Il rimedio del senatore Ferrara «Si vada alle elezioni anticipate»

PACHINO - Affonda il bisturi l'ex senatore Pietro Ferrara dopo l'ennesimo stallo politico in cui è caduta la città. "A Pachino siamo quasi di fronte ad una questione d'onore, -ha affermato Ferrara, ed alla domanda di quanti politici si dimetterebbero di fronte al fallimento del loro operato nell'interesse del bene comune la risposta è certa ed inesorabile: nessuno. Oggi i politici, sia locali che nazionali, sono attaccati come polipi al proprio scopo. Si tratta di pseudo-professionisti della politica che da essa traggono i mezzi per farsi conoscere e magari stipendiarsi. I politici d'oggi, -continua Pietro Ferrara con un pizzico di rammarico- non vivono per la politica ma vivono con la politica. In passato chi era appassionato di questa nobile arte viveva per essa e non con essa. Ci rendiamo conto però che oggi gli appassionati purtroppo sono molto pochi". Ferrara analizza i vari modi di fare politica.

"Chi esercita il mestiere di politico può essere impegnato a farlo seriamente con proposte atte a migliorare la società, oppure potrà occuparsi di attività clientelari, oppure per incompetenza o incapacità non saprà realizzare nulla". L'ex parlamentare poi scende nella situazione locale. "Pachino ha bisogno di una politica alta e di politici colti e che siano lungimiranti e non miopi. È necessario non solo ridurre la spesa corrente ma anche aumentare gli investimenti per dare lavoro. Quando la situazione diventa grave non bisogna tirarsi indietro. La gente si preoccupa quando si accorge di pagare di più e per progetti senza risultato. A mio parere vi sono categorie che approfittano del teatrino della politica. Allora la ricetta è quella di andare tutti a casa in maniera da permettere di far coincidere le elezioni comunali con quelle nazionali e regionali senza alcuna ipocrisia di sorta".

Sa.Mar.
Fonte: LaSicilia.it il 22-10-2005 - Categoria: Politica

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A fare cosa?

Illusioni,tu chiamale, se vuoi:illusioni!
Con la canzone, di Lucio Battisti, si apre lo scenario di questa avventura d'Onore che il Sen.Pietro Ferrara stà portando avanti da tempo a Pachino.
Con cicliche mandate su LA SICILIA che solerte ne informa, con puntualità, i lettori.
Non sono stato tenero con lui,come politico, e la sua politica, è difficilmente potrò cambiare idea su quello che ho scritto! Perchè per me è la sacrosanta verità oggettiva.
Tuttavia, voglio chiarire che non è alla persona che mi contrappongo in questa discussione, ma soltanto al personaggio politico.
E poi, credo,francamente: che non si può essere protagonisti di tutte le stagioni della politica.
Ritengo che sarebbe opportuno, per Pietro Ferrara, di defilarsi dalla partecipazione diretta,dando così alto esempio di laica professione della politica dei saggi, ed è auspicabile una sua partecipazione come progettista di idee per la politica dei giovani e delle nuove generazioni, che Lui sostiene a spada tratta.

Come padre nobile, nell'eccezione di riguardo verso la carica, di Senatore: che gli conferisce l'autorità per essere garante!

Tuttavia, visto che non possiamo assolutamente fare altro che scrivere quello che pensiamo, è anche vero che il Senatore continuerà, giustamente, nella sua azione politica.
E siccome, da destra e passato a sinistra, anche se a sinistra c'è sempre stato: sarebbe il caso chiarisse come mai questo epocale trascinamento e svuotamento della politica di cui era fiero portatore negli anni giovanili.

E considerato che ha avuto tutte le opportunità di fare valere la sua politica: vorremmo sapere con quali realizzazioni concrete si presenta come esempio di politica dei principi e delle realizzazione da Lui più volte invocati....

Non abbiamo ricordo di simili condotte,semmai da tutt'altro tenore, che abbiamo spiegato nei precedenti commenti.
Dunque, io mi chiedo?
Ma garante e onore di cosa?
Quali processi politici intende portare avanti?
Con quali uomini e con quali partiti, intende proporsi come alternativa all'attuale situazione politica?
Con quali programmi per la città?

Se il "mai dire mai" della politica di trasformazione umana e dei rapporti,balza gagliardo all'occhio dell'astante,in una dinamica miscelazione di plurimi e incomunicanti agglomerati politici che portano ad una idea non perfettamente conforme e condivisibile alla politica dell'Ulivo:allora si avverte una discontinuità, uno scollamento che non può essere sottaciuto e non messo a fuoco per capire quali sono i suoi veri obiettivi e programmi per Pachino.

Per cui, da elemento di coesione verso una politica progettuale dell'Ulivo e del fecondo incontro di diverse culture,a Pachino: si stà configurando, nei fatti, la più grossa beffa storica che si ricordi!

Per la totale assenza di una politica federativa da parte del Sen. Ferrara e della stessa Margherita di Pachino: ma sopratutto per la completa assenza da parte dei D.S.di un qualsiasi progetto concreto politico ed economico per la città!!!

Avranno anche potuto fare,insieme,le primarie che si svolgevano a livello nazionale, con risultati abbastanza positivi e ce ne rallegriamo: ma tutto finisce lì!

Perchè le divergenze di strategie sono state chiaramente spiegate dal Ferrara in precedenti cominicazioni.
Ed il vociare di Michelangelo Blandizzi è latore di pesanti nubi sulle prospettive politiche unitarie del centrisinistra,in direzione Ulivo.
E nonostante le indicazione locale,anche se le percentuali del 54% esprime tutta la debolezza della componente prodiana che risulta fortemente battuta dalla percentuale locale di R.C.,che si è riscontrata anche a Portopalo:testimonia un dato, su cui ho espresso un giudizio e una valutazione un pò affrettata e di cui prendo atto a livello locale analizzandola di nuovo.

Anche in questo caso, non si tratta dalla brillante politica dei dirigenti locali: ma dai processi di proletarizzazione in atto che rafforzano l'unico partito che almeno nel linguaggio, del suo leader, contiene messaggi che possono essere condivisi come diretti realmente a rappresentare le fasce più deboli della società italiana,siciliana e pachinese e portopalese.

Tuttavia,con grave rammarico, a PACHINO, si assiste e si và verso la ricomposizione di un "centro", e Rifondazione, con la sua segreteria attuale, ne stà facilitando il compito: assumendosi la responsabilità di fare naufragare qualsiasi ipotesi di riunificazione della sinistra, che è,in qualche modo,essenziale per potere imboccare la strada giusta verso un grande l'Ulivo vittorioso a Pachino alle prossime amministrative.
La mancanza,a parte alcuni accenni iniziali, di intraprendere un percorso comune e politico con Rinascita,dai D.S. escluso dalla brillante analisi dello storico Roberto Bruno, di Pachino che è essenziale.

Oggi non è,con grave rammarico, argomento all'ordine del giorno,quando è evidente a chiunque ha un minimo di cognizione politica che la mancata approssimazione di ricerca di convergenze in questa direzione di fatto delegittima la segreteria dei D.S. a mero emanatore di comunicati che non hanno un qualsiasi progetto strategico sociale e politico per Pachino.

Oggi sappiamo che se questo manca è dovuto proprio,non a cattiveria, ma a totale incapacità di capire e analizzare come và la storia locale.

E chi ha avuto l'idea balzana e fuori della storia di ostacolare l'avvio di un qualsiasi processo di questo tipo, non contemplando le componenti sociali che si riconoscono in Rinascita di Pachino: dovrebbe dimettersi!!!

Bisogna contrastare quella politica gattopardesca che si stà dipando che,ricollegando antichi legami interrotti, vorrebbe nuovamente configurarsi in sostituzione delle leve esistenti ed escludere, sia la destra, che la sinistra che localmente(vedi i baci ed abbracci del convegno del circolo "Baia delle Tortore" e "Locomotiva" che operano quasi in sinergia negativa ed improduttiva, a certi livelli: quasi un processo di autoesclusione che è funzionali agli interessi di un "pippobaudo" qualsiasi, ma non alla sinistra nella sua totalità di cui questi personaggi non ne sono mai stati parte integrante): stenta ad esistere come progetto politico generale, se non in una locandina del cinema di Frontiera!!
Che in verità: in politica e poca cosa, ma in prepolitica ha un suo apprezzamento e valore, indubbiamente!
Ma è prepolitica, e non politica:per intenderci...da Zappater...


Cordiali Saluti,Spiros