Il parco di contrada Cozzi rimane in stato di abbandono

PACHINO - In stato di abbandono il parco urbano ubicato in Contrada Cozzi. A lamentare la situazione sono in particolare alcuni residenti della zona. "Un parco in cui lavori sono iniziati tanto tempo fa, esattamente circa dieci anni. E ad oggi rimasti incompleti. Un polmone verde è una carenza per il paese". Il parco rappresenta un'isola di verde per il Comune. Un progetto coerente alla città, che si espande nella zona retrostante alla circonvallazione. Qui saranno collocati numerosi servizi. E' in progetto anche la sede della questura. Nuovi spazi verdi dovrebbero sorgere esclusivamente all'esterno del paese e in zone di crescente espansione come ai Tre Colli.

Il territorio di Pachino, secondo la sua formazione storica, era stato suddiviso a scacchiera. Questo secondo i residenti in un certo qual modo ha impedito di poter far sorgere all'interno del paese aree destinate al verde pubblico. Attualmente gli unici esempi di verde sono la Piazza Vittorio Emanuele, circondata da numerosi alberi e fuori dal centro abitato la piccola piazzetta nei pressi di Via Mascagni. Si tratta, senza dubbio, di aree troppo piccole per le dimensioni del paese e per la conseguente fruizione da parte di tutti i cittadini. I cittadini aspettano ormai da tempo un intervento finalizzato ad accrescere il verde pubblico. In particolare si riferiscono ad uno spazio vivibile, a contatto con la natura. Un parco in cui sia inserita un'area adibita ai giochi per i bambini. Uno spazio che potrebbe costituire una nuova risorsa per il territorio da impiegare in differenti modi.

Miriam Giuliano
Fonte: LaSicilia.it il 24-11-2004 - Categoria: Cronaca

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Scacco matto

I primi abitanti di Pachino venivano da Malta. Trasportati da una imbarcazione affittata all'occorrensa dai Principi di Strarrabba di Rudini, provenienti da Piazza Armerina e affidatari per regio decreto del feudo di Xibini e Bimmisca. Immaginatevi una imbarcazione piena di immigrati, che ai giorni nostri arrivano dal canale di Sicilia e con un pò di fantasia e del dovuto rispetto per i nostri amatissimi e indimenticati avi, arrivate a capire come avvenne il componimento abitativo della Terra di Pachino. La schacchiera venne disegnata dal Geom. Garrano Francisco, anche lui di Piazza, che divenne luogotente urbanistico e della pianificazione della nuova città di Pachino. La teorica e pratica introduzione della schacciera avvenne in Sicilia dopo il terremoto e la distruzione delle maggiori città siciliane della costa orientale, del 1693. Furono monaci spagnoli, che al seguito dell'incaricato delegato della corona di Spagna per la ricostruzione delle maggiori città di questa parte di Sicilia, ad introdurre quel sistema di pianificazione ampiamente sperimentato in sud americana.Dove, nel contempo, la Reginale Corona di Spagna aveva fortissimi interessi economici e commerciali e di dominio. L'impostazione formale della schacciera si attuò attorno al grande quadrato della piazza principale: che aveva gli elemeti ordinatori e formali nella casa del Principe( attuale casa Munafò) e nella chiesa madre, che venne completata e innaugurata nel 1790. La maglia a schacciera, nel tumultuoso susseguirsi degli anni, si adagiò senza continuità di soluzione nell' aerale colle di Xibini. Solo nei primi del 1900-50 e seguenti, per condizioni morfologiche del territorio agrario a trasormazione urbana: si crearono delle rotture nella fitta maglia urbana a schacciera. Tre esempi su tutti:la cosidetta via per il secondo cimitero, che è era, dov'è l'attuale Ospedale; la zona della basalata,per inderogabili pendenze dell'acqua piovana superficiale chi si raccoglieva dall'ampio piano di via Durando e Garrano; e la terza che si configura e si diparte dall'asse principale di collegamento e la via per Noto, a partire da Piazza Indipendenza.I vuoti nella schacchiera più evidenti che rimanevano erano: La cosidetta Piazza del Popolo che rimane dov'è ora la posta centrale. Il giardino della palazzina Strarraba di Rudini che è l'attuale sede della casa Rurale che insieme all'ex area libera,poi occupata dalla Standa e in seguito trasformata mi pare in scuola, dov'era posto il frequentatissimo cinema all'aperto che, nell'insieme, configuravano il cosidetto "baglio del Marchese". Se si guardano alcune foto storiche si vede che la chiesa e il palazzo del principe erano collegati da un alto muro di cinta e nella via unità, attuale, fino agli anni trenta, vi era posto un pesante portone in ghisa d'ingresso al Baglio del marchese.

Cordiali e parchi Saluti. Spiros