Le case secolari del porto destinate alla demolizione

MARZAMEMI - Con esse scompare una parte di storia vissuta della zona ma si deve assecondare la normativa ambientale. Continua l'opera di demolizione delle "case del porto" ad opera della ditta incaricata dalla Capitaneria di porto di radere al suolo le secolari costruzioni che furono edificate addirittura antecedentemente alla realizzazione del porto Fossa. Una decisione, quella della demolizione che già da tempo covava ma che è giunta per certi versi inaspettata. Proprio oggi infatti era stata indetta una conferenza dei servizi tra il comune di Pachino, la capitaneria di porto e la soprintendenza ai beni culturali. L'incontro era stato richiesto dall'amministrazione comunale pachinese che aveva inviato delle missive agli altri enti proprio al fine di scongiurare la demolizione. "È incredibile, -ha dichiarato uno degli concessionari degli immobili- come alcuni enti possano decidere di non tenere in conto una lettera ufficiale di un'istituzione quale è il comune decidendo di procedere irreversibilmente. Capisco che non si sia voluto tenere conto degli affetti e dei legami che chi è cresciuto in quei posti possa nutrire, ma il rispetto istituzionale in genere non viene mai negato".

In merito è intervenuto anche l'ex revisore dei conti di Pachino Giuseppe Cambareri che fu già protagonista della vicenda qualche anno fa in occasione della demolizione delle cabine della Spinazza e del lido Marinella. "Ancora una volta si persevera nell'errore, -ha dichiarato Cambareri- con l'aggravante in questo caso della storicità dei luoghi. Oggi come allora il danno che si fa è enorme ed è anche patrimoniale. I concessionari, pur di salvare gli immobili, si sono dichiarati disponibili anche a rinunciare alle concessioni. Venuto meno l'interesse privatistico, è chiaro, -continua Cambareri- che sarebbe dovuto emergere l'interesse di tutti a salvare delle testimonianze storiche che potevano essere anche adibite a colonie estive per le comunità alloggio di bambini, o per i grest parrocchiali. Dal punto di vista sociale poi non si è voluto tenere conto del centro di aggregazione che si veniva a creare sia nelle case del porto che nelle cabine. Un vero e proprio fenomeno di socializzazione che si ripeteva ogni anno d'estate. Una perdita incolmabile per tutta Marzamemi".

Sa. Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 04-06-2004 - Categoria: Cronaca

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