L'opposizione "molla" Francavilla. Barone: "Andremo avanti senza l'Udc"

PACHINO - Non si è svolta per mancanza del numero legale la seduta consiliare che prevedeva la sfiducia del vicepresidente Francavilla. A rispondere all'appello sono stati soltanto in sette. Sarebbe bastata la presenza di un altro consigliere per rendere valida la seduta. Francavilla dovrà attendere ancora per sapere se potrà ancora sedere sul secondo scranno del civico consesso. L'opposizione non lo ha sostenuto, se infatti gli undici consiglieri che osteggiano la giunta Barone fossero stati presenti in aula, avrebbero potuto respingere la mozione di sfiducia presentata nei suoi confronti. Non lo hanno fatto, segno evidente di una mancata unità di intenti che nei mesi scorsi è stata sempre l'arma vincente dell'amministrazione nonostante non abbia i numeri per amministrare. Intanto sulla seduta di lunedì dalla quale è venuto lo stop al conto consuntivo, si registra la posizione del primo cittadino: «Va chiarito che il parere dei revisori dei conti non era negativo. Il parere sfavorevole era solo iniziale, relativo alla data del 16 agosto e dettato dalla mancanza di alcuni documenti. Successivamente - aggiunge il sindaco - con la produzione di quanto richiesto, il collegio dei revisori ha dato il suo placet.

Dunque il voto espresso dai nove consiglieri, compreso il presidente ed il vice-presidente del consiglio è puramente politico e non determinato dalle motivazioni espresse in consiglio. L'obiettivo - continua il sindaco Sebastiano Barone - raggiunto da questi signori che fino ad ora hanno ricoperto delle cariche di importanza non indifferente, era quello di paralizzare l'amministrazione comunale, impedendo di attingere dagli avanzi di amministrazione e di effettuare in tempi brevi le variazioni di bilancio necessarie per poter dare impulso a progetti, manutenzioni, servizi, opere pubbliche. Con il consiglio di lunedì poi, è apparso chiaro il difficile colloquio con l'Udc e che i rapporti tra questa amministrazione e il partito di Follini sta andando alla deriva. In un eventuale rafforzamento della maggioranza, si terrà conto delle posizioni prese e si andrà avanti anche senza il loro appoggio».
La rottura dei rapporti con i centristi appare dunque chiara, così come quella con le figure istituzionali del civico consesso. A tal proposito va registrata la presa di posizione della Nuova Dc e del consigliere Rosa: «Invito il presidente del consiglio a dimettersi - dice Rosa - non capisco infatti come mai Nicastro che fa parte di Fi e dunque di un partito di maggioranza che conta due assessori, la vicesindacatura, la presidenza del collegio dei revisori oltre alla sua stessa poltrona, possa votare con l'opposizione».

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 16-09-2004 - Categoria: Politica

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