«Il Nero d'Avola è nostro»

«Il Nero d'Avola è nostro» PACHINO - Riscoperto il vitigno originale del "Nero d'Avola" coltivato a Pachino. Ad annunciarlo Luigi Spicuglia, chimico ed esperto in enologia che ha reso noto di aver selezionato un vitigno in grado di produrre un vino dall'aroma e dal profumo accentuati che gli conferiscono un gusto diverso dal Nero d'Avola che comunemente è presente sulle nostre tavole. "Ritengo di poter affermare, -ha dichiarato Spicuglia- di essere riuscito a selezionare il vitigno originale ed autoctono del vero vino di Pachino, un vitigno capace di produrre uve particolarmente resistenti agli attacchi di "Botritis cinerea" (cioè la così detta muffa grigia o marciume nobile) ed in grado di produrre delle uve adatte alla mostificazione ed alla produzione di vini di particolare spessore e robustezza". Oggi il Nero d'Avola si produce in diverse parti non solo della Sicilia ma anche in nazioni diverse dall'Italia. Un nome diventato troppo generico per gli intenditori che spesso cercano di valorizzare il luogo di produzione piuttosto che il nome del tipo di vitigno. "Nella particolare selezione da me condotta per risalire a quello che ritengo sia il vero vitigno autoctono del territorio di Pachino, -ha affermato Luigi Spicuglia- mi sono servito della collaborazione di alcuni ricercatori australiani. Sfruttando alcune conoscenze risalenti ai miei studi universitari, ho avuto la possibilità di avvalermi di alcune innovative analisi di laboratorio e ricerche genetiche in uso in Australia che mi hanno dato la conferma di una felice intuizione che già da qualche tempo avevo percepito. L'individuazione dell'innesto infatti era avvenuta quasi per caso.

In un terreno sabbioso ereditato da mia moglie avevo rinvenuto delle antiche pergole latine non innestate di "vitis vinifera" e che si sono riprodotte nel tempo senza inquinamento da ibridizzazione e innesti così come invece accade nelle normali coltivazioni". A seguito quindi delle ricerche compiute dai laboratori ad alta tecnologia, le comparazioni genetiche hanno confermato l'esattezza della felice intuizione in merito all'originalità del ceppo ed alla risalenza nel tempo, dato che è stato appurato che il ceppo non subisce mutazioni da almeno 300 anni. "La differenza a livello chimico, -ha spiegato Spicuglia- sta nella tendenza alla formazione di macromolecole. Ovviamente queste caratteristiche naturali devono essere opportunamente valorizzate con particolari tecniche di lavorazione che in quanto chimico ho specificamente studiato in modo da rilevare le specificità delle reazioni biochimiche durante la fermentazione". L'esistenza di un antichissimo vitigno di pregiate uve a Pachino comunque è confermato anche dai racconti mitologici. Si narra infatti che Ulisse, sbarcando con i suoi compagni nell'Andro (probabilmente l'attuale Porto Ulisse) si cibò midollo di palma nana e dei frutti delle "vitis" che crescevano rigogliose. Quest'anno comunque la produzione vitivinicola appare di prim'ordine sia per quantità che per qualità. Caratteristiche che purtroppo non sembrano essere apprezzate dal mercato. Secondo Spicuglia comunque l'ottima annata è garantita anche dai pochi centimetri di pioggia caduta nei giorni scorsi, smentendo così possibili illazioni circa una vendemmia a rischio. "Considerato lo stress idrico in cui erano arrivate le piante, le brevi piogge si sono rivelate fondamentali per portare ad una equilibrata maturazione l'uva. Non si rischia infatti una riduzione di grado degli zuccheri, -ha concluso il chimico- bensì una ottimale produzione di aminoacidi fondamentali proprio per la sintesi degli zuccheri. A condizioni idriche ottimali corrisponderà certamente una condizione zuccherina ottimale".

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 13-09-2005 - Categoria: Economia

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