In Africa la causa dei nubifragi

In Africa la causa dei nubifragi L'Enea: il disboscamento nella fascia intertropicale altera gli equilibri climatici. La bolla Sahariana che ha avvolto l'Italia durante l'estate è responsabile di trombe d'aria e nubifragi.

ROMA - "Si confermano i nostri allarmi. Non abbiamo sbagliato a parlare di mini-tifoni durante la stagione autunnale. Ma è sicuramente un evento eccezionale quello accaduto in Sicilia". Giampiero Maracchi, direttore dell'Istituto di Biometeorologia del Cnr, non ha ricevuto molte pacche sulle spalle quando fu tra i pochi a spiegare come l'ondata di caldo, la "bolla sahariana" che aveva avvolto l'Italia durante i mesi estivi, avrebbe portato conseguenze e precipitazioni di notevoli dimensioni.

"Diciamo che siamo stati scambiati per tante Cassandre", commenta Marina Baldi, prima ricercatrice del centro di Maracchi. "Eppure le nostre valutazioni portavano in quella direzione - continua -. Poi l'evento del Siracusano, con una estensione di quasi 150 chilometri quadrati, è un fenomeno che aveva pochi precedenti nel nostro Paese. Fa pensare quasi a un piccolo uragano. E' stata, sembra, una tempesta violenta formatasi sul mare caldo. E siccome la temperatura del mare non può diminuire molto presto, vista la sequela di giorni con 40 gradi che si sono sommati durante la stagione non ancora passata, non è impossibile immaginare nuovi fatti di questo tipo".

Confermano le valutazioni degli esperti anche dal Wwf, secondo cui i mutamenti climatici sono la causa principale del costante aumento delle calamità naturali. Dal 1980 a oggi - ricorda l'associazione - si sono susseguiti i 15 anni più caldi da quando, nel '67, sono cominciati i rilevamenti delle temperature. In base a uno studio della compagnia di assicurazioni Munich Re, il 2002 è stato l'anno record degli eventi meteorologici estremi nel mondo: 526 che hanno provocato 9.400 morti e danni per 56 miliardi di dollari; 99 catastrofi si sono verificate in Europa. Solo il 12% delle calamità non possono essere attribuite ai cambiamenti climatici, e, secondo il rapporto, inondazioni, tifoni e uragani sono destinati ad aumentare di frequenza ed intensità.

Vincenzo Ferrara, direttore progetto speciale clima globale dell'Enea, da una parte conferma le paure degli ecologisti, dall'altra però individua "dove sorgono i problemi". "L'Africa - dice la Baldi - è sicuramente stata l'incubatrice di quanto avvenuto in estate. Per quel che è accaduto sotto la fascia del Sahel e le precipitazioni minime". Ferrara, da parte sua spiega: "La distruzione, soprattutto nella fascia intertropicale, di boschi e foreste è cresciuta ad un ritmo vertiginoso.

Boschi e foreste, infatti, attraverso i processi di fotosintesi, sottraggono anidride carbonica dall’atmosfera e la trasformano in biomassa e, quindi, costituiscono di fatto la principale fonte di assorbimento e di riciclo dell'anidride carbonica atmosferica. Si valuta che negli anni più recenti, anche se ora sembra vi sia un certo rallentamento, sono state disboscate, ogni anno, superfici medie territoriali di estensione complessiva paragonabile a quella del territorio della Svizzera". E il risultato è il "breve eccezionale" che si è manifestato su Siracusa.

Simone Navarra
Fonte: Il Nuovo il 19-09-2003 - Categoria: Cronaca

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