In 156 cercano la salvezza in Sicilia

Quarto nutrito arrivo, nell'arco di un paio di settimane, di clandestini extracomunitari sulle coste del Ragusano. Questa volta, dopo una notte «di tregenda» per la pioggia battente, il vento fortissimo e le proibitive condizioni del mare (forza 6-7), a toccare terra, al porto di Pozzallo, all'alba di ieri, sono stati in 156: 117 uomini, 32 donne, 17 bambini. Quasi tutti sedicenti somali ed eritrei. Due di loro, che si sono dichiarati egiziani, sono stati tratti in arresto in quanto ritenuti gli scafisti, coloro i quali avrebbero governato il vecchio motopesca sul quale avevano viaggiato i clandestini, da un porticciolo nei pressi di Tripoli alle coste di casa nostra.

Si tratta di Gerbour Essaed Ammed, di 52 anni, e di Abderrahim Giddewi Asref, di 25 anni. Sono stati rinchiusi presso la casa circondariale di «Piano del Gesù», a Modica Alta, a disposizione del sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Modica, Emanuele Di Quattro. Domani saranno interrogati, per la convalida, dal giudice delle indagini preliminari. L'arrivo sottocosta del motopesca (lungo circa 18 metri, dotato di ottimi motori e con una buona strumentazione di bordo) è stato segnalato venerdì sera a tarda ora ai carabinieri da una telefonata anonima.

Veniva segnalata, a un paio di centinaia di metri dalla riva, in contrada Porto UIlisse, al limitare del territorio della provincia di Ragusa con quello della provincia di Siracusa, una imbarcazione in difficoltà, incagliata fra secche e scogli, stracarica di clandestini. Scattava il piano di emergenza, con l'intervento dei mezzi della capitaneria di porto di Pozzallo, della squadriglia navale delle Fiamme Gialle, dei mezzi navali dei carabinieri. Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza (come è stato riferito ieri mattina in conferenza stampa), resisi conto della delicatezza della situazione, hanno dato vita ad una vera e propria gara di solidarietà tesa ad evitare nuove tragedie umane in una provincia, quella iblea, duramente toccata il 22 settembre scorso, da un bilancio drammatico: dodici persone morte nel mare di Scoglitti.

Sono intervenuti anche i navali provenienti da Portopalo e Siracusa e dall'alto ecco operare due elicotteri, uno della Marina militare di stanza a Maristaeli Catania e uno della GdF. Solo attorno alla mezzanotte si è riusciti ad avvcinare l'imbarcazione in difficoltà e trarre in salvo un gruppo di 36 clandestini. Poi le condizioni del mare si sono aggravate e si è preferto cercare di rimorchiare il motopesca. Operazione resa possibile nelle prime ore di ieri mattina con l'utilizzo di una motovedetta della Guardia costiera. L'imbarcazione (che presentava alcune falle nella chiglia) è giunta al porto di Pozzallo attorno alle ore 8 di ieri. E tutti i clandestini venivano avviati nei locali-magazzini della Dogana dove, a cura della Prefettura, era stato nel frattempo approntato un centro di accoglienza.

Tutti gli extracomunitari, compresi i bambini, si trovano in buone condizioni fisiche. Stamani lasceranno Pozzallo per essere avviati ai centri di accoglienza di Noto e di Crotone.
Ieri mattina in conferenza stampa (presenti il capo della Mobile, Giuseppe Bellassai, il maggiore dei carabinieri Vincenzo Cubisino assieme al capitano Federico Reginato, il capitano della Gdf Angelo Cascavilla, assieme al tenente Mario Grasso) sono state sottolineate le responsabilità dei due arrestati. Il motopesca sarebbe rimasto in navigazione tre giorni, avendo lasciato le coste libiche, secondo le dichiarazioni di alcuni clandestini, alla'alba di mercoledì. Il costo del "biglietto" si sarebbe aggirato sui mille dollari. E molti dei clandestini erano in possesso di valuta americana.
Fonte: LaSicilia.it il 13-10-2002 - Categoria: Cronaca

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