La Riserva di Vendicari viaggio in un autentico rifugio di pace e ristoro

La Riserva di Vendicari viaggio in un autentico rifugio di pace e ristoro Costituita da una stretta striscia di terra lungo la fascia costiera che va da Noto a Pachino, la Riserva Naturale di Vendicari è una vera e propria oasi di pace e ristoro per molte specie di uccelli, ma anche per l'uomo stanco del caos della città. Può quindi essere una meta davvero speciale per una gita fuori porta in questo periodo. Il parco di Vendicari è una pianura caratterizzata da dune, coste rocciose e dai tre pantani (Pantano Piccolo, Grande e Roveto) separati l'uno dall'altro da poche decine di metri e dal mare. Tra i tre solo il Pantano Piccolo nei periodi di siccità, non si prosciuga mai grazie alla presenza di sorgenti di acqua salmastra. Pantano Roveto è, invece, il più esteso e la foce che lo collega al mare è solitamente interrata. La vegetazione sommersa, la microfauna, le particolari condizioni di salinità fanno di questi luoghi un'area prediletta dall'avifauna migratoria. La riserva di Vendicari è considerata, infatti, «l'albergo degli uccelli»: un luogo di sosta dove riposarsi e alimentarsi prima di raggiungere le coste africane. Qui s'incontrano ogni anno migliaia di uccelli di regioni diverse: Polonia, Ungheria, Francia, Svezia, Finlandia, tundra siberiana, Danimarca e Olanda. Le presenze più numerose si registrano a dicembre, ma anche in autunno e in questo periodo di primavera. All'interno della Riserva vi sono diversi insediamenti archeologici e architettonici. È possibile trovare infatti le tracce di vasche-deposito di un antico stabilimento per la lavorazione del pesce, accanto alle quali si è scoperta anche una piccola necropoli. Vi sono anche resti del periodo bizantino: chiesette, catacombe, abitazioni e necropoli. Simbolo di Vendicari è certamente la Torre Sveva, costruita probabilmente da Pietro d'Aragona, conte di Alburquerque e duca di Noto (1406-1438), nonché fratello di Alfonso V d'Aragona, re di Spagna e Sicilia (1416-1458).

Poco lontano vi è la tonnara di Vendicari, un edificio in disfacimento che conserva ancora in buone condizioni la ciminiera, oltre a vari stabilimenti e alle case dei pescatori. La tonnara fu costruita nel Settecento: nel periodo di massima espansione ebbe 40 dipendenti, tra cui due rais (il primo di Avola e il suo vice di Pachino). Le saline di Vendicari ebbero importanza economica per lungo tempo, certamente a supporto della tonnara per la conservazione del pesce. I primi impianti risalgono al XV secolo e oggi ne restano vestigia sul Pantano Grande. Quattro sono gli accessi alla riserva: uno in zona Eloro (il più a nord), uno in zona Cava delle Mosche, l'ingresso principale all'altezza della Torre Sveva e quello di Cittadella dei Maccari (sede dell'insediamento bizantino di cui resta un tempietto e la necropoli). Le caratteristiche dell'ecosistema della riserva di Vendicari hanno favorito una molteplice vegetazione. La fascia costiera di Vendicari è un continuo alternarsi di tratti sabbiosi e tratti rocciosi. Passeggiando nella riserva si possono ammirare splendidi paesaggi. Il complesso del castello svevo del XV secolo, le case dei pescatori, gli stabilimenti per la lavorazione del pesce e la settecentesca tonnara con la sua alta ciminiera che vigila sull'area protetta. Costruzioni che ci riportano indietro nel tempo, quando la costa circostante ospitava uno dei porti più importanti del Siracusano. Avvicinandosi al mare si scorgono spiagge e scogliere che diradano in magnifiche calette, stagni, canneti ed alberi di diversa altezza. Il paesaggio primaverile è un'esplosione di colori: dal verde del lentisco e della palma nana al giallo della ginestra e del crisantemo, dal rosso dei papaveri al viola del timo, al blu dell'iris, al bianco del giglio marino.
Fonte: LaSicilia.it il 12-05-2011 - Categoria: Ambiente

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