Il vino secondo i giovani: Presentato il concorso "Bere il territorio"

PACHINO - Si è tenuta ieri la presentazione del concorso letterario promosso da Go Wine dal titolo "Bere il territorio: i giovani raccontano il loro rapporto con il vino". Il concorso, arrivato alla sua terza edizione, propone ai giovani dai 18 ai 30 anni di redigere un testo in forma libera che racconti il loro rapporto con il vino, facendo riferimento alla cultura, alla società ed all'ambiente che caratterizza l'universo dell' enologico. L'idea di Go Wine, presentata da Massimo Corrado agli studenti dell'ultimo anno degli istituti superiori, nasce dal cambiamento che l'immagine del vino ha subito negli ultimi dieci anni, non solo nel nostro territorio, ma in tutto il resto d'Italia. Il consumatore principale è infatti diventato il giovane, che è anche un consumatore attento e che mira più alla qualità che alla quantità. L'associazione prende spunto dalla ricerca e dalla valorizzazione delle tradizioni culturali e sociali che accompagnano un calice di vino, e dal desiderio della scoperta di queste radici e di queste tradizioni che scatena anche la voglia di viaggiare con un conseguente sviluppo del turismo gastronomico e culturale. I giovani vengono invitati dunque a raccontarsi ed a raccontare mediante l'esercizio dello scrivere che è uno dei modi migliori per riflettere e dichiararsi. Il titolo del concorso, "Bere il Territorio", mira a rafforzare il legame tra qualità di consumi ed i luoghi di coltivazione dei vitigni. Il vino infatti viene inteso non soltanto come bevanda ma come momento di crescita e rivalutazione di un patrimonio che sarebbe folle sottovalutare o peggio dimenticare. Il concorso è sostenuto dal progetto culturale VeronaFiere, attraverso il 38° Vinitaly, dalla Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, dalla Fimer e da un comitato di 31 aziende enologiche. Gli elaborati, che dovranno essere presentati entro il 31 gennaio, verranno valutati da una giuria composta da personalità di spicco del mondo della cultura e del giornalismo italiano, ed è prevista la selezione di due migliori testi i cui autori riceveranno un premio in denaro di 1000 euro. Inoltre un premio speciale, consistente in una cantina di 100 bottiglie di vino di qualità rappresentative delle diverse aree della penisola, sarà assegnato dalla giuria al testo che meglio valorizzerà il tema della viticoltura di montagna ed in condizioni orografiche difficili. Le scorse edizioni hanno visto la netta affermazione di donne, a conferma anche di un consumo di vino sempre più rivolto al femminile.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 07-12-2003 - Categoria: Cultura e spettacolo

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Settembre mese dell'uva.....
Era l'alba. Ancora notte inoltrata. E le stelle brillavano nella calotta celeste come monili di stelle. L'aria tersa di rugiada inondava i pampini delle viti. Tutt'intorno l'odore mieloso di mosto dava calore alle stanze interne al Palmento. Profumi di gelsomino e di limoni agresti provenivano e inondavano l'aria dal giardino. Il cane, davanti alla porta, accucciato difficilmente sarebbe entrato all'interno. I miasmi velenosi della fermentazione delle uve creavano un soffuso strato di gas molto pericoloso. Un lavoro. Non per tutti...
Infatti quasi tutti i ragazzi preferivano andare a vendemmiare e a raccogliere,come quadrupedi,(nel senso che bisognava stare piegati) l'uva.Io non mi interessavo della raccolta che trovavo di scarso interesse creativo. Mi interessavo della parte più onerosa e faticosa. Della sua trasformazione in mosto. Riuscivo a stare in apnea quasi tre minuti, all'interno dei "ritorni"( fermentine). E il sudore e la fatica passavano non appena mi avvicinavo al pozzo e mi lavavo con capienti secchi d'acqua di fonte. Rivedevo in quei gesti l'essenza della produzione vera. Dove il mosto sgorgava come un piccolo fiume e andava a finire nel "Fosso".Che piano piano si colmava di quel nettare d'ambra.
Alla memoria. Se la memoria ha un valore vivo e una funzione per l'uomo "in vino veritas". Dall'area del Palmento del manicomio, mentre guardo attonito le figure degli operatori che si muovono come fantasmi nella notte scura....ma senza nessuna paura. Cordiali Saluti. Spiros