L'epilogo per "Paolo il caldo" di Brancati

Oggi pomeriggio, nel salone dell'Istituto Testasecca di viale della Regione, a cura della Fraternita della Misericordia che fa capo alla presidente Carmela Intilla, sarà presentato (ore 18) il volume di Carmelo Pirrera «Epilogo per Paolo il caldo», pubblicato dall'editore Intilla. A presentare l'opera sarà il prof. Sergio Mangiavillano, alla presenza dell'autore e dell'editore. Carmelo Pirrera è uno degli scrittori nisseni più rappresentativi della «vecchia generazione» locale: oggi ha settant'anni, vive e opera a Palermo, anche se in tutto questo tempo ha saputo rimanere vicino agli ambienti, ma soprattutto alla storia della sua terra, che è innanzitutto storia di miniera. A quell'epoca si rifanno il suo «Quartiere degli Angeli», pubblicato con la premessa di Rosario Assunto e «Con la banda in testa», lodato dal poeta Vann'Antò. Pirrera è autore di diversi scritti di poesia e narrativa, oltre che di note di costume apparse sui periodici ai quali collabora. Dirige una rivista di testi di poesia («Issimo»), ha diretto una collana di poesia contemporanea e ha curato alcune raccolte antologiche tra cui un «rapporto sulla poesia siciliana» dal titolo «Gli eredi del sole».

Tra le sue opere, da ricordare «La ragazzata» (1972), «Quaranta sigarette» (1974), «Il colonnello non vuole morire» (1978) (raccolta di racconti tradotta e pubblicata anche nella ex Jugoslavia). «Ipotesi sul caso Majorana e altri racconti» (1982), «Il regno» (1992), «L'uomo della Volvo» (1994), «Buio come la notte» (1998), anch'essa pubblicata dall'editore Michele Intilla, che opera a Messina ma che è anch'egli di origine nissena. Con quest'ultimo romanzo, Pirrera si cimenta in un'originale, quanto impegnativa, operazione: quella di «completare» uno dei racconti più celebri della letteratura siciliana del Novecento, quel «Paolo il caldo» che costituisce uno dei lavori più significativi di Vitaliano Brancati: da qui, il titolo «Epilogo per Paolo il caldo»; e, da qui, anche il coinvolgimento nella presentazione di Sergio Mangiavillano, che durante il suo impegno professionale di preside del Magistrale «Manzoni» di Caltanissetta (ove Brancati insegnò quando ne era alunno Leonardo Sciascia) ha, negli anni passati, promosso molteplici iniziative per riproporre la memoria di quel periodo della «Piccola Atene», con particolare riferimento appunto alla figura dello scrittore di Pachino. Il romanzo «Paolo il caldo» riporta al 1954, anno della morte di Brancati (spentosi a Torino) che s'era già affermato con «Don Giovanni in Sicilia» (1942) e il «Bell'Antonio» (1949).

Tra le ultime disposizioni da lui lasciate appena due giorni prima della morte, circa i suoi lavori letterari, si trovano queste righe: «Si può anche pubblicare il mio ultimo romanzo Paolo il Caldo avvertendo il lettore che mancano ancora due capitoli, nei quali si sarebbe raccontato che la moglie non tornava (più) da Paolo ed egli, in successivi eccessi di fantastica gelosia, si aggrovigliava sempre più in se stesso fino a sentire l'ala della stupidità sfiorargli il cervello».
«La nota – scrive Pirrera – mi ha suggerito un gioco di cui avverto tutta l'impertinenza: scrivere i due capitoli mancanti e cercare di completare la storia, benchè consapevole che le storie umane, per quanto ci è dato saperne, non si completano mai». «Il mancato ritorno della moglie di Paolo – prosegue Pirrera – il regredire del protagonista verso una forma di stupidità o di pazzia, indicato da Vitaliano Brancati come epilogo del romanzo, assieme a certi caratteri dei personaggi, riportati coi loro nomi e cognomi, sono elementi che ho tenuto presenti in questo racconto che spero abbia una sua autonomia, qualora si voglia prescindere dalle premesse». «Nel gioco, che è sempre più serio di quel che suole apparire, non ho introdotto che pochi elementi nuovi o estranei, e sin dove mi è stato possibile ho preferito ritrovare nelle pagine dello stesso Brancati certi personaggi, sensazioni ed atmosfere».
Fonte: LaSicilia.it il 22-01-2003 - Categoria: Cultura e spettacolo

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