Il sindaco alle prese con l'ultimatum dell'Udc

PACHINO - La crisi politica, tutta interna all'Udc, arriva oggi al capolinea. L'impressione è che alla fine il sindaco Barone ritiri le deleghe all'assessore Giuseppe Giliberto che fino a ieri non ha ricevuto alcuna comunicazione in questa direzione. Anzi il componente della giunta, sfiduciato dal coordinatore locale del partito, Sebastiano Cicciarella, e da cinque consiglieri del gruppo centrista, fino all'ultimo continua a svolgere il suo mandato assessoriale. «Non mi dimetto - afferma Giliberto - poiché ho sempre sostenuto che l'azione di Cicciarella, Ciavola e dei cinque consiglieri comunali non sia supportata da alcuna motivazione di carattere politico». E senza le dimissioni dovrà essere il sindaco a revocargli le deleghe. Nei giorni scorsi si è posta l'attenzione su una decisione del Tar, relativa al comune di Mazara del Vallo, a proposito della revoca delle deleghe ad un assessore da parte del primo cittadino.

Il Tribunale amministrativo regionale ha dato poi ragione all'assessore e tutti gli atti approvati dopo la sua revoca sono stati di fatto invalidati. Una situazione che presenterebbe delle analogie con quella che vede al centro dell'attenzione Giuseppe Giliberto. Il sindaco ieri pomeriggio non ha anticipato alcunché limitandosi a dire che oggi la situazione potrebbe essere definita (con il ritiro delle deleghe all'assessore, s'intende) ma che fin qui non c'è nulla di definitivo. Quella che prima veniva definita come una crisi dell'Udc adesso rischia di trasformarsi in una pantomima, con risvolti che comunque lasceranno degli strascichi all'interno di un gruppo fatto soprattutto di componenti provenienti da altri partiti (due dall'opposizione, uno ex di An e uno di Rinascita). Sono in molti a pensare che per l'assessore Giliberto oggi dovrebbe arrivare il giorno del capolinea amministrativo.

t. s.
Fonte: LaSicilia.it il 27-11-2003 - Categoria: Politica

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LA CRISI AMMINISTRATIVA.


Potrebbe essere invalidata tutta l'azione amministrativa se solo il primo degli assessori dimissionato facesse ricorso al TAR. Ma se il singolo, non supportato adeguadamente dai partiti, potrebbe essere oggetto di recriminazioni di ogni tipo. La stessa cosa non avverebbe se A.N. e il suo responsabile provinciale Dott. Cammisuli promuovessero un ricorso giurisrudenziale sull'oggetto e sulla estromissione dei suoi assessori dalla giunta. Pertanto sarebbe opportuno, non solo che Giuseppe non si dimettesse. Ma che l'azione politica di invcalzo passasse operativamente ad Allenza Nazionale senza aspettare le decisioni inponderabili e condizionate del Sindaco. Insomma è Alleanza Nazionale che, chiede di rientrare in giunta appoggiata anche dall'opposizione che rimane in consiglio. Se si vuole, per davvero, ridimensionare quel grumo di potere che si è coagulato attorno ai soliti noti. Speriamo si capisca che non bisogna lasciarlo da solo il Sindaco in questa fase delicata che, periodicamente e ciclicamente, attraversa Pachino. Con questo mi rivolgo alla comunità civile, alle associazioni ai sindacati, alle imprese, alla chiesa e alle associazioni e ai partiti dell'opposizione. Insomma, a tutti coloro che credono nella democrazia partecipata e nella espressione della volontà popolare e alle elezioni. Che come è evidente in questa fase è sotto condizione condizionata. Pertanto l'invito è rivolto, non solo a coloro che lo hanno votato ma, a tutta la comunità di Pachino. Perchè è oramai "chiarissimo" quello che stà succedendo a livello politico ed amministrativo, caro Senatore.
Cordiali Saluti da Monte ATHOS. Spiros
Ma per arrivare al capolinea bisognerebbe almeno avere iniziato il viaggio. Invece tutta l'amministrazione attuale non si è mai alzata dalla sedia. Figuriamoci l'assessore Giliberto. Non si ha notizia di qualsiasi sua attività. Ma che ha fatto finora? Quale è stato il suo contributo? Non ce ne voglia il buon Giuseppe, è un amico come lo siamo tutti a Pachino, ma non è capace di fare l'assessore. Quantomeno non può essere capace in un gruppo come l'attuale al governo del paese. Un gruppo che cura solamente i propri esclusivi e diretti interessi. Dell'interesse collettivo non v'è traccia. Infatti non risultano avviate opere pubbliche di particolare importanza, tutto quello messo in pratica è da riferirsi alla precedente amministrazione. La revisione del PRG è stata affidata ad un commissario regionale. L'ultima attività di questo tipo è stata l'approvazione del piano particolareggiato del centro storico, da ascriversi all'impegno profuso, a suo tempo, dall'assessore Malandrino, grazie al quale oggi si può intervenire nei fabbricati del centro del paese. Come anche la definizione dei lavori del serbatoio pensile risale all'amministrazione Adamo. E la questione delle risorse idriche di cui oggi si parla fù evidenziata dal lavoro di una commissione nominata dal compianto Mauro. Ed è colpevole l'atteggiamento di una coalizione di governo (!!!) che non riesce a trarre frutto manco dai lavori già ben fatti dai predecessori. Insomma, è anche un pò antipatico stare a ripetere che tutto ciò che si mette in pratica è dovuto a chi adesso è all'opposizione, ma è la realtà. E quindi è inutile parlare di capolinea per un'amministrazione o per un assessore. L'unica considerazione che si può fare in questi casi è che sembra poco degno, per un uomo che vorrebbe rappresentare una politica di servizio, stare così affezionato alla carica. In altre vicende, con un assessore sostenuto dal partito di provenienza e dai consiglieri, si assistette ad un attacco incivile, fatto di denunce anonime non riscontrate, di pressioni di stampo mafioso, di inviti a dimettersi che non vennero dai consiglieri. Oggi l'assessore non lo vuole la sua rappresentanza consiliare e il suo partito. E comunque quando il sindaco revocò la fiducia agli assessori, non vi fù alcun ricorso al Tar o altri espedienti giudiziari. In mancanza della fiducia del sindaco, l'assessore deve andare via. Tutto il resto è ridicolo.