La svolta sono i piani di studio personalizzati

«La Riforma Moratti - sostiene Lupo - contiene in sé alcuni aspetti ampiamente innovativi che vanno valorizzati e non sviliti, quali i piani di studio personalizzati, il portfolio delle competenze individuali, il profilo dello studente, la flessibilità dei curricoli, la corresponsabilità della famiglia e del ragazzo. «Forse risponde (almeno sulla carta) meglio di altre riforme al problema della necessaria integrazione della trasmissione e del mutamento. Ed è su questo terreno che si gioca il futuro delle società democratiche e aperte, che si basano sulla centralità della scuola, una scuola che deve saper coniugare le esigenze di conservazione e nel contempo di trasformazione della realtà sociale. «È compito dei docenti, - sostiene Lupo - non attardarsi in vecchi scontri ideologici, è loro specifico compito evitare che ancora una volta un'ipotesi di riforma, certo perfettibile, svanisca in quell'indistinta e anonima routine burocratica, che allontana sempre di più la scuola dalla società, la impoverisce di contenuti e di professionalità, la marginalizza, la relega in un compito di tipo meramente trasmissivo che, stratificando gap e differenze, può impedire ogni forma di mobilità sociale».

Il dibattito di ingegneria istituzionale e di organizzazione del lavoro hanno senso solo se danno una risposta più efficace e concreta alla pressante domanda individuale e collettiva di elevamento della qualità dell'istruzione e dell'insegnamento».
Il problema vero, dunque, è ancora sul gap culturale e sulla capacità di colmare le differenze linguistiche il terreno discriminante tra buona e cattiva scuola, tra buona e cattiva riforma. A proposito di capacità di facilitare l'interazione tra gli alunni, proprio ieri, a Roma, il ministro dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, ha afermato che «l'integrazione deve essere piena e le iniziative adottate devono rispettare il dettato costituzionale di una scuola laica e aperta a tutti. Lavoreremo anche con le Regioni per trovare soluzioni flessibili adatte alle singole realtà scolastiche».
Una puntualizzazione pronunciata in occasione dell'insediamento a Roma della Conferenza di servizio per l'integrazione degli studenti stranieri.

Sa.Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 02-10-2004 - Categoria: Cronaca

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LA SCUOLA PER I GENITORI E I PICCOLI CROCIATI Indubbiamente ci sono delle novità rilevanti. E sarebbe da sciocchi nel non saperne cogliere l' enorme portata. I piani personalizzati, il curriculum individuale, il Tutor e tante altre cose belle che questa riforma della Signora Moratti ha introdotto. Belle parole, alti sentimenti nella formazione della gioventù italiana, se per contro riducono il numero totale dei professori costringendo le famiglie a versare di tasca proprio euri per coprire la spesa di alcune figure e ore di lezione che questa bellissima riforma ha cancellato. Succede a Firenze nella scuola elementare "Giotto" dove va a scuola quel "birbante" di mio figlio Lorenzo. Si tratta della lezione di ginnastica,per la quale un'ora e a cura del Tutor, per l'altra ora(1) il Preside manager ha comunicato che dobbiamo integrare: pagando noi genitori, un professore esterno,- per l'altra ora-, per la mancanza della figura istituzionale e docente che con la riforma viene cancellata. Mentre la maestra di religione, che prima non aveva neanche un’ora: ora con la riforma "democratica" e "laica" ne fa due di ore(2)! Per questo è inutile parlare di scuola "democratica" senza "ideologie": quando di fatto si da maggiore peso all’ora di "religione", che per sua natura è la prima forma ""ideologica"" e di fede "para-dogmatica" che l'uomo conosce. La partecipazione della famiglia alla formazione del ragazzo è fatto centrale: ma anche qui, ahime, ci sono evidenti e variegate condizioni famigliari di base che diventerà determinante per la formazione del proprio figliolo. Ciò richiede un impegno importante (anche per le domande che fanno questi piccoli scienziati) che può essere recepito da molte famiglie in positivo. Ma purtroppo,come sappiamo, le condizioni iniziali di cultura famigliare varia a secondo del grado culturale e dalla professione e dagli studi fatti dai genitori.(!) Pertanto è palese che questa riforma non tende a dare a tutti "le nozioni di base" e di cultura necessari per affrontare la vita. Ma si riproduce e perpetuerà, dal contesto iniziale famigliare, una sicura divisione delle opportunità formative dei singoli ragazzi. E chi proviene da una famiglia che non ha nozioni ed elementi culturali aggiornati e al passo con il tempo: si troverà, sicuramente, in maggiore ed evidente difficoltà. Con questo,poi, si ignora, che alle carenza famigliari dovrebbe sopperire la scuola e i suoi professori: che sottopagati e avviliti per come vengono trattati ne hanno le tasche piene di queste riforme che gli aumenta i carichi di lavoro senza un' adeguata e giusta retribuzione salariale e formativa.( i professori italiani sono i meno pagati in tutta europa) E dove, codesti docenti e professori, in proporzione allo scollamento socio-economico delle realtà regionali, che amumenta man mano che si viene in giù: di fatto, per molti, ma non per tutti,la scuola è un utile passatempo mattudino di attesa per la vera professione che svolge di pomeriggio o di sera. Pertanto è normale che poi dai dati di alfabetizzazione degli alunni si abbia dagli studi e analisi condotte [con teorie e metodi che al solo pronunciare le parole suonano, quasi, offensive,( neuropsicologiche)]: questi risultati. Dunque belle parole sulla e nella riforma della Signora Letizia Moratti: ma discriminatoria nei confronti di altre religioni e palesemente "classista" come non mai! Dall'alto delle scale della scuola di via Cirinnà in Pachino. Un cordiale saluto da Spiros