Le iscrizioni romane dei 13 lingotti di piombo

Le iscrizioni romane dei 13 lingotti di piombo PORTOPALO - «Il ritrovamento di reperti archeologici nei fondali di Portopalo è un avvenimento eccezionale perché ci aiuterà a comprendere meglio le dinamiche commerciali nel Mediterraneo nel secondo primo secolo a.C., il mare di Sicilia è ancora tutto da scoprire». Sebastiano Tusa, archeologo subacqueo e specialista della preistoria, parla con cognizione di causa della vicenda ricoprendo la carica di Soprintendente del mare, una figura nuova, istituita solo dal settembre del 2004. Insieme al nucleo tutela del patrimonio ambientale e ai sommozzatori dell'Arma ha condotto un ritrovamento straordinario nel Siracusano, nei fondali di Portopalo, che permette di studiare più da vicino i tesori sommersi di cui tutta l'isola è ricca. Tra i tredici lingotti di piombo con iscrizioni romane riportati alla luce, ce n'è uno che ha già svelato il suo codice di decifrazione. «Si legge “Marco Octavio” – afferma Tusa – si tratta di una ricca famiglia di commercianti e armatori della zona di Fondi nel Lazio meridionale.

Operazioni come questa sono importanti perché ci aiutano a delineare meglio alcune figure della storia antica, un filone abbastanza nuovo. Ci stiamo prodigando per divulgare i tesori del mare e, per fortuna, in questa impresa siamo supportati dall'assessore regionale ai beni culturali il quale sta dimostrando grande sensibilità e ci permette di incrementare le nostre ricerche e le azioni di tutela e salvaguardia del patrimonio culturale marino». Intanto i reperti archeologici ritrovati nel mare di Portopalo su segnalazione dei carabinieri di Noto, che avevano notato in zona “strane attività” che potevano lasciar supporre l'asportazione illegittima degli stessi, ora sono al sicuro. Sono stati affidati al servizio beni archeologici della Soprintendenza di Siracusa, di cui è responsabile Lorenzo Guzzardo. «Stiamo lavorando – afferma – alla allo studio dei reperti, ma anche alla loro pulizia e restauro in quanto presentano delle evidenti incrostazioni causate dall'azione erosiva del mare».

Graziella Ambrogio
Fonte: LaSicilia.it il 05-10-2006 - Categoria: Cronaca

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