Lo storico Sesto Bellisario: Nelle secche antichi relitti mai recuperati

Lo storico Sesto Bellisario: Nelle secche antichi relitti mai recuperati (Giuseppe Floriddia) La fascia costiera di Santa Maria del Focallo (a lato una panoramica dall'alto) si estende per oltre 10 chilometri, attraverso varie zone - Foce vecchia, Viale Kennedy, Ciriga, «Ucca a Marina», Marza, Punta Castellazzo - arriva sino a Porto Ulisse, una spiaggia ricca di sabbia finissima africana. Tanti gli studiosi della ridente località balneare ispicese, fra questi il presidente di Siciliantica Sesto Bellisario (nella foto a destra). Certamente sono lontani i tempi quando la gente si recava al mare con un mezzo popolare, il quasi scomparso «Carro agricolo», sicuramente ecologico, il lunedì delle tradizionali feste estive dedicate alla Madonna - Madonna delle Grazie, Madonna del Carmelo, Patrona della città, e Madonna delle Grazie - la fascia costiera «ri Santa Maria» - veniva letteralmente invasa dagli ispicese. Ora la situazione è radicalmente cambiata, purtroppo l'erosione non è stata amica di quanti amavano e amano la sabbia dorata della fascia costiera, invidiata da tutti, il fascino comunque del mare pulito, limpido, è rimasto intatto, soprattutto nel cuore degli ispicesi.

Quali le peculiarità naturali da valorizzare e proteggere?
«Fin dal tempo di Fazzello, XVI secolo d.C. - risponde Sesto Bellisario - erano imponenti le dune dalla spiaggia di S. Maria del Focallo fino a Punta Murro. Erano formazioni sabbiose imponenti ed estese che sono quasi scomparse a causa dell'antropizzazione selvaggia della zona. Rimane ancora ed è protetta quella grandissima duna chiamata "Maccone Bianco", dove sorge un parco naturalistico e una forestale ben curata aperta alla fruizione pubblica. Il "Maccone Bianco", l'antico "Cuozzu re favalucieddi" è un ambiente unico e particolare che spesso è stato usato per ambientarvi film, come "Divorzio all'Italiana" di Germi. Ancora più avanti, in contrada Ciriga, incontriamo il Gorgo Salato, un laghetto di acqua salmastra che si prosciuga d'estate, il Pantano Bruno, ricco di fauna selvatica migratoria, e al confine con il territorio aretuse c'è Pantano Longarini che sta diventando oasi protetta per i volatili migratori. E ancora, a meno di un miglio dalla costa, l'Isola dei Porri, un isolotto che sta dissolvendosi per la devastante erosione marina e che avrebbe bisogno di più attenzione. L'isoletta e il mare circostante, ricco di posidonie e di fauna marina tipica, sono stati dichiarati riserva naturale. E infine, nella zona di Ciriga, i famosi Faraglioni che sono stati fotografati per i famosi spot pubblicitari della Telecom».

La località viene considerata una zona ricca di storia?
«Ci sarebbe tanto da vedere, ma tutti i luoghi archeologici sono purtroppo trascurati, soprattutto nella Marza e a Punta Castellazzo. Qui c'era il famoso Porto Ulisse, così chiamato perché vuole la leggenda che qui si sia fermato l'eroe itacese durante il suo lungo peregrinare per erigere un "cenotafio" ad Ecuba, la moglie di Priamo che lo stesso fece uccidere durante la distruzione di Troia. Questo per evitare che lo spirito dell'uccisa lo perseguitasse per non aver trovato pace in una tomba. In questo luogo sorse l'antica città di Apolline, della quale si vedono ancora alcuni resti e l'ampia necropoli che dovrebbe essere più ispezionata e valorizzata. A Punta Castellazzo, su mio suggerimento nel 1993 furono trovate una decina di tombe "antropomorfe" di controversa collocazione storica. Purtroppo sono state di nuovo interrate per richiesta dei militari americani della Nato che vi hanno costruito un eliporto».

Se non ricordo male, fu trovata anche una nave romana?
«Sì, ricorda bene. Nel lontano 1962 fu trovata nel vicino Pantano Longarini, che anticamente faceva parte del famoso Porto Ulisse, citato anche da Cicerone, una nave del VI secolo, recuperata e catalogata da Troknorthon e Kapitan. Dopo alterne vicende i resti del relitto furono assegnati dall'assessore regionale Fabio Granata nel 1992 alla Sovrintendenza di Siracusa col compito di provvedere agli interventi conservativi e poi restituirli al comune di Ispica per essere musealizzati in un capannone esistente lungo la fascia costiera di S. Maria del Focallo. Ma del relitto finora nessuno sa nulla! E poi, lungo le "Secche di Circe", nel mare di Ciriga, giacciono ancora diversi relitti antichi non recuperati. Solo un'ancora bizantina di ferro, alta oltre 2 metri, è stata prelevata ed esposta nel "caricatoio" di Pozzallo».

Dal punto di vista turistico, che cosa offre la fascia costiera?
«I turisti, specie quelli d'élite, cercano sole e sabbia e strutture dove dormire e mangiare. Sono state realizzate strutture accogliente ed una da parte di un imprenditore ispicese, tanti i ristoranti specializzati nella cucina del pesce».

Che cosa occorrerebbe per la valorizzazione della spiaggia?
«Innanzi tutto bisogna pensare al ripascimento morbido della spiaggia (esistono progetti generali e di stralcio, ndr) che sta sparendo a causa della continua erosione. Basti pensare che circa 8 chilometri di litorale è quasi dissolto, e questo ha determinato il crollo degli affitti delle numerose villette e il loro deprezzamento. Il ministero dell'Ambiente ha già finanziato l'intervento di recupero di tutta la fascia costiera e si aspetta da un momento all'altro che il Comune di Ispica e la Provincia regionale di Ragusa intervengano per evitare ulteriore devastante erosione».

E allora, su cosa bisogna intervenire?
«Mancano ancora le attrezzature per la diretta fruizione del mare. Ma siccome tutta la fascia costiera è lunga circa 12 chilometri, è problematico dotare tutto il litorale di adeguate strutture. Comunque tranne i posti-spiaggia approntati dai villaggi turistici esistenti, e dall'iniziativa di qualche privato, come nella spiaggetta di Ciriga, il semplice cittadino non ha nessuna organizzazione a sostegno della fruizione diretta della spiaggia, per cui si assiste ad un turismo di massa fai-da-te e mordi e fuggi. Inoltre, oltre al problema dei posteggi e della litoranea troppo trafficata, con estremo pericolo per i bagnanti, mancano le strutture adatte per trascorrere tranquillamente una serata, come alcune piazze dove poter fare quattro passi di sera o altri posti di intrattenimento. Urge porre mano ai piani particolareggiati per il rilancio edilizio strutturale e ordinato della zona».

Cosa si può fare per attirare il cosiddetto «grande turismo»?
«In questo settore c'è ancora molto da fare. Quello che dovrebbe essere valorizzato in primo luogo - risponde sempre Sesto Bellisario - è il turismo nautico, con la costruzione di infrastrutture adeguate. Basti pensare che i proprietari di piccole imbarcazioni, gommoni e barche, hanno solo la possibilità di fruire del molo del Porto di Pozzallo o di Marzamemi, posti distanti e costosi. Nel litorale ispicese esiste infatti solo un piccolo punto privato di lancio nella spiaggetta di Ciriga e nessuna possibilità di poter avere assistenza. Molte piccole imbarcazioni di appassionati, ma anche di pescatori, qualche volta sono costretti a trovare rifugio nei pressi di Punta Castellazzo, per ripararsi dal vento di Ponente anche se spesso devono fare i conti con il vento di Scirocco e di levante. Troppo poco per poter dare ossigeno ad un settore in espansione ma in sofferenza per mancanza di infrastrutture adeguate e per dare a tutti la possibilità di dare sfogo alla propria passione per la pesca sportiva e lo sport nautico».

Sarebbe insomma auspicabile far nascere un porto turistico, anche se la cosa non è facile né può essere realizzata dall'oggi al domani. «Perché no?
Gli appassionati di sport nautico sono tantissimi, ma molti rinunziano sia per gli alti costi del porto di Pozzallo o di Marzamemi sia per la mancanza di impianti adatti nella zona della fascia costiera ispicese. Ma nessuno ha ancora preso un'iniziativa di questo genere che sicuramente incrementerebbe il turismo nautico e la presenza di forestieri».

Vuole lanciare qualche proposta per valorizzare ancora di più la fascia costiera di Santa Maria del Focallo?
«Sensibilizzare continuamente privati e Enti pubblici perché investano e abbiano più attenzione verso una spiaggia così ampia e bella come quella di S. Maria del Focallo - conclude Sesto Bellisario - ricca di sabbia africana finissima e di acque limpide e pulite, come ha attestato la recente attribuzione della bandiera blu a questo mare. E innanzi tutto fermare con tempestività e decisione l'erosione costiera che sta distruggendo il futuro economico e turistico di questa bellissima riviera».
Fonte: LaSicilia.it il 28-06-2011 - Categoria: Cultura e spettacolo

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