La sfiducia scatena un duro dibattito

La sfiducia scatena un duro dibattito PACHINO - È stata caratterizzata da un aspro dibattito la seduta consiliare in cui è stata discussa la mozione di sfiducia al sindaco. La seduta si è conclusa con la difesa di Barone quando però in aula, tra i consiglieri, non c'era più nessuno ad ascoltarlo. La maggioranza infatti, seguita a ruota dall'opposizione, ha abbandonato l'aula prima della votazione. Il presidente Nicastro dunque ha rinviato la l'adunanza. I toni si sono accesi sin da subito, con l'approvazione dei verbali della seduta precedente che sono stati contestati e successivamente rettificati. Poi l'arringa del consigliere di opposizione Sebastiano Ferrara che è stato forse uno dei più duri. Di natura tecnica il suo intervento. Secondo Ferrara sarebbero stati fatti alcuni atti illegittimi, adottati con delibera di giunta, scavalcando le competenze del consiglio e altri con determina sindacale che invece spettavano alla giunta. Poi è entrata nel vivo la discussione della mozione. Sia Blundo che Ferrara hanno evidenziato la strana coincidenza di tempi tra la presentazione della mozione al primo cittadino e la proposta (che reca anche il numero di protocollo immediatamente successivo) arrivata al presidente del consiglio per invitarlo a dimettersi dal suo incarico per ricoprire il posto di direttore generale del comune, e con la richiesta di "tempi, modalità e compensi" per esercitare tale funzione.

Un posto, quello lasciato libero in consiglio da Nicastro, che secondo l'opposizione era già stato assegnato a Spatola. "Si tratta di abuso d'ufficio, -tuona Ferrara- corruzione, turbativa dell'imparzialità e del buon andamento della pubblica amministrazione, anche perché Nicastro è un pubblico ufficiale e per di più controllore dello stesso sindaco dato che ricopre il ruolo di presidente del consiglio. Gli sono state chiesti le modalità ed i compensi per farsi da parte". Blundo invece ha basato le sue critiche in ambito politico. "Il sindaco non ha saputo utilizzare i due assessorati messigli a disposizione da Rinascita cercando a tutti i costi un accordo con la Cdl che oggi lo sta portando a svendere la presidenza del consiglio al rosolinese Spatola". Per Di Fede di An invece Blundo dovrebbe fare solo il "mea culpa" dato che il primo cittadino è stato fortemente voluto e sostenuto dal movimento Rinascita di Pachino. Ma lo scontro più duro è stato proprio tra lo stesso Spatola ed il presidente del consiglio. Uno scontro verbale parecchio sopra le righe. Probabilmente tra i due ha pesato la sicumera tra chi vede insidiata la propria funzione con la mozione di sfiducia nei suoi confronti già presentata e chi intravede la possibilità di occupare una funzione di prestigio ad oggi esercitata da altri. Il sindaco dal canto suo si è difeso. "Certamente quando ho accettato la proposta di candidarmi non pensavo di dover affrontare una mozione di sfiducia. Le cose dette mi toccano profondamente ed ammetto che la mia amministrazione è stata fino ad oggi fallimentare dal punto di vista politico-amministrativo. Non siamo stati in grado di amministrare, ma la colpa non può essere interamente mia. Tutti hanno contribuito a creare la situazione in cui oggi ci troviamo".

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 05-05-2005 - Categoria: Politica

Lascia il tuo commento
Cerca su PachinoGlobale.net