La Soprintendenza ha esaminato il fossile. Non un ominide ma due conchiglie

La Soprintendenza ha esaminato il fossile. Non un ominide ma due conchiglie PACHINO - Non ha alcuna rilevanza né dal punto di vista storico né dal punto di vista paleontologico la testa fossile custodita nei locali del palmento di Rudinì e ritrovata nelle settimane scorse in un anfratto di contrada Carrubella. A sentenziarlo ieri sono stati gli esperti della Soprintendenza e dei carabinieri del nucleo Tutela i beni artistici, archeologici e storici, che hanno esaminato il reperto. Il responso è arrivato dopo che una delegazione della Soprintendenza ai beni culturali di Siracusa con in testa la dottoressa Lanteri era piombata a Pachino con l'obiettivo di esaminare ed eventualmente porre sotto sequestro il reperto. Alla base di tutto, infatti, c'era un vizio burocratico: nessuna notizia ufficiale del ritrovamento era stata data all'organo di tutela. Gli unici contatti, infatti, erano stati tenuti con la Soprintendenza del mare di Palermo. La notizia era rimbalzata da un canale all'altro ed era stato annunciato che il ritrovameto avrebbe addirittura fatto riscrivere la storia dell'evoluzione umana.

Nulla di tutto ciò, ha sentenziato la delegazione siracusana, che non ha ritenuto necessario neppure porre sotto sequestro quella strana pietra, lasciandola al palmento di Rudinì. Si tratterebbe, infatti, di due conchiglie fossili sovrapposte e le fattezze della bocca sarebbero state create artificialmente. Insomma, un clamoroso falso. E per fortuna che il reperto è privo di pregio, poiché la mancata denuncia poteva portare denunce e informative di notizie di reato dal sindaco al coordinatore del Palmento di Rudinì Guido Rabito, che sta faticosamente mettendo insieme una serie di reperti per dare ai luoghi le fattezze di un museo. «La leggerezza - ha ammesso Guido Rabito - è stata commessa in assoluta buona fede. Stavo appunto preparando una dettagliata relazione. Vero è che i reperti sono patrimonio dello Stato, ma noi non siamo dei tombaroli ma un ente pubblico con una convenzione stipulata, tant'è che siamo custodi di una serie di anfore ritrovate in territorio pachinese e vorremmo che rimanessero».

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 20-11-2012 - Categoria: Cronaca

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