Manca perfino l'ufficio informazioni

La Sicilia è una terra che ha nel turismo la risorsa fondamentale per poter soddisfare le proprie necessità e per sconfiggere il cancro della disoccupazione. Bene, l'affermazione è una di quelle sentite e risentite, dette a ripetizione continua da politici e amministratori di vari livelli. L'idea non fa una grinza. Posti meravigliosi, meta di turisti alla ricerca di mare e sole, abbondano in tutta la costa. Marzamemi è uno di quei posti che la natura ha voluto premiare. Sembra invece che gli amministratori locali non vogliano né valorizzare e né far crescere il livello d'accoglienza per chi ha scelto Marzamemi come luogo dove spendere le proprie ferie. Siano essi italiani o stranieri poco importa. Le assicurazioni date dagli amministratori provinciali e comunali arrivano solo a fine estate e non possono recuperare il danno già fatto. Tuttavia la stagione turistica è andata oltre ogni aspettativa. Le presenze sono aumentate, ma qualcosa è andata storta. Le lamentele dei visitatori sono cresciute così come il numero dei vacanzieri. Così come afferma Barbara Fronterrè, titolare di una agenzia di servizi turistici e presidente dell'unione commercianti di Marzamemi «la stagione è andata bene per ciò che concerne l'affluenza.

È stata invece gravissima la situazione legata ai servizi che l'amministrazione avrebbe dovuto fornire e che non ha erogato. Nei mesi caldi, luglio ed agosto, abbiamo registrato problemi legati alla disponibilità d'acqua, sia potabile sia non potabile. I turisti giunti nel mese di giugno hanno lamentato che le condizioni delle spiagge erano pessime, affermando che sembrava di essere arrivati in una località da terzo mondo. La gestione dei servizi è pessima e non è possibile lavorare in queste condizioni. Se il turismo vive grazie alla fornitura di servizi evidentemente qualcosa nella gestione non funziona». I vacanzieri non hanno trovato né la costa ripulita e neppure qualcuno che potesse dare informazioni. «Quest'anno non è stato neppure istituito un ufficio informazioni – prosegue la Fronterrè –, e ciò non era mai successo precedentemente. Noi abbiamo dovuto supplire a questo fondamentale servizio, che dovrebbe essere garantito dall'amministrazione e dall'assessorato al turismo. Abbiamo lavorato per oltre 20 ore al giorno. Ci siamo sostituiti all'Apt, procurando persino i volantini e le brochure informative. È assurdo che cittadini, turisti e commercianti debbano pagare per le beghe della politica».

Fabio Sciuto
Fonte: LaSicilia.it il 04-10-2003 - Categoria: Cronaca

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L'acqua acqiustata dal Comune di Pachino
viene dal Tellaro ....appunto....dalle falde...ri appunto. Saluti

ambiente
Il Tellaro è diventato
una fogna a cielo aperto


E' trascorsa appena una settimana dal grido di allarme lanciato dal portavoce dei Verdi per gli argini del fiume Tellaro in grave stato di degrado da costringere, ora, gli ambientalisti a ripetere un appello per il corso d'acqua trasformato in una fogna a cielo aperto per i reflui fognanti e per il colore verdastro scuro notato alla superficie del letto del fiume.
«Se in questi giorni - sottolinea Giuseppe Iuvara - ci si avvicina alla foce del fiume si può constatare come le acque del fiume hanno assunto un colore particolare al punto di essere inquinate. Ogni anno in questo periodo si verifica tale fenomeno che può causare la moria di pesci. E' proprio in questi tempi che due anni fa si verificò la morte di numerosi cefali. Allora fu interessato anche il nucleo ecologico del Tribunale di Siracusa ma, non si è più saputo nulla».
E' da anni che vengono fatte continue segnalazioni da parte degli ecologisti e naturalisti alle autorità istituzionali competenti denunziando lo stato di inquinamento e, non solo del fiume Tellaro ma, anche degli altri fiumi sparsi nel territorio. Il disastro dei fiumi è grave e le cause vanno ricercate anche nel mancato corretto smaltimento dei reflui fognari dannosi sia all'ambiente che alla fauna ed alla flora.
«Il comune di Rosolini - aggiunge il portavoce dei Verdi - scarica i reflui fognari, tramite la saia Randeci, direttamente nel Tellaro, fiume che sfocia poi in piena riserva di Vendicari».
Un appello viene lanciato alla forestale che gestisce la riserva affinché attivi i meccanismi di controllo atti a prevenire il verificarsi di nuovi simili disastri ecologici. L'azienda forestale ha più volte segnalato in passato, dopo specifichi controlli, alle autorità competenti il grave fenomeno denunziato ma, il problema rimane tale senza soluzione.
«Purtroppo dobbiamo constatare - conclude Giuseppe Iuvara - che la situazione dei corsi d'acqua che attraversano il nostro territorio è a dir poco disastrosa».
Benito Tagliaferro