata sullo splendore delle plaghe joniche, espone gioielli a noi sconosciuti, come Vendetta di fuoco, realizzato nel 1956 dal messinese Salvator Zona, Coppa d'argento alla Seconda edizione di quello che è ora il TaoFilmFest e subito missing, scomparso dalla circolazione. La cornice mondana? Non manca neanche quella. Laura Morante e Luigi Lo Cascio, premiati, sono qui presenti dal primo giorno, e li si è visti seguire, con attenta curiosità, i vari eventi.

Gregorio Napoli
Fonte: GDS.it il 28-07-2005 - Categoria: Cultura e spettacolo

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