Il pomodoro è invenduto

PACHINO - E' crisi profonda per il ciliegino celebre ormai in tutto il mondo anche per le sue proprietà. È profonda crisi per il ciliegino di Pachino, il pomodorino ormai celebre in tutto il mondo per il particolare gusto e le proprietà organolettiche. La stagione agricola è in uno stadio ormai fortemente avanzato e nonostante il clima delle settimane scorse sia stato non proprio clemente in tutto il resto d'Italia, (cosa che avrebbe dovuto aiutare il mercato a fare salire le quotazioni) il prezzo al produttore è rimasto fermo sui 50 centesimi di euro al chilo, almeno 60 centesimi in meno rispetto al prezzo minimo per consentire il recupero delle spese. “Il prezzo minimo per arrivare a coprire i costi e consentire l'investimento per la prossima stagione agricola, -ha affermato Giorgio Morana del comitato dei piccoli serricoltori- dovrebbe essere di almeno 1,10 euro al Kg. Da tempo stiamo attendendo che il mercato salga ma il prezzo che viene pagato ai piccoli produttori rimane bloccato”. Morana per dimostrare la situazione reale ha fatto da guida facendo visitare una azienda di produzione a conduzione familiare, l'azienda Calderaro. All'interno delle serre i grappoli di ciliegino maturo facendo bella mostra nell'attesa di essere raccolti. Per farlo però il prezzo di mercato avrebbe dovuto consentire il recupero dei costi, ed attualmente ciò non era possibile. “Avremmo già dovuto preparare gli impianti per la campagna delle angurie, -ha affermato il titolare dell'azienda- estirpando le piante di pomodorino.

Invece non possiamo raccogliere, e siamo bloccati senza potere fare nulla. Il governo ha dato una grossa mano con il decreto spalmadebiti e gli altri provvedimenti adottati, ma il problema vero resta ed è quello della competitività dei prodotti e del prezzo di mercato che va sostenuto. In questo modo non si coprono le spese”. L'azienda in questione ha una copertura di 14 mila metri di impianti in serra, e per l'attività di produzione del ciliegino, escluso il lavoro di chi coltiva le piante, il costo è stato di 42 mila euro, ma ad oggi non è stato raccolto neanche un grappolo di pomodorino. “Dal 2001 in poi, -ha affermato il portavoce dei piccoli serricoltori Giorgio Morana- il trend è stato costantemente negativo ed il prezzo sempre più basso. Vogliamo sapere quali sono i provvedimenti a breve, medio e lungo termine che si intendono adottare”. L'azienda Calderaro produce, come tutti i serricoltori in territorio di Pachino, pomodoro di altissima qualità, ma non sotto il marchio di tutela Igp. “Non conviene fare l'Igp, -ha affermato il titolare- poiché non c'è differenza in termini di guadagni tra il pomodoro con il marchio e quelli senza. Vero è che il prezzo del ciliegino Igp è di qualche centesimo più alto, ma è anche vero che produrre secondo il protocollo di certificazione costa di più e dunque a conti fatti non conviene. I protocolli comportano delle confezioni particolari, con procedimenti particolari, mentre noi riempiamo le comuni cassette in plastica alla rinfusa e le cooperative lo comprano lo stesso. Il margine di guadagno, o in questo caso di perdita, è uguale”. Poi un produttore tira fuori delle tabelle fornite dalle cooperative da dove si evincono i prezzi ed i margini di guadagno. Dal raffronto tra i preziari addirittura si evince che produrre non Igp comporta un guadagno addirittura di qualche centesimo di euro. Le aspettative future per gli agricoltori non sono certo incoraggianti.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 22-02-2006 - Categoria: Economia

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