In Consiglio è scontro sulla centrale eolica

PACHINO - Gli slogan sarcastici fanno sorridere è vero, ma anche riflettere e talvolta lasciano anche un po' di amaro.
Quanto ne abbia lasciato in bocca al sindaco Barone, quello coniato dal consigliere di minoranza Guastella a chiusura del dibattito sull'approvazione della convenzione per rea-lizzare e gestire una centrale Eolica nel territorio comunale di Pachino e la conseguente votazione che l'ha nettamente bocciata, non ci è dato di saperlo. Esce smembrata la larga coalizione di maggioranza su uno dei punti più importanti all'ordine del giorno, quello che aveva determinato l'urgenza della convocazione della seduta consiliare e sul quale si è confrontata l'intera aula.Una vera e propria diatriba, sulle conseguenze più o meno inquinanti della centrale eolica, sulle convenienze economiche e occupazionali che potrebbe apportare al paese, ma anche sulla semplice utilità di una tale opera nel nostro territorio.

Si sa, quando si ignora il problema, e in aula non c'erano esperti di "centrali del vento", il campo delle ipotesi si allarga, si cercano e si trovano fantasmi come nel caso del forzista Petralito, secondo il quale una centrale Eolica può essere fortemente inquinante, argomento bocciato di netto nell'intervento del consigliere Valerini che porta all'attenzione di tutti l'autorevole posizione di Legambiente, favorevole alle centrali di "energia pulita", ma che punta anche sull'immediato benessere occupazionale e i cospicui introiti che ne deriverebbero al comune: cinquecento milioni delle vecchie lire,queste le cifre citate da Valerini per avvalorare le sue tesi. Cifre, subito ridimensionate e di molto dall'esponente di An, Antonino Spatola, che sostenuto dagli altri consiglieri del suo partito, e non solo, fa il punto sui problemi d'impatto ambientale ma soprattutto paesaggistico creati dai cosiddetti mulini a vento. E per un territorio come il nostro, che aspira a raggiungere primati importanti in campo turistico, quest'opera sarebbe sicuramente uno scempio.

Una disamina a 360 gradi, invece, quella del consigliere Paolo Di Pietro che ha valutato pro e contro di un'opera di innegabile impatto paesaggistico,ma che apporterebbe il vantaggio di produrre energia in maniera naturale, senza creare più inquinamento di quello prodotto dai cavi che conducono elettricità nelle nostre case. Risultato finale: 12 voti negativi, solo 7 quelli favorevoli. Votazione "politica", com'è convinto il consigliere di Rinascita, Salvatore Blundo, o votazione di "coscienza"? Difficile dirlo, l'unica certezza è che per il momento gli autodefiniti Don Chisciotte pachinesi hanno vinto la loro battaglia contro i "mulini a vento del XXI secolo".

di Valeria Drago
Fonte: LaSicilia.it il 12-03-2003 - Categoria: Cronaca

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LONGARINI AREA DI INTERESSE NATURALE E PRODUTTIVO: UNA IPOTESI SI SVILUPPO SOSTENIBILE.

La proposta di una Centrale Eolica a Longarini ripropone questa area come suscettibile di insediamenti produttivi che a vario titolo intendono modificare la vocazione naturale e ambientale di questa importante e storica area. La prima proposta fu' formulata nel lontano 1966-68 E SUCCESSIVAMENTE nel 1976-77,quando ,anche in considerazione delle previsioni del Piano Regolatore elaborato dall'Architetto Ricci e della sua equipe, questa area venne individuata come area suscettibile di insediamenti turistici per la creazione di un importante Porto-scalo Turistico e relativi insediamenti Turistico-Alberghieri: nelle previsioni del Progettisti,inserendosi nel Piano Censon elaborato dal CASMEZ doveva servire a creare una valida e potenziale alternativa all'importante ed internazionale scalo di diporto di Malta.(Oltre alla individuazione nell'area vasta di un Aereoporto commerciale e Turistico) Questa proposta fu' considerata non fattibile sia dalla sezione locale del P.C.I. che dallo stesso parere tecnico, determinante, dell 'Assessorato allo Sviluppo Economico della Regione Siciliana.La Regione di fatto stralcio e respinse questa previsione del P.R.G.. La seconda proposta di insediamento economico e produttivo, fu' formulata nel 1989, quando in questa area fu' proposta un impianto di Acquacoltura:successivamente insediato a Morghella.(E che oggi (e bene saperlo e ricordarlo alla Comunità Pachinese) produce Avannotti per quasi tutti gli impianti di Acquacoltura di tutto il bacino del Mediterraneo) Questa ipotesi, secondo il mio modesto parere, era ammisibile e concreta:poichè questa area fin dagli anni "60" aveva subito importanti lavori idraulici e di risanamento e di consistenti opere di bonifica.La terza proposta (di questi giorni)riguarda la ubicazione di una Centrale Eolica, che come abbiamo letto è stata respinta da una maggioranza composita e trasversale dal Consiglio Comunale di Pachino. Le motivazioni appaiono plausibili in parte e contradditorie e prive di fondamento dall'altra. Infatti occorre ricordare che a Pachino (al pari dei Mulini a Vento insediati nel trapanese)furono realizzati dai nostri avi e che la "Comunità Pachinese" si è servita per la creazione di energia pulita. Il Mulino a Vento di Pachino fu' fatto costruire dalla Famiglia Strarrabba, Signori e Padroni della Terra e Feudo di Xibini fin dalla prima fondazione del nuovo insediamento urbano. Fu' realizzato da abili maestranze maltesi che lo edificarono nell' edificio che oggi è sede della Pinacoteca Comunale. La sua posizione strategica (Cavaliere Nord) fu fondamentale sia per l'altezza della ubicazione e per la migliore captazione delle correnti ventose che sfruttava sia l'orientamento che la direzione prevalente del vento.(PONENTE)
Tornando all'area Longarini appare evidente, a distanza di diversi anni, che le diverse proposte fin qui formulate di sfruttamento economico dell'area appaiono carenti ed essenzialmente non sostenute da validi supporti storico-economico culturali e ambientali in grado,nel tempo storico, di mutuare fini produttivi ed economici plausibili con la vocazione storica dell'area. Pertanto mi permetto di avanzare la proposta di utilizzazione di questa area che faccia,essenzialmente, perno su semplici elementi configurativi e storico-culturali che sono la cultura-coltura della reintroduzione a scala industriale ed artigianale dell'allevamento delle Anguille e dei Cefali e del cosidetto "marzamarieddu". (che ricordo era usato da molte famiglie per fare delle polpettine contenenti questi pregiati pesciolini)Sembra molto probabilmente che questi "pesciolini" siano l'elemento base per la preparazione del "Garum". Faccio dunque proposta di utilizzare l'area Cuba-Longarini e di tutte le rimanenti aree palustri e lagunali per la creazione di strutture a carattere polivalente e turistico a basso impatto ambientale che mettano insieme la vocazione naturalistica delle aree con l'insediamento di impianti di Acquacoltura orientati alla produzione di specie autoctone e di Palude: che sono appunto le Anguille e i Cefali ed altre specie di pesci che trovavano naturale il loro sviluppo in questi particolari ambienti acquiferi e di acque salmastre.Inoltre, avendo avuto esperienza e conoscenza diretta dei sette impianti di Acquacoltura e di allevamento esistenti nella Laguna di Orbetello, in provincia di Grosseto, (Toscana) ritengo fattibile questa proposta e la rendo pubblica per dare un contributo allo sviluppo dell'intera area del Pachino Promontorio.Cordiali Saluti Rosario Spinello Firenze.