PORTOPALO - «Al campo sportivo hanno acceso i riflettori, un miracolo». Incredulo è l'appassionato locale di calcio giocato (quello con 11 per squadra e non la versione liofilizzata a 5), notando in lontananza un faro che illumina il rettangolo di gioco. A beneficio di chi sconosce la situazione di questa struttura va detto che su di essa pende un debito fuori bilancio di circa 2 miliardi e mezzo di antiche lire. Storie di incredibile mala-ammministrazione degli anni 80, le cui conseguenze arrivano fino ai giorni nostri. La curiosità dell'appassionato di calcio è tale e tanta che decide di avvicinarsi alla struttura. I riflettori sono accesi ma al centro del terreno di gioco c'è... il tendone di un circo equestre, per due giorni a Portopalo. Una delusione per chi, anche solo per qualche minuto, si è illuso che il miracolo si fosse avverato. Nel tragitto fino allo stadio avrà ripensato ai campionati locali che nei '70, '80 e '90 animavano l'estate calcistica portopalese, spesso con giocatori dell'Interregionale (l'attuale serie D), ora provenienti da Palermo e in servizio militare a Portopalo, ora da Scicli con l'interessamento di un impiegato di una ditta locale.
Avrà rivissuto, sia pur solo per pochi istanti, le liti furibonde al termine di qualche semifinale, con l'arbitro che doveva scappare in vespone, prendendo strade secondarie, per evitare qualche colpo proibito. Avrà ripensato alle dispute radiofoniche (c'era anche una radio libera in quegli, a Portopalo) per un rigore non dato o per un'espulsione che aveva falsato il match. Già, ricordi, perché il calcio a Portopalo può vivere solo di questo. Senza un presente, con un carico finanziario che graverà sul bilancio comunale per tanti anni ancora, rendendo felici solo i proprietari del terreno che, da un valore di partenza di 2 milioni di lire, frutterà 2 miliardi e mezzo (sempre con il vecchio conio). Che colpo...
SER.TAC.
Fonte:
LaSicilia.it il 26-07-2007 - Categoria:
Cronaca