Le nuove frontiere musicali europee portano verso l'Europa orientale. La Romania è uno degli esempi più eclatanti di attivismo musicale. Da queste parti, tra Bucarest e Timisoara, opera un musicista pachinese, Corrado Sgandurra, polistrumentista con alcuni album all'attivo, qui anche in vesti di talent-scout. Abbiamo incontrato l'artista pachinese prima della sua partenza per Bucarest dove rimarrà per qualche settimana. «La Romania sta attraversando un ottimo momento da un punto di vista musicale - afferma Sgandurra - con artisti che riescono a realizzare produzioni molto valide e con tutte le carte in regole per sfondare in occidente». Sgandurra ha in mente di organizzare un grande evento con i migliori rappresentanti del panorama musicale della Romania, magari a Roma dove si trova una comunità di circa 18.000 rumeni. «Intanto cerco di promuovere questi artisti anche dalle mie parti - dice Corrado - in provincia di Siracusa. I costi molto bassi e la qualità elevata di questi musicisti, sono caratteristiche che nessun promotore di eventi musicali può ignorare».

Sgandurra, pachinese giramondo, legato sentimentalmente a una musicista rumena, elenca alcune realtà musicali dell'ex paese del blocco sovietico, uscito con le ossa rotta dalla dittatura di Ceausescu. «Gruppi come i Taxi, che fanno un pop-rock con testi impegnati, sono tra quelli più preparati tecnicamente». Adrian Carmelo al basso e Georgita alla chitarra sono gli elementi portanti della band. Sgandurra cita anche i Voltaj e i Platonic Band, gli O-Zone, in classifica in Italia con «Dragostea din tei», Pepe, gli Asia e la band classica degli Amadeus, composta da quattro donne di grande qualità: Andrea, Alexandra, Cristine e Alina, non dimenticando Loredana (la Mina rumena), gli Antract e gli Avangarde. «Artisti con un grande talento - aggiunge Sgandurra - che meritano una chances». Un pachinese in Romania per traghettare in Italia i migliori musicisti rumeni.

Sergio Taccone