L'assessore Uccello alla Regione «Riserva naturale, più chiarezza»

La Provincia di Siracusa sta lavorando sul Piano Territoriale di coordinamento, tenendo conto del tessuto connettivo imperniato sul rapporto uomo-territorio, come l'agricoltura di qualità, il turismo, l'artigianato, l'ecoturismo. «La formazione di un piano territoriale - scrive l'assessore provinciale Paolo Uccello (nella foto) in un comunicato dell'ente di via Malta- costituisce un momento fondamentale nella vita dell'Ente, in cui amministratori e cittadini sono chiamati a riflettere sulle dinamiche e sul significato delle trasformazioni passate e sulle diverse prospettive che esse prefigurano per gli anni avvenire». Nell'àmbito di questo lavoro che l'assessore Uccello sta portando avanti, è stata inviata una nota all'Assessorato regionale Territorio ed Ambiente segnalando il fatto che esiste una grossa anomalia nella istituenda Riserva naturale orientata «Pantani della Sicilia Sud Orientale». «L'appezzamento di terreno in oggetto -ha scritto Uccello- si trova nel territorio di Pachino nella zona denominata "Pantano Longarini", di proprietà Spatola, esteso 120 ettari di cui cento ettari bonificati come Azienda Agricola Ittica dagli stessi proprietari negli anni 1962/1970. Dette opere risultano regolarmente censite presso Ufficio Tecnico Erariale di Siracusa e risultano integralmente censite nell'ultimo rilievo topografico dell'Istituto Geografico Militare del 1967. Per effetto della realizzazione di canali larghi 30 metri con profondità di 3-4 metri collegati al mare e destinati all'allevamento di pesce, il pantano ha perso la sua naturale caratteristica. Il Comune di Pachino - ha concluso Uccello - nel tempo ha sempre inviato alla regione Siciliana cartografie errate,dove non venivano mai segnalate le opere di bonifica». L'assessore provinciale dunque chiede all'assessorato regionale di fare al più presto chiarezza sulla vicenda onde evitare ricorsi e lungaggini burocratiche, ma soprattutto dare risposte certe ai proprietari che si sentono traditi dalle Istituzioni.

Sa. Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 16-06-2006 - Categoria: Cronaca

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O margiu


Correva l'anno 1966, ed io avevo 12 anni...camminavo...camminavo parecchio.Fin da piccolo...Camminavo nelle restucce ferendomi le gambe perchè in genere non camminavo..
Correvo..Correvo...su ogni cosa...

Scrutavo con occhio attento tutto quello che mi stava d'intorno, mentre scorreva il rumore di quei passi, di scarponcini chiodoti sull'asfalto della strada consortile...
E il suo sinistro echeggiare, quasi scintillante, nell'ausura della mattinata carica di rondini trasmigranti, di gazze graccianti sinistre e a volte echeggianti in quelle austere contrade sotto il sole di mezzogiorno...

Distese e campi completamente coltivati a grano facevano, dell'altura di Bonpalazzo, guardando verso il mare: un unico fazzoletto giallo che avvicinava apperentemente le distanze con i fondeggianti pantani di Cuba e Longarini...

O maurgu...e funtaneddi, marzamarieddu,rane, anguille e cefali dentro le saie...Si pesca ..si pescava tutte le estati..coppo...fiocina e reti...

Scalzi...dentro a quei canali che venivano alimentate dalle acque di Pozzo Feto, che dall'altura di case Preuta scendeva, passando per Cipudduzzi nella saia di cuba,che era in quegli anni, meta non unica del campo e vastità di pascolo d'allora.

Una dimensione speciale...non avendo in quegli anni alcuna azienda con le stesse dimensioni e che le più vicine e amichevoli erano quelle dislocate presso le case di Roselle...

Pensieri lontani....come quando quando, nei pomeriggi invernali piovosi, si intravvedeva nel cozzo Cuba la nuvola bianca che si muoveva uniforme verso Burgio, nella sede contornata da muri a secco ed alti agavi che costellavano completamente l'angusta e difficile trazzera...

In quella antichissima trazzerra dove negli anni passati,per lavori di rifacimento della strada, sono state scoperte due gruppi di tombe bizantine...

Quell'anno, tornando a ritroso nel tempo, che qui è tutto un andare e venire, per la quantità d'acqua che veniva giù, gli armenti, numerosissimi, vennero ricoverati e allocati stabilmente, da quell'anno,per una decina d'anni, nelle case padronali del Burgio.
Fra stucchi,lesene e bordi di legno barocco.
Con apvimenti di altissimo livello e coperti con finissima ceramica di Caltagirone..Modanature in legno..Infissi speciali...
Stanze stanzette e saloni, respense, trappeti e palmenti in forma industriale vista la vicinanza di Palmento dei Pazzi.
Un intrigo quasi misterioso...Stradelle interne, limonet, ambienti esterni, cortiletti,passaggi, cisterne,particolari, canali, acqua.

Il misterioso Burgio...nelle cui viscere appaiono di tanto in tanto segni di segreti ancora tutti da scoprire a livello archeologico.
Bizantini! Sicuramente, come i successivi abitatori arabi e feudatari fino ai Bruno di Belmonte...

Feudo, unificato per lunghissimi anni con quello di Maucini.
Che, al tempo della suddivisione è arrivata fino ai nostri giorni ne configura l'assetto fondativo...

Studi e piccole ricerche che costantemente vengono aggiunte alla conoscenza, sia pur limitata del luogo..."BURGIO".

I lavori di ricerca non si sono fermati, come non si è fermata, ed anzi è fortemente incoraggiata,l'attività del restauro intergrale di questo antico luogo, della mia e di quella dei miei cugini, giocosa e gioisa felice infanzia.

I nostri ricordi. Le cose più care..ed intoccabili....
Si concentrano in poche cose...
Alle volte insignificanti..,
Ma spesso significanti di un modo d'essere..
forse...
Ma quello che ha impatto, non è tanto la storia in se: quanto la memoria che contiene.

E come l'evoluzione della proprietà abbia,vedi la cabala, che questo significativo patrimonio puntuale, sparso nel territorio, in un contesto globale rinnovato e al passo con il tempo non possano diventare monili di stelle nella codificazione culturale economica della modellazione del nuovo paesaggio...agrario..

E poi tutta ad un tratto passo dalla pianificazione al ricordo....

E mi vedo girare fra stanze ad infilare piene di stucchi barocchi di cornici, di lesenature e volte fatte con cannucciato e gesso. nasconde la sua vera struttura, Ne codifica messaggio che fanno pensare a feste da ballo fra gli interni e la terrazza settecenteschi.

Mentre i possenti contrafforti di una certa importanza spagnola,con tocchi classici che ha del michelangiolesco e scale monumentali esterne, arco, elemento della composizione della struttura fisica del Feudo come elemento fondante del suo potere.
Ma non solo...

A Burgio..si è capita una cosa...Era sede di enormi depositi di derrate alimentari: è l'elemento che emerge di più nella stecca centrale dei casamenti...

Che era una struttura architettonica unificata, poi tamponata con la costruzione del trappeto per le olive.
All'interno dei locali vi è stato scavato un pozzo dove si attingeva all'acqua necessaria del funzionamento dell'attività molitoria e di raffinazione dell'Olio.

Il fronte della stecca è costituito da l'unico locale della chiesa nuova.
Intervallato da due archi centrali.
Nelle fondamenta di questo edificio insistono serbatoi interrati tipo silos di fattura antica.
Sistema cosidetto a campana.

Tutta questa stecca era stata costruita nello stesso periodo.
E doveva configurarsi come un pdiglione intevallato, ogni circa sei metri, passo dato dalla campitura delle travi del tetto, della posizione di un arco che si ripete in tutti i moduli.

Anche se nascoste dalle marature che arrivano fino alla stradella nella parte nord del fabbricato.

Dunque, per tutta la profondità dell'insediamento di Burgio.
Insieme alla capella eclessiale.che venne in seguito spstata, rappresentano gli elementi ordinantori della vita interna delle strutture edilizie connesse ai feudi e ...alle masserie...

Oramai, queste antiche strutture sono abbandonate a se stesse, lasciate perire, per molti lunghi anni, senza che nessuno mettesse un dito per evitare il disfacimento della cultura edilizia ed architettonica locale...

I fabbricati, nella scomposizione del feudo,cioè, negli anni 60 e 70, non sono elementi valutati molto a livello economico.

Spesso sono vincolanti, e dunque, poco appetibili dagli acquirenti i lotti che in genere erano i vecchi mezzadri...

Questo è il tipo di cultura su questi fabbricati, dalla quale si parte: quando i Belmonte cominciano a disfarsi dell'enorme patrimonio fondiario...ed edilizio...
Ma ora di nuovo torniamo nel ricordo....

Da Pantano Secco, a Carrata, da Bompalazzo a Burgio e Preuta. Costefredde,Ramaddini, Quattrocchi.
Da Bompalazzo le strade per arrivare o Margiu erano due.

Quella sopradescritta che si attesta su Cuba, e quella che descriverò ora che si attesta sulla linea che proviene da Costefredde.

E che poi ha sfocia a Burgio ramaddini dove all'altezza della curva a novanta gradi, prima di arrivare nella attuale azienda "Burgio",si gira a sinistra e si passa davanti ai casameneti di don paolino e don ciccio Calleri e si prosegue fino a costeggiare una trazzera che conduce ad un antico pozzo circondato da alberi di acqua salmastra come il ginepro e altre specie.

Il luogo, era la stazione primaria di sosta quando si pascolava su Ramaddini e Cozzo Lomo... per abbeverare gli armenti... e per il loro riposo...

E solo io so quanti secchi d'acqua ho potuto tirare, con molta gioia, con queste braccia per alleviare l'arsura delle ruminanti che ti guardavano con riconoscenza quando una dietro l'altra si accostavano a bere...nell'ampia vasca

Poi, fiduciose affondavano le loro bocche cariche d'arsura e beveveno, bevevano, fino a riempirsi per bene le loro pance...
Poi,piene di mosche che le tormentavao l'occhio, si accostavano sotto gli ombrosi ginepri e regendosi in una sorta di trance ruminante fra lor si mettevano a dormire...

Mi sono trovato spesso nella circostanza ,in pieno "filinone" con la calura che inondava le plaghe, con le cicale che con quel caldo ti davano il ritmo serrato e sinistro di un sole che riscaldava l'anima...e la vita d'allora...

Il mare vicino confortava e spesso si faceva una corsa per rinfrescarsi... Era un fare quotidiano...

In quelle estati torride, quando a forza di andare a mare le nostre teste scure d'estate diventavano coloro dell'oro....


Tornando.ora, ai fabbricati....

Spesso rappresentavano un inutile ingombro di terreno fertile.

Ecco perchè, oggi, se guardiamo il patrimonio rurale di derivazione arabo bizantina e feudale sparso ampiamente per il nostro territorio è un patrimonio in quasi completo degrado e abbandono...

Ulilizzato in un modo non appropriato...

Occorre, sulle orme dei progetti avviati dal Prof.Urbani dell'Università di Palermo intensificare un processo di recupero di questo enorme patrimonio edilizio interno.

E la provincia regionale di siracusa nella stesura del piano triennale su questo aspetto può fare moltissimo..
Un patrimonio...
Costituito da migliaia di feudi, castelli, masserie, bagli, case, isolate, ecc..ecc
in tutta la Sicilia...non può essere lasciato in questo stato...

Una grande opportunità per modellare il paesaggio come forma primaria di marketing per questo territorio...

giganteschi saluti, Spiros



Il gigante del Burgio, Prof.Morana ANNO 72 Aretuseo Siracusa.Ricerca d'Archivio da realizzare....