Le mie dimissioni non sono un disimpegno

Le mie dimissioni non sono un disimpegno PORTOPALO - "Le mie dimissioni non significano un disimpegno politico-amministrativo bensì la riconquista della mia attività che organizzerò nei modi che riterrò più opportuni, promuovendo le necessarie alleanze". Giuseppe Mirarchi, come annunciato lunedì scorso, affida ad una lettera aperta ai portopalesi le ragioni della sua uscita dalla giunta del sindaco Cammisuli il mese scorso. E lo fa non lesinando stilettate "ad personam". Mirarchi nel suo documento politico riferisce di aver accettato la proposta del sindaco, quando Cammisuli lo chiamò ad entrare nella giunta, "perché non mi è stata richiesta l'adesione politica alla coalizione di centro-destra che aveva vinto le elezioni". E aggiunge: "Ho svolto la mia attività con il massimo impegno nei confronti del sindaco che mi ha sostenuto nelle varie iniziative con disponibilità e larghezza di vedute anche quando qualche settore della maggioranza non condivideva parte della mia attività". L'ex assessore spiega il perché delle sue dimissioni presentate il 18 aprile scorso.

"Prima indirettamente e poi in qualche riunione di maggioranza è incominciato a serpeggiare l'intenzione di procedere a delle rotazioni degli assessori, sulla base di accordi che io non conoscevo e che non mi sono state dette al momento della mia nomina da parte del sindaco. Tanto che Cammisuli mi ha detto di non tenerne conto, invitandomi a non dar peso a ciò che si diceva in giro riguardo ad una probabile mia sostituzione con altre persone. A mio parere era cominciata una sotterranea lotta per individuare il successore alla carica di sindaco, visto che Cammisuli alla fine di questo mandato non potrà più riproporsi. Ho avuto la quasi certezza - sottolinea Giuseppe Mirarchi - che sull'altare delle legittime aspirazioni dei vari soggetti che desiderano proporsi quali candidati a sindaco la mia attività amministrativa, il mio rapporto umano con i cittadini, la mia presenza in molte iniziative del comune, venisse giudicato come un ostacolo per le suddette aspirazioni. Quindi diventava necessario togliermi l'incarico". Mirarchi parla di logica da tritacarne. "La mia dignità ed anche un pizzo d'orgoglio mi hanno fatto considerare l'opportunità di evitare di essere messo in un tritacarne politico che avrebbe distrutto la mia immagine di persona perbene, disinteressata e al servizio della comunità portopalese. Per questo mi sono dimesso". Alla lettera-aperta di Mirarchi hanno preferito non replicare i componenti in carica dell'amministrazione comunale. Dal modo in cui si è conclusa l'esperienza amministrativa di Mirarchi è facile ipotizzare una sua nuova discesa in campo tra due anni.

SERGIO TACCONE
Fonte: LaSicilia.it il 11-05-2007 - Categoria: Politica

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