Internet si fa più intelligente

Internet si fa più intelligente di Damiano Fedeli


Marco Gori, docente di intelligenza artificiale
Un nuovo motore di ricerca, in studio al dipartimento di ingegneria dell'informazione dell'Università di Siena, interroga Google e fornisce risposte più precise, grazie al "modo di ragionare" dei più avanzati sistemi di intelligenza artificiale Internet: tutte le news

«In quali università sono state scoperte cellule staminali nel liquido amniotico?».Se ponete la domanda a un motore di ricerca, otterrete decine di collegamenti. Rovistando un po', la soluzione: Harvard e Wake Forest University. Ma se allo stesso motore chiedete: «Qual è la data prevista per la missione Nasa che riparerà il telescopio spaziale Hubble?» difficilmente la ricerca vi restituirà settembre 2008.

Questo finora. Ma un sistema in studio al dipartimento di ingegneria dell'informazione dell'Università di Siena consentirà di risolvere problemi simili in modo nuovo. È un motore di ricerca basato sul «modo di ragionare» dei più avanzati sistemi di intelligenza artificiale.
È simile a quello creato dall'Ibm (Piquant), ma a differenza di quest'ultimo risponde anche in italiano oltre che in inglese.
I risultati non consistono, come oggi, in link ad altri documenti, bensì in risposte precise: fornisce un elenco di parole in cui, fra le prime dieci, c'è quello che cercavamo.

«È un software che sa interrogare i motori stessi» spiega Marco Gori, docente di intelligenza artificiale all'ateneo senese, padre (con i ricercatori Giovanni Angelini e Marco Ernandes) del progetto WebCrow di cui l'applicazione fa parte. Progetto finanziato da Google con un premio di 65 mila dollari. «L'applicazione elabora il linguaggio naturale» precisa Gori. Non si è obbligati, come nei motori tradizionali, a formulare una richiesta per parole chiave, ma si può scrivere la domanda. Il software comprende la frase e la converte in richiesta per Google. Riceve i risultati, li analizza, ne stila una classifica e mostra una lista di parole che soddisfano la richiesta».

La probabilità di trovare la risposta corretta fra le prime dieci è molto alta: 80-90 per cento. «È impossibile ottenere una sola risposta: il senso critico dell'utente resta fondamentale». Un grado di certezza sorprendente lo si riscontra su notizie inserite in rete di recente. Se chiediamo: «Qual è l'ex governatore del New Jersey che ha dichiarato di essere gay?» la risposta è: James McGreevey. La tecnologia senese è poi più facilmente gestibile sui telefonini rispetto agli attuali motori.

In questi giorni gli studiosi italiani stanno lavorando a un prototipo in cui domande e risposte viaggiano via sms. Lo scopo originario del WebCrow era la risoluzione automatica di cruciverba. «Non è solo un gioco, ma una sfida per l'intelligenza artificiale» aggiunge Gori. «La domanda era: può una macchina collegata a internet risolvere da sola le parole crociate? Un'ottima palestra per creare un'applicazione che dialoghi in modo intelligente con i motori di ricerca e ne interpreti le risposte. Rispettando il vincolo degli incroci e tenendo traccia dei tentativi».

«Nel web c'è uno sterminato patrimonio per tutti. I motori di ricerca, però, non rivelano la ricetta con cui operano: con i loro algoritmi, decidono cosa mostrare prima e cosa dopo» sostiene Gori che, con il neozelandese Ian Witten e Teresa Numerico dell'Università di Salerno, ha pubblicato un testo sull'uso critico di queste tecnologie. Il volume (Web Dragons: inside the myths of search engine technologies), uscito ora negli Usa, mette in guardia sulle tecniche con cui si ottiene visibilità gratuita sul web, o su come aziende senza scrupoli attacchino la pubblicità dei concorrenti cliccandola di continuo (gli annunci sui motori vengono pagati in base ai clic ricevuti).

Un motore di ricerca andrebbe dunque posto sotto il controllo? «Non credo sia possibile» sostiene Gori. «Siamo intrappolati in un paradosso: se i motori rendessero nota la loro ricetta, sarebbe il paradiso degli spammer che farebbero lievitare le informazioni spazzatura, peggiorando la qualità delle ricerche. Il modello alla base dei motori di ricerca, nella sua semplicità, si è rivelato molto efficace. Ma forse è giunto il momento di soluzioni radicalmente diverse».
Fonte: Panorama.it il 28-01-2007 - Categoria: Curiosità

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