«La crisi va affrontata con fiducia»

PORTOPALO - Commercio in crisi? Periodo di vacche magre? Pur in un momento in cui il settore mostre evidenti e grosse difficoltà, con un calo di consumi da impoverimento generale, c'è chi non si lascia prendere dalla depressione, di recente evidenziata, per quanto riguarda l'Italia, anche dall'autorevole “New York Times”. Orazio Candiano, commerciante pachinese che opera da oltre 40 anni in questo settore, di cui diciotto trascorsi a Portopalo, è uno che ha fatto dell'ottimismo il suo stile di vita. E alla crisi del commercio risponde con massicci investimenti perché a questo settore ci ha sempre creduto. “Sono stato abituato ad affrontare qualsiasi difficoltà con grande impegno, - afferma Orazio Candiano - non facendomi abbattere dai momenti difficili, né esaltandomi in caso opposto. E il commercio è la mia vita, una strada che hanno deciso di seguire anche i miei due figli, che da anni mi collaborano a tempo pieno”. Il suo ramo è quello degli alimentari. “Investire massicciamente come ho fatto di recente a Portopalo – aggiunge Candiano – non è solo un rischio ma è soprattutto una testimonianza di fiducia verso Portopalo. Credo fermanente nello sviluppo turistico di questo territorio e, senza alcuna presunzione, dico che la mia struttura forse è a livelli di una città, non dimenticando che do lavoro a tempo pieno a parecchie persone. Ma, come ho detto precedentemente, Portopalo ha tutte le carte in regola per svilupparsi turisticamente, quindi mettiamo da parte il pessimismo e guardiamo avanti”.

Eppure la crisi si sente, eccome. E la si avverte in modo marcato nel periodo natalizio. Patrizia Tossani, segretaria della sezione pachinese di Confcommercio, conferma questa sensazione. “Il settore è al collasso e questo ha determinato negozi praticamente vuoti anche a ridosso del Natale. Aggiungiamo la mancanza assoluta di qualsiasi attrattiva, mi riferisco a Pachino, e il mosaico è completo, lo sconforto totale”. Un Natale 2007 magro per i commercianti pachinesi, con grave disagio di tanti operatori. Persino le giocate a carte si sono diradate: quello che prima era un rito che cominciava a fine novembre e si protraeva fino all'Epifania, adesso è in fase calante. “Già , è proprio così – aggiunge Patrizia Tossani – e questo perché si hanno così pochi soldi in tasca da rinunciare anche alla partita a carte natalizia. Potrà sembrare una banalità ma mai come quest'anno ho visto tanta gente in giro a Marzamemi la sera di Natale. Si preferisce l'aggregazione in qualche locale a osto zero”.

SERGIO TACCONE
Fonte: LaSicilia.it il 27-12-2007 - Categoria: Cronaca

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