Il vescovo fa la predica ai politici

PACHINO - Si è svolto venerdì in un clima di cordialità l'incontro del vescovo della diocesi di Noto mons. Giuseppe Malandrino con i politici pachinesi. Nell'ambito della visita pastorale, il prelato è stato accolto dal sindaco Sebastiano Barone e dal presidente del Consiglio Ninni Nicastro nell'aula consiliare di via Rubera insieme a coloro che sono impegnati in politica. Per la verità ad ascoltare il vescovo dagli scranni consiliari c'erano più sacerdoti che consiglieri comunali, ma mons. Malandrino ha precisato di voler parlare non solo ai presenti ma anche agli assenti. L'incontro insomma, se avesse avuto la veste di seduta consiliare e fosse stato fatto l'appello, non si sarebbe potuto tenere per mancanza di numero legale. Ma il vescovo ha sottolineato come la seduta debba essere considerata valida lo stesso, nonostante l'esiguità degli interlocutori. «D'altra parte - ha affermato il prelato - Gesù ha detto che quando due si riuniscono nel suo nome lì c'è Dio».

Il sindaco Barone come rappresentante della città di Pachino, ha fatto riferimento all'alto significato morale che l'incontro con le istituzioni rappresenta in un momento difficile per la città, sia dal punto di vista politico-amministrativo che anche dal punto di vista economico e sociale. Una Pachino che da tempo presenta molte contraddizioni e che ha bisogno di un forte richiamo morale. Il vescovo, dopo il saluto ufficiale che, ha spiegato, «vuole essere un saluto di accoglienza paterna sia ai presenti come anche agli assenti», ha parlato alla classe politica pachinese in maniera coinvolgente. «Non ho bacchette magiche e soluzioni già pronte - ha affermato - sono qui per aiutarvi nel prestare un servizio, anche perché la politica dello struzzo non convince». Il vescovo ha anche sottolineato come la Chiesa da tempo ormai non intrattiene rapporti solo con un determinato partito politico, ma ha intrapreso nuovi dialoghi con tutti coloro che si pongono al servizio della collettività facendo politica, ed ha citato due esempi di uomini di chiesa ma che non hanno mancato di spendersi per la politica e cioè Giorgio La Pira e il diacono pachinese Giuseppe Munafò scomparso da poco più di un anno. Chiaro è stato poi il richiamo alla necessità di una serietà politica. «Quando non c'è una politica alta, stabile e lungimirante i problemi crescono e si accumulano. Va superato l'individualismo tutto pachinese - ha ribadito - che è insito un po' nel Dna della città perché porta non all'equilibrio ma all'equilibrismo tra partiti, persone, istituzioni ed il tutto per mantenere il potere e gli interessi particolaristici». La guida religiosa della diocesi ha inoltre invitato a studiare i problemi che affliggono Pachino e ad affrontare con serietà le vere piaghe quali la povertà, la sanità, la disgregazione della famiglia, la carenza di lavoro. Poi è stato il momento dei suggerimenti che il vescovo ha proposto ai politici, suggerimenti sintetizzabili in cinque «S» e cioè solidarietà, sinergia, speranza, studio e servizio. Al termine dell'incontro mons. Malandrino si è soffermato a salutare uno ad uno gli intervenuti spendendo per tutti una parola, un sorriso, un suggerimento.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 23-10-2005 - Categoria: Politica

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Politici in predicato: prospettive politiche dell'Ulivo di Pachino.



Una attenta valutazione delle parole del Vescovo di Noto, e nostro concittadino, Mons. Malandrino, nella sua visita all'amministrazione comunale di Pachino: deve essere fatta per dare un giudizio complessivo sulla situazione di evidente degrado che si è prodotto a Pachino!

Dove,oltre alla presenza del Sindaco e del Presidente del consiglio, si è riscontrata la quasi totale assenza dei consiglieri comunali.
In generale possiamo affermare che l'assenza di qualsiasi riferimento con il passato storico configura l'attuale situazione politica assolutamente confacente al clima generale di totale inefficenza amministrativa e politica.

Non conoscendo,tuttavia, non mi inoltro in considerazioni ulteriori, essendo sotto gli occhi di tutti la totale incapacità politica di fare funzionare le istituzioni a Pachino.

Indubbiamente sono altri i valori da cui sono prese queste persone,visto che hanno disertato l'incontro.
E' una questione di sensibilità istituzionale, nei confronti dell'autorità religiosa, a livello locale, che dà un sguardo a queste pieghe interne di un modo di interpretare la propria funzione politica che indubbiamente è fortemente negativa ed antidemocratica.

Ma elencare le deficenze della maggioranza attuale sarebbe come fare un buco nell'acqua,di conseguenza sorvoliamo a volo d'angelo queste pastoie formali di scarsa importanza e considerazione su quello che non si è riuscito a fare da parte di questa amministazione.

Ma sostanzalmente è una questione di uomini.

La forza delle parole del Vescovo sono contenute nella sua "certezza" di potere parlare, non tanto con chi era presente: ma sopratutto con chi non era presente!

Questo assunto oratorio rappresenta una forza mediatica forte: e personalmente voglio abbracciare queste sue parole per amplificarle attraverso la rete ed internet perchè le ritengo di fondamentale importanza.

Quelle parole mi inducono ad ipotizzare un canale di comunicazione formale che sulla traccia di quelle importanti parole ed intersecate con le aspettative reali delle popolazioni locali:risalta all'occhio immediatamente la contraddizione formale e sostanziale rispetto alla e della situazione reale di crisi e disagio che si vive nel territorio.


La memoria storica,diventa, come elemento di unificazione e riconoscimento dei valori sociali locali e politici,che ripercorrono le vicende amministrative passate.

Per esempio, quelle del Sindaco Gaetano Fortuna che nella tradizione locale è l'esempio immediato, superlativo, che dà una impronta di governo democratico della cosa pubblica, dove la SINISTRA è stata parte importante di governo in quel periodo storico che diede pieno appoggio alla politica decennale del Sindaco Fortuna.

Una storia molto interessante ed importante,che deve essere opportunamente divulgata e fatta conoscere alle nuove generazioni. Visto che una pubblicazione fatta da Corrado Arangio ne connota i dati non tanto positivi,ma che tuttavia è una utile traccia su come si viveva l'atmosfera politica di quegl'anni!
E importante questa fiunzione di orientamento sociale e politico corretto nell'informazione formale delle nuove generazioni.
Senza dimenticare che in quella circostanza ha influito molto l'appartenenza del Sindaco Fortuna, alla chiesa Valdese pachinese,che ha avuto nella storia locale una sua grande,grandissima, importanza sociale,politica ed economica.

Anche se, allo stato delle conoscenze, le singole situazioni storico politiche,non sono state ancora analizzate in comparazione. Anche se il libro di Giuseppe Testa, sulla storia della Cassa Rurale di Pachino ne evidenzia i caratteri forti e reali. Attraverso la bibliografia di riferimento, che ci viene fornita dai libri esistenti sull'argomento,sono ben evidenti e presenti queste trattazioni particolari.
Ma diciamo la verità ! La parte più importante deve essere ancora scritta!!!Oggi, se si vuole correttemente riprendere un percorso consiglio di imboccare la strada di considerare che l'ultimo che ha avuto, storicamente uun significato politico forte è in Mauro Adamo "l'eroe",se vogliamo vero, che putroppo ci ha lasciati prematuramente.

Però,chi condivideva quella sua idea su pachino, una cosa la possiamo fare: per fare rivivere l'idea di Mauro Adamo che, sostanzialmente, era quella di un Ulivo pachinese che costituisse la base di una svolta e cambiamento politico nella gestione della cosa pubblica di Pachino.
Era questa la prospettiva politica che Mauro auspicava per questo movimento politico di Rinascita di Pachino.
E chi lo conosceva bene non può smentirlo!!!
Ed oggi,è importante che, al di là di ogni cosa: bisogna lavorare, politicamente, al fine di sollecitare positivamente gli attuali dirigenti di questo movimento: di fare una scelta definitiva di campo e che, con un colpo di reni,questo MOVIMENTO DELL'ULIVO DEI CITTADINI DI PACHINO, diventi, di fatto il Movimento dell'Ulivo e dei cittadini di Pachino, nella prospettiva politica di aggregare forze sociali e politiche omogenee, ma non scremate, che coagiscano per la formazione di una amministrazione capace, davvero, di creare le condizioni storiche di un reale cambiamento e svolta nella gestione della cosa pubblica a Pachino.
Una cosa di molto impegno,insomma!

Il tutto per fare fronte alla crisi che vive la situazione economica e come una totale inversione di tendenza deve essere recepita da parte delle associazioni che si vanno fomando nel territorio.

Una prova di assemblaggio di componenti diversi che interagiscono a vari livelli fra loro,,,,.

Un progetto in fase di montaggio....ed assemblaggio......

intanto,cordiali saluti,Spiros