Il marchio Igp non protegge gli agricoltori

Il marchio Igp non protegge gli agricoltori Vittoria chiama e Pachino risponde. Almeno questo sembrerebbe essere l'atteggiamento dei produttori agricoli del comune della zona sud di Siracusa, alla luce dell'esame dell'attuale situazione del comparto. Una forte crisi, strettamente correlata a quella economica generale, che pone a rischio decine di migliaia di posti di lavoro. Dalla riunione che si è tenuta lo scorso giovedì nella sala conferenze della banca di credito cooperativo, durante la quale è stata fatta un'attenta analisi della crisi del settore, dai produttori agricoli pachinesi è emersa la disponibilità ad aderire, almeno alle linee di principio, alla piattaforma di rivendicazione che il comitato vittoriese presenterà alle organizzazioni sindacali di categoria perchè portino avanti la battaglia di risoluzione dei problemi che stanno soffocando quello che rappresenta uno dei settori basilari dell'economia siciliana. Il sindaco di Vittoria, Francesco Aiello, che fuori dalle competenze strettamente istituzionali si sta adoperando per la formazione di un fronte compatto di tutti gli agricoltori, trae un bilancio positivo della riunione pachinese. «Fino a ieri i produttori agricoli di Pachino si erano cullati dietro il marchio Igp. Oggi si stanno rendendo conto che le promesse fatte loro al momento del conseguimento del marchio non rispondono alla realtà.

Mi rendo conto che la situazione dell'agricoltura siciliana non è di facile soluzione e non è una condizione congiunturale. Tutte le politiche, quindi anche quelle territoriali risentono dello sconvolgimento di tre elementi che sono determinati della crisi. Tra questi la politica, anticipata di 7 anni,dell'apertura dei mercati mediterranei dell'ortofrutta. Tutto questo senza controlli e garanzie, nemmeno quelle sanitarie (le più importanti)». Come afferma Aiello, sono saltati i contingenti e le quote d'ingresso al mercato. «Tutto questo sovverte il flusso regolare della commercializzazione e crea le condizioni per un disastro. Le aziende non sono accompagnate da misure legislative appropriate». Non sono mancate le critiche verso le nuove misure come Agenda 2000. «Basti pensare che delle 1200 pratiche finanziabili, ne sono state approvate finora solo 200. Di queste la provincia di Siracusa ne vanta solo 14». Un aspetto particolarmente delicato della sofferenza del comparto agricolo è che la recessione economica, di fatto, comporta (per chi cerca di tamponare nella speranza di potersi risollevare) il ricorso all'usura.

maria teresa giglio
Fonte: LaSicilia.it il 02-10-2004 - Categoria: Economia

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