La cava è una risorsa della città

PACHINO - Dopo la notizia della lettera inviata al prefetto di Siracusa dall'assessore all'ecologia e ambiente, Giuseppe Giliberto, dietro segnalazione dei cittadini, affinché vengano espletati dei controlli, da chi di competenza, per constatare se esistono dei reali rischi di danni all'ambiente e alla salute, legati alla cava da cui viene estratta la pietra, abbiamo parlato con i responsabili della Eco Inerti, la società che da poco gestisce la «incriminata» cava di contrada Camporeale. La cava in questione, esiste dal 1966, all'epoca risale, infatti, la prima concessione per lo sfruttamento di questa naturale risorsa del nostro territorio, una concessione che viene rinnovata ogni quindici anni. La cava, fanno sapere dall'Eco Inerti, che ha tutte le carte in regola, per continuare a svolgere la sua attività estrattiva, non mancano infatti le necessarie autorizzazioni, da parte del Distretto minerario, ma anche della Soprintendenza, della Guardia Forestale e degli Enti preposti ai controlli, affinché i lavori vengano svolti nel rispetto della legalità.

L'Eco Inerti, ha interesse che si creino dei rapporti di "buon vicinato", con i residenti della zona: «Non vogliamo creare problemi a nessuno -fa sapere la nuova società gestrice- ma l'attività di una cava, non può essere certo silenziosa, è inevitabile che possa creare dei disturbi, prima di tutto acustici, legati all'esplosione delle mine necessarie per l'estrazione della pietra. Ciò non toglie, che si potrebbero concordare delle giornate o degli orari per effettuarle».
In relazione al problema dell'emissione di polvere nell'aria, fanno sapere che gli stessi operai vengono periodicamente sottoposti a dei controlli medici e fino ad ora non sono stati riscontrati problemi di salute. Assicurano comunque, che già nel mese di novembre è stato presentato alla Regione un progetto per la ristrutturazione degl'impianti della cava, quindi ancor prima che i residenti di contrada Camporeale firmassero la petizione inviata al sindaco di Pachino, e dunque indipendentemente da questa.

Un progetto, che attende solo i finanzia-menti regionali per essere realizzato, e che comprende anche la costruzione ex novo del frantoio nel quale viene lavorata la pietra estratta.
"Non dobbiamo dimenticare comunque -fanno sapere i responsabili della società- che la cava è una risorsa per il paese, in quanto dà lavoro ad operai pachinesi, ma anche ad un indotto di centinaia di persone.E' impensabile che i lavori si possano fermare o la cava essere chiusa, anche perché questo significherebbe importare la pietra da fuori, con un cospicuo aumento dei costi per le imprese che lavorano con noi in questo settore."

di Valeria Drago
Fonte: LaSicilia.it il 15-03-2003 - Categoria: Cronaca

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