L’eternit a «Punto Rio»

L’eternit a «Punto Rio» PORTOPALO - Cresce il cumulo di eternit a ridosso del pantano di Punto Rio, zona balneare tra le più popolate del territorio. Dopo la segnalazione di alcune settimane addietro, effettuate da alcuni residenti che avevano notato il rifiuto pericoloso nei pressi di un gruppo di cassonetti, nulla è cambiato. Anzi, tutto è peggiorato. I pannelli di eternit, tra l'altro, si presentano danneggiati. Condizione necessaria e sufficiente per fare di questo cumulo una bomba ecologica, con la pericolosissima polvere contenente amianto cancerogena e quindi nociva per la salute. Domenica scorsa sulla zona soffiava un vento leggero ma sufficiente a smuovere la polvere del terreno nei pressi del pantano mentre dallo stesso luogo transitavano biciclette e bagnanti, ignari chiaramente dei rischi. Per chi vorrebbe saperne di più, basta farsi una navigata su google per scoprire la pericolosità di questo prodotto.

Soprannominato “eterno pericolo”, l'eternit è un impasto di amianto e cemento, molto impiegato in edilizia nel passato recente, tristemente noto per la sua pericolosità. E' infatti la causa di una malattia, la asbestosi, di cancro ai polmoni e mesoteliomi, per le caratteristiche immunodepressive legate alla struttura fisica delle sue fibre. Queste sono come una sorta di sottilissimi spilli che, una volta respirati, si fissano negli alveoli polmonari. Stando al parere degli esperti, non vi sarebbe una soglia di sicurezza al di sotto della quale il rischio di cancro diventa nullo. Ogni esposizione all'amianto produce un rischio di cancro. Va evitata, pertanto, secondo le disposizioni dell'Organizzazione mondiale della Sanità del 1986, «l'esposizione a qualunque tipo di fibra e a qualunque grado di concentrazione in aria». I residenti si sono detti preoccupati, mentre gli operatori della raccolta dei rifiuti solidi urbani, nello svuotare i cassonetti dell'immondizia, devono prestare una maggiore attenzione data la presenza, minacciosa e silente dei pannelli di amianto danneggiati.

SERGIO TACCONE
Fonte: LaSicilia.it il 16-07-2008 - Categoria: Ambiente

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