Le onde elettromagnetiche tra l'incertezza e l'utilità

PACHINO - Si è tenuta mercoledì sera un'interessante conferenza inerente al tema dell' inquinamento elettromagnetico tenuta dal giovane ingegnere pachinese Giovanni Calleri. L'incontro è stato organizzato dalla locale sezione della Fidapa e rientra nellaserie di incontri dedicati a donne, ambiente arte e cultura. La serata è stata aperta dalla presidente Rita Belfiore Cammisuli che ha introdotto il tema della serata ed ha presentato l'ospite relatore. Subito dopo l'ingegnere Calleri ha messo in evidenza il rapporto, spesso conflittuale tra numerose espressioni della modernità e la natura e ha inoltre spiegato che normalmente le onde elettromagnetiche sono presenti in natura e dunque non sono di per sé dannose, ma ad essere potenzialmente nocivo è l'eccesso di onde che produce inquinamento. Che l'impiego delle onde elettromagnetiche non sia di per sé nocivo lo dimostra il fatto che esse sono impiegate normalmente anche in medicina, sia per ciò che riguarda la diagnostica che per quanto attiene alla cura di diverse patologie. Il loro utilizzo eccessivo, però, potrebbe causare dei danni in alcuni casi anche gravi. La scienza, sicuramente preparata per quanto attiene all'utilizzo tecnico, non ha però ancora adeguate conoscenze per ciò che riguarda le possibili conseguenze a lungo termine delle onde elettromagnetiche. L'impiego della tecnologia elettromagnetica è infatti abbastanza recente per avere degli studi scientifici consolidati.

«Dal punto di vista tecnico - ha detto il relatore - possiamo dire che quando delle onde colpiscono un corpo, certamente cedono una parte della loro energia. Queste onde possono essere suddivise in due gruppi: ionizzanti e non ionizzanti. Quelli del primo tipo sono sicuramente dannose e producono delle modificazioni molto gravi al Dna anche nell'immediato, le seconde, utilizzate nelle trasmissioni di telefonia, non hanno effetti nell'immediato, ma potrebbero averlo nel lungo periodo.
«Allo studio sono proprio queste conseguenze. Di certo si sa per averlo accertato in laboratorio, - ha continuato l'ingegnere Calleri - che le cellule esposte ad alcune onde generano delle proteine chiamate dello choc termico al fine di difendere l'organismo dall'innalzamento della temperatura provocato proprio dall'esposizione elettromagnetica. «Vanno dunque analizzate le conseguenze che alla lunga potrebbero avere questa iperproduzione proteica». Intanto, sempre in tema di elettrosmog, va segnalata una raccolta di oltre 300 firme di cittadini che si dichiarano contrari all'istallazione di nuove antenne per la telefonia cellulare all'interno del centro abitato».

Sa. Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 09-04-2004 - Categoria: Cronaca

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