Si attende da un momento all'altro la decisione del Cga di Palermo in merito alla richiesta presentata dal sindaco di Pachino contro l'ordinanza di sospensiva del Tar di Catania sul caso del reintegro in giunta dell'assessore Giuseppe Giliberto.
Il 10 febbraio intanto comincerà l'iter processuale al tribunale amministrativo etneo. Non tralasciando la richiesta di risarcimento danni presentata da Giliberto che ha chiesto un maxi risarcimento di 516 mila euro per danni morali e biologici che sarebbero scaturiti dalla vicenda. Ma in questi giorni a tenere banco è la crisi senza fine di una coalizione che vaga senza alcuna coesione. Dopo la sparata di Rinascita che aveva chiesto sabato scorso al sindaco di cambiare registro per pensare agli obiettivi e non alle poltrone, ieri si è assistito a nuovi tentativi a vuoto di ricompattare la Casa delle Libertà. Nella sede di Alleanza Nazionale infatti si è svolto l'ennesimo vertice dei partiti di centro-destra alla presenza dei coordinatori e dei capigruppo consiliari di Forza Italia, Udc e An. Più di due ore di faccia a faccia ma senza raggiungere alcunché. «Si è trattato di un incontro politico - afferma il commissario cittadino di An, Emanuele Rotta - per discutere di questioni attinenti alla Casa delle libertà e dove non si è discusso di eventuali cambi di maggioranza né di azzeramento di compagine assessoriale». Il vertice è servito dunque, a detta di Rotta, a puntualizzare alcuni aspetti legati ai rapporti nell'ambito del centro-destra, dove pesa, almeno a Pachino, l'esclusione di An dalla giunta. Alla fine nessun documento comune è stato sottoscritto.

La posizione insomma sembra chiara: dev'essere il sindaco a prendere delle decisioni. Barone sembra invece prendere tempo, cercando di galleggiare. Una nuova maggioranza senza l'apporto di Rinascita viene considerata dai più come ipotesi impercorribile proprio perché invisa a Barone . Un ulteriore elemento di analisi è rappresentato dall'Udc. Il partito centrista sembra aver perso la sua coesione.

Sergio Taccone