La città conferma l’esterofilia

La città conferma l’esterofilia Assoluta fiducia nei confronti di Berlusconi e dei partiti ideologicamente vicini al centrodestra. È questo il primo dato che emerge dall'analisi del voto dei pachinesi. Macroscopica la differenza tra il partito del Popolo della Libertà che sugli 11.500 votanti che si sono registrati in città ha sfiorato alla Camera le 6.000 preferenze mentre il Pd è rimasto fermo a poco più di 1800 voti. Una differenza surclassante che è stata confermata sia al Senato che alle elezioni regionali. Nella competizione isolana il partito del Popolo della Libertà si è affermato non già per il numero delle preferenze date ai suoi candidati ma per i voti di sola lista senza che sia stata espressa alcuna preferenza. Una fiducia piena dunque al leader nazionale del partito ma anche una difficoltà oggettiva nell'esprimere il voto relativamente alla competizione regionale che ha portato i cittadini a barrare solo il simbolo così come previsto per le elezioni nazionali, nel timore di commettere errori. Pachino poi conferma la sua vocazione esterofila. A ricevere maggiori consensi infatti sono stati dei candidati non pachinesi. I locali invece (i consensi maggiori erano attesi dalla Ignaccolo e dalla Fronterrè) non hanno trainato più di tanto. Il più votato a Pachino è stato il rosolinese Pippo Gennuso a cui è stato rinnovato il mandato all'Ars. A seguire il candidato Udc Cappadona sostenuto da alcuni dei componenti dell'amministrazione comunale. Anche in questo caso il risultato è stato inferiore alle aspettative dato che Cappadona si è fermato a 935 preferenze a fronte di un pronostico di quasi il doppio.

Tuttavia il commento di Nino Iacono, esponente di spicco della coalizione di governo, è più che positivo. «Alla fine, -ha affermato Iacono- Cappadona è stato uno dei più votati, molto più forte di tanti altri. Probabilmente abbiamo pagato qualche scollamento interno poiché non tutti hanno mantenuto l'impegno preso. Si tratta tuttavia di un risultato su cui si può costruire anche in vista delle provinciali».
La fiducia di alcuni dei componenti dell'amministrazione tuttavia è stata riposta su un candidato non locale, anzi piuttosto lontano da Pachino. «Il dato non deve stupire, -ha continuato Iacono- visto che la vocazione a votare candidati esterni è piuttosto diffusa. E poi noi siamo persone di partito ed abbiamo votato e fatto votare l'Udc dove ci riconosciamo pienamente. Inoltre, -ha continuato- mi permetto di fare notare che l'Udc nelle ultime competizioni elettorali e cioè meno di due anni fa non esisteva neppure e non si era aggiudicato neppure un consigliere comunale. Oggi invece è il partito più forte di Pachino». Il voto comunque è stato estremamente frammentato, a conferma che la città non ha ancora maturato una identità politica ben precisa. Va verificato ora cosa accadrà in vista delle prossime elezioni provinciali.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 17-04-2008 - Categoria: Politica

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