Il Festival diventa Pachino Cinema

PACHINO - Sarà sempre terra di frontiera. Lo sarà ancora Pachino, con la kermesse internazionale, diretta da Nello Correale e realizzata in collaborazione con il Cinecircolo «Baia delle Tortore», presieduto da Turi Pintaldi. Lo sarà per una serie di contingenze geografiche (i due mari che si incontrano, il Mediterraneo a sud e lo Jonio ad est), per i suoi generosi segreti - la grotta di Calafarina, il borgo marinaro arabeggiante e il tableau vivant settecentesco di Palazzo Villadorata - per l'immane eno-operazione di export, per il doc acquisito e trattenuto con orgoglio, per una storia letteraria che comincia con Vitaliano Brancati. Incisi che servono a rendere l'idea di un progetto che segnerà, quasi certamente, una svolta culturale. Si parla di cinema, la rassegna è quella felice intuizione a più mani che è appunto il Festival Internazionale del Cinema di Frontiera e che, in futuro, potrebbe chiamarsi semplicemente «Pachino Cinema». Con la partecipazione al bando regionale, la festa, per dirla con Pintaldi, si trasformerebbe in un acuto osservatorio, vigile tutto l'anno. Il finanziamento coprirebbe a sufficienza le spese, autorizzando la legittima accezione di priorità dell'evento che, nelle edizioni passate, ha lasciato un po' l'amaro in bocca nonché un elenco di richieste disattese.
Di anno in anno, si registrarono assenze eccellenti, Pintaldi ne parla adesso con serenità, ricordando il dietro-front inaspettato del comune di Portopalo, che, lamentò un debole ritorno di stampa e flebili ricadute sul territorio. Pintaldi smentisce, rammentando una premiazione in pompa nel piccolo centro e la proiezione di cult-movie di rada fruizione. L'ultima edizione ha rimediato il forfait del Ministero, che solo lo scorso anno aveva sborsato 5 mila euro.

Se è vero che non era una gran cifra, perlomeno stava ad una dimostrazione precisa rispetto ad un'intenzione benevola. L'Ap invece è sempre stata lo sponsor numero uno della manifestazione, ma il sostegno di questa estate doveva anteporsi, suo malgrado, alle consultazioni elettorali. Riconfermato il leader, Bruno Marziano, l'allestimento del festival fu governato da un input che dettava tempi brevi, brevissimi. E intanto l'organizzazione, senza certezza alcuna, aveva già operato la scelta di una decisa protesta civile, con registi, attori e produttori a dare man forte. Si pensava di ridurre le proiezioni a sole due giornate piuttosto che sette, alla fine le visioni furono confermate per l'intera settimana. «Rimaneva sempre il problema del budget - racconta Pintaldi - la protesta non si fece e il comune di Pachino investì 8 mila Euro. Nel nuovo progetto le cifre lievitano, «Cinema Pachino» potrebbe utilizzare qualcosa come 839 mila 500 Euro. Il festival internazionale costituirebbe l'ottimo precedente, a cui poi si aggiungerebbe un contesto articolato che partendo da un premio intitolato a Vitaliano Brancati, per la migliore sceneggiatura, istituirebbe una medioteca, con un aggiornatissimo archivio sulle foto di set cinematografici, realizzati in loco (da Salvatores a Tornatore). «Arrivai a pensare che ci fosse in atto un complotto culturale - confida Pintaldi - Riflettevo sulle iniziative più importanti della provincia, convenendo su un punto: tutte avevano subìto la stessa sorte». Dal Sikula Raggae Festival a Le notti di Giufà. Queste ultime scomparvero e il tempio del raggae della cultura rasta e pacifista, a Rosolini, fu duramente osteggiato (la cronaca lo documentò) dalle forze dell'ordine.

Veronica Tomassini
Fonte: LaSicilia.it il 16-10-2003 - Categoria: Cultura e spettacolo

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PACHINO (PROMONTORIO) CINEMA (GLOBALE)

Potrebbe essere, forse, in realtà lo sintetizza e lo armonizza alla sua storia. Storia vera. Storia di donne e di uomini che fin dagli albori della presente umanità locale hanno trovato in questo sito armonia con la natura più pura. I primi abitatori abitavano a Corruggi e provenivano dal medio oriente più profondo: semiti. Aborigeni giganteschi, forse parenti dei ciclopi: i lestrigoni. Mentre piccoli elefanti (Hidruntinus) si aggiravano quieti nella vasta pianura di Respensa. Ma chi la pensa?. Pachino Promontorio. Carico di storia e di eventi ma senza una vera storia ufficiale. Negletta, abbandonata, lontana: isola nell'isola. Vicende vicine e lontane rimandano al suo totale isolamento: intenso. Profondo ancestrale,totale. Poi una fase nuova. Stanca ma manca il senso dell'avventura: è la sua natura???? Impenetrabile alle vicende ufficiali nazionali e locali stenta, tenta. Improvvisamente un giorno si apre un sipario. Arrivano gli attori. I flasches della macchina da presa creano l'intesa, solidale, locale. Iniziano le eterne attese della comparse: sparse : ma perse in quel perenne pensiero di poterlo bucare: lo scermo. Per guadagnare 70 mila lire passano li tutta la giornata. Ma gioscono, sono felici. Sono festanti e allegri e ad ogni comando del capo-troupe corrono come lepri. Un autobus pieno di pachinesi e una famiglia di Rosolini partecipano con grande entusiasmo all'avventura:pura. Le comparse erano piu' di ottanta. Fra tutti giganteggiava la figura di Giovanni Armone un vero amicone: di tutti. Si intratteneva a parlare con lo schivo Gian Maria Volontè che in quel film interpretava la parte principale del Giudice. Ma era dura in quel tempo (89). I cinema locali avevano chiuso tristemente i battenti. E volgendo indietro il pensiero al cinema pensi: chi non ricorda le serate estive all'arena all'aperto di via Unità??? E chi ha qualche anno in più non può, certo, dimenticare l'arena Cinema del Popolo: che è lo spiazzo dove ora è sita la Posta Centrale di Pachino. Ora il cinema e il teatro si fà come attori e comparse di Pachino. E auguro grandi soddisfazioni e nuovi traguardi a Sebastiano Cimino che come attore teatrale porta, come fece a suo tempo Vialiano Brancati come scrittore e sceneggiatore, alto il nome di Pachino. Inizia l'avventura. Il primo cortometraggio è di Giuseppe Ferrara, Regista toscano di Castel Fiorentino, che lo gira nel 1963. Si intitola: "Le streghe a Pachino". Viene proiettato sugli schermi di Rai 3,naturalmente, molti anni dopo. Poi l'episodio del film Kaos, tratto dalle novelle, di Pirandello e la Regia dei Fratelli Taviani, anche loro Toscani, di Pisa. Dove, per la prima volta, le scene dell'episodio "dell'altro figlio" vengono girate nell'ambiente unico della piazzetta R.Margerita di Marzamemi. Correva l'anno 1983. Con il film Porte Aperte, tratto da un libro di Leonardo Sciascia, e con la regia di Gianni Amelio nel 1989, il cinema si apre al territorio e si interessa dei feudi e alle Masserie locali. La storia si svolge a Palermo. Il soggetto è la "pena di morte" nel periodo fascista. Nel Promontorio si gira la scena finale[Feudo Roveto Vendicari] quando il Giudice che non l'ha voluta applicare (La pena di morte) viene trasferito in una lontana Pretura della provincia siciliana e si ferma a casa del giurato che aveva condiviso le sue convinzioni. Arriva, nella Masseria, nel giorno del matrimonio della figlia del suo amico giurato. Subito dopo, nello stesso anno, una troupe americana gira alcune scene in zona. L'unica comparsa di Pachino è Emanuele Mario Nobile e il suo fierissimo cavallo e l'immancabile carrozzino. Il film si intitola: Donna d'Onore. Poi il salto epocale. Il grande cinema si interessa di Marzamemi come set totale. La sua piazza e le sue viuzze, ventose sotto grecale, diventano set totale. I suoi spazi,oramai urbani, che provengono dalla tradizione propriamente feudale sono ancora là: malconci,da restaurare. Ma sono preziosi e meravigliosi sotto la luce aerale e l'intensa fotografia della macchina da presa del Regista Salvatores che vi gira le parti principali del suo bellissimo film: "Sud". Correva l'anno 1992-93. Successivamente è la volta del Tornatore. Grandissimo regista siciliano con un altro film di cui ora non mi ricordo il nome( ). Ma che con il suo film più bello in assoluto: "Nuovo Cinema Paradiso" sembra aver voluto rievocare e sintetizzare la vera storia e la totale importanza del cinematografo in Sicilia e a Pachino.
Che dire. La felicissima intuizione di istituire Il Cinema Internazionale di Frontiera è stata ed è una grande bella cosa per Pachino per Portopalo e per tutto il territorio. Un gran merito và ai suoi organizzatori e alla Associazione "Baia delle Tortore": che io insisto a rititolare "Baia dei Colombi". Ma non per spregio: ma per prestigio della giusta traduzione arabo-popolare. Dalla intervista di Salvatore Pintaldi si avverte chiaramente che per una serie di circostanze di contorno ha avuto la sensazione di trovarsi all'interno di una fase di accerchiamento politico locale e zonale che volesse specificatamente determinare la chiusura di quella entusiasmante e bellissima esperienza e di questa importantissima manifestazione locale. Secondo me non si possono fare neanche i paragoni con il taglio e l'oggetto delle manifestazioni dei Comuni vicini(Giufà e e Sikuka). Altra storia. Altro taglio di pubblico e di spettatori.
Questa manifestazione (di frontiera) nel giro di pochi anni ha assunto per la valenza delle presenze degli attori presenti e per i contenuti presentati nella manifestazione un prestigio che travalica l'ambito regionale e nazionale e diventa e si configura a taglio internazionale.Questo evento ha creato un circuito virtuoso di ritorno di immagine per tutto il territorio: compreso il Comune di Portopalo di C.P.. Quello che lascia l'amaro in bocca è questa sensazione di totale scoramento che a tratti si sente viva nell'intervista di Salvatore Pintaldi. Comunque ampiamente superata: l'attesa del risultato politico che blocca ogni programmazione. Si avvertono i reconditi scintillii di durlindane e spade prodotte dalle scaramucce cinematografiche locali. Intentate dai guefi e dai ghibellini locali. Ma tutto ciò è normale: rientra nei parametri fissi della nostra storia locale, regionale e nazionale. Ma una cosa, però, deve essere chiara agli organizzatori e alle amministrazioni locali. Che quando c'è qualcosa di buono e produttivo per tutti e bene avere un moto proprio di auto-considerazione è dunque di non fare un karakiri generale. Un pò di amore proprio impone, in determinate circostanze, di fronte a fenomeni ecumenici e popolarmente condivisi e riconosciuti di prenderne atto e spunto per alzare insieme, all'unanimità, il cartello dei "valori condivisi locali". Il cinema di Frontiera è diventato questo!!!!! Valore condiviso da tutti!!! Perchè la sua fama e il suo prestigio è un valore di ritorno culturale ed economico turistico e produttivo per tutto il territorio del Pachino Promontorio.
Mi permetto di invitare, cortesemente ed amichevolmente, il carissimo Sindaco di Portopalo e la sua giunta di riconsiderare la partecipazione a questa importante manifestazione del Promontorio: ne vale la pena!!!!I Portopalesi Le saranno grati.
Cordiali Saluti. Spiros
ACCERCHIAMENTO CULTURALE



Le ultime vicende, relativamente a manifestazioni ed eventi culturali nella zona sud della provincia, costituiscono un fortissimo segnale d’allarme per la collettività di tale zona. Anzi, più che un segnale d’allarme, a volte esso si configura come un grido disperato, alla ricerca d’aiuto. Veniamo al punto. Nei comuni di Noto, Pachino, Portopalo e Rosolini, in questi ultimi anni, si sono messi in evidenza gruppi di persone, spesso giovanissimi, che con molta fatica, entusiasmo e voglia di fare, sono riusciti a creare, dal nulla, eventi musicali e culturali che, nel giro di poco tempo, hanno travalicato pure le frontiere regionali. Per essere ancora più chiaro, mi riferisco a “La Notte di Giufà” di Noto, kermesse musicale che, in una nottata di musica e allegria, attirava l’attenzione di giovani provenienti da ogni parte d’Italia, al “Festival del Cinema di Frontiera” di Marzamemi, manifestazione cinematografica di qualità, per fortuna ancora viva e sempre più forte, e al “Sikula Reggae Festival” di Rosolini, con un taglio musicale più netto, ma che anch’esso riusciva a veicolare, oltre stretto, un messaggio di qualità e libertà musicale di indubbio livello qualitativo. Per prima abbiamo assistito alla chiusura de “la Notte di Giufà” di Noto. Il sindaco, paventando problemi di ordine pubblico, che, ci pare, non sono mai stati tali, ha di fatto cancellato una manifestazione musicale che veniva ormai recensita regolarmente da “Repubblica” e da diversi periodici editoriali di settore. La verità è che la manifestazione dava fastidio a chi non poteva manipolarla a proprio piacimento e perché chi la frequentava e la godeva si potrebbe etichettare come di “sinistra”. Sono certo che gli spettatori del fenomeno musicale di Noto non sono così facilmente etichettabili, purtuttavia è palese come siano stati discriminati esclusivamente in base ad una ipotetica appartenenza, e non è un caso che ciò sia avvenuto appena cambiata la coalizione che amministra Noto. Stesso problema a Rosolini, un gruppo di ragazzi, un’associazione come l’Arci, storicamente di sinistra, riesce ad organizzare un evento musicale e di aggregazione che riesce a far convergere su un pezzo di terra dentro una cava, più di 6000 ragazzi provenienti da ogni dove. Sicuramente chi ha vietato i concerti saprà dare una ragionevole spiegazione, ma non convince l’ipotesi che sia solo un caso, alla luce di quanto sta accadendo in questo pezzo di Sicilia. Come quello che è avvenuto a Marzamemi. Una rassegna cinematografica, di indiscussa qualità, con un progetto culturale di evidente spessore, che ha registrato un notevole successo, si trova al centro di una battaglia politica. Anche a Marzamemi, infatti, come negli altri due casi, la gestione organizzativa viene etichettata come di sinistra e pertanto osteggiata in ogni modo. Anche in questo caso si nota come si sia tentato di tagliare le gambe alla manifestazione. Certo non potevano inventarsi problemi di ordine pubblico o di protezione civile, hanno lavorato su un altro fronte. Hanno fatto si che non si svolgesse a Portopalo, non si è capito perchè, hanno messo in forse i finanziamenti, hanno minacciato che, in caso di vittoria del centrodestra, non sarebbe arrivato un centesimo dalla provincia. Il ministero dei beni culturali, che l’anno passato con eclatante risonanza aveva posto il proprio sigillo all’evento, quest’anno non ha sborsato un euro. Purtroppo per loro la trappola non ha funzionato, ha vinto il centrosinistra, la manifestazione si è fatta lo stesso, ha avuto successo e il fatto che a distanza di un mese sia stato finanziato un'altra rassegna cinematografica, che sembra solo in competizione con la prima, senza peraltro saperne seguire le orme, non modifica la vittoria della qualità contro l’approssimazione. La nuova rassegna non si capisce a cosa serva, ha un filo conduttore nebuloso e senza alcun collegamento con il nostro territorio e sembra proprio quello che è: un inutile tentativo di contrapposizione al festival del cinema di frontiera.
Questo è ciò che si è verificato e si sta verificando a Pachino e negli altri comuni della zona sud della provincia siracusana. Un accerchiamento culturale volto a soffocare qualsiasi manifestazione artistica e della libera creatività che i signorotti locali del centrodestra non capiscono e non digeriscono. Ormai è palese, al di fuori di ogni dubbio, che si devono costantemente tenere in apnea i gruppi e gli individui che riescono a esprimere la propria libertà di pensiero associandola a manifestazioni artistiche. D’altro canto i politici di destra del nostro territorio non fanno altro che scimmiottare la politica di censura che, a livello nazionale, così tanto è gradita al grande capo. Inoltre così facendo si suppone di potere bloccare la crescita e lo sviluppo di fenomeni di comunicazione che sicuramente danno fastidio a chi oggi detiene il potere. Non è un caso che la stessa storia si sia ripetuta nei diversi comuni della zona sud. La zona sud è ormai considerata patrimonio indisponibile dei sottosegretari e dei capetti che si ramificano da essi. E questa convinzione unita ad una scarsa reattività della collettività locale rende tutto troppo facile. Per questo noi solidarizziamo con gli amici di Rosolini per i fatti del S.R.F., con quelli di Noto per l’assenza delle “Notti di Giufà”, con gli amici di Marzamemi per gli attacchi che ricevono da Pachino e da Roma. Per questo chiamiamo a gran voce tutti coloro che sono interessati a rompere questo accerchiamento e ad affermare la libertà d’espressione e di pensiero, anche quando non gradita. Tutte le forze politiche, i movimenti, le associazioni, i circoli e le singole persone che hanno voglia che nel nostro territorio si confermi e si affermi quel rinascimento culturale e artistico, da sempre preludio di quello sociale. Ognuno deve far sentire la propria voce, nelle istituzioni, per strada, sui quotidiani, per radio, su internet e con ogni mezzo ritenuto opportuno. Non lasciamo che cose di questo genere ci scivolino addosso senza reagire, oltre alla resistenza dobbiamo riuscire a mutare l’orientamento dell’opinione pubblica, affinché non sia più consentito zittire migliaia di giovani e di uomini liberi.
The Total Cinema in Pachino Cape. It could be, perhaps, in truth it synthetizes it and it harmonizes it to its history. True history. History of women and men who since the albori of the present local humanity have found in this situated harmony with the purer nature. The first abitatori lived to Corruggi and came from the deeper Middle East: Semites. Giganteschi aboriginals, perhaps relatives of the ciclopi: the lestrigoni. While small elephants (Hidruntinus) went around themselves quiet in the immense plain of Respensa. But who thinks it. They soothe Cape. Cargo of history and events but without one true official history. Negletta, abandoned, far: island in the island. Near and far vicissitudes send back to its total isolation: intense. Deep ancestral, total. Then one new phase. Tired but the sense lacks the adventure: it is its nature? Impenetrable to the national and local official vicissitudes it finds it hard, tries. Without warning a day a sipario is opened. The actors arrive. The flasches of the taken machine from they create the understanding, loyal, local. They begin the eternal waits of the appearances: scattered: but lost in that perennial thought of being able to bucare it: the scermo. In order to earn 70 mila Liras they pass all to them the day. But gioscono, they are happy. They are festanti and allegros and to every commando of the head-troupe run like lepri. A full bus of pachinesi and a family of Rosolini participate with great enthusiasm to the avventura:pura. The appearances were piu' of eighty. Between all giganteggiava the figure of Giovanni Armone a true one amicone: of all. It was entertained to speak with the schivo Gian Volontè Maria who in that film interpreted the main part of the Judge. But it was hard in that time (89). The local cinemas had closed the clappers sadly. And turning behind the thought to the cinema tasks: who does not remember the summery evenings to the arena to the open of via Unit? And who has some year in more cannot, sure, to forget the arena Cinema about the People: that it is the spiazzo where hour the Mail is situated Centers them of Soothes. Hour the fà cinema and theatre as actors and appearances of Soothe. And I augur great satisfactions and new goals to Sebastiano Cimino that like teatrale actor door, as it opportunely made Vialiano Brancati like writer and scripteriter, high the name of Soothes. It begins the adventure. The first cortometraggio is of Giuseppe Ferrara, from Tuscany Director of Castel Fiorentino, than it turns it in 1963. Intito it: " The witches to Soothe ". She comes projected on the screen of RAI 3, naturally, many years after. Then the episode of the Kaos film, drawn from novels, of Pirandello and the Direction of the Taviani Siblings, also From Tuscany they, of Pisa. Where, for before the time, the scenes of the episode " of the other son " come turns in the only atmosphere of piazzetta the R.Margerita di Marzamemi. Year 1983 ran. With the film Opened Doors, drawn from a book of Leonardo Sciascia, and with the direction of Gianni Amelio in 1989, the cinema is opened to the local territory and it is interested of the feudi and to the Masserie. The history is carried out to Palermo. The subject is " the capital punishment " in the fascist period. In the Cape the scene finale[Feudo Roveto Vendicari is turned ] when the Judge who does not have intentional to apply it (the capital punishment) comes transferred in a far Pretura of the sicialian and firm province to house of the juror who had shared its convictions. It arrives, in the Masseria, the day of the wedding of the daughter of its sworne friend. Endured after, in the same year, troupe an American turns some scenes in zone. The only appearance of Soothes is Emanuele Noble Mario and its fiercest horse and the immancabile carrozzino. The film intito it: Woman of Honor. Then the epochal jump. The great cinema is interested of Marzamemi like set total. Its public square and its alleys, ventose under grecale, become set total. Its spaces, at this point city, that they come from the properly feudale tradition are still here: in a sorry state, to restore. But they are precious and wonderful under the light aera they and the intense photography of the taken machine from of the Salvatores Director who turns you the main parts of its beautifulst film: " South ". Year 1992-93 ran. Subsequently it is the time of the Tornatore. Greatest sicialian director with an other film of which hour not me memory the nome(). But that with its beautifulr film in absolute: " New Cinema Paradise " seems to have intentional to recall and to synthetize the true history and the total importance of the cinematografo in Sicily and to They soothe. That to say. The happiest intuition to institute the International Cinema of Frontier has been and is a great beautiful thing for Soothes for Portopalo and all the territory. A great và merit to its organizers and the Association " Bay of the Tortore ": that I insist to rititolare " Bay of the Doves ". But not for spregio: but for prestige of the just Arab-popular translation. From the interview of Salvatore Pintaldi it is perceived clearly that for a series of contour circumstances it has had the feeling to find itself to the inside of a phase of local and zonale political encirclement that it wanted specifically to determine the closing of that entusiasmante and beautifulst experience and this most important local manifestation. According to me the cut and the object of the manifestations of the Common vicini(Giufà and and Sikuka cannot be made neanche the comparisons with). Other history. Other cut of public and spectators. This manifestation (of frontier) nel.giro.di little years has assumed for the valence of the presences of the present actors and for the contents it introduces in the manifestation a prestige to you that travalica the regional and national within and becomes and event is shaped to internazionale.Questo cut has created a vituous circuit of return of image for all the territory: comprised Common of Portopalo of C.P.. What it leaves the bitter in mouth it is this feeling of total scoramento that at times is felt lives in the interview of Salvatore Pintaldi. However wide exceeded: the wait of the political result that blocks every programming. Durlindane and the swords produced from local the cinematographic skirmishes are perceived recondite scintillii of. Intentate from the guefi and the local Ghibellines. But all that is normal: it re-enters in the fixed parameters of our local, regional and national history. But one what, but, must be clear to the organizers and the local administrations. That when is something of productive bond and for all and to have a car-consideration motion well just it is therefore not to make a karakiri general. A love Pò just imposes, in determined circumstances, of forehead to ecumenici phenomena and popularly you flavored yourself and recognized to take of to action and cue in order to raise with, to the unanimità, the trust of " the values you flavored yourself local ". The cinema of Frontier has become this!!!!! Value shared from all!!! Why its reputation and its prestige are a value of tourist and productive cultural and economic return for all the territory of Pachino Cape. I allow myself to invite, kindly and friendly, the most expensive Mayor of Portopalo and its committee to reconsider the participation to this important manifestation of the Cape: of it it is worth pena!!!!I the Portopalesi Them will be grates. Cordial Salutes. Spiros ps. One encloses situated of the film the OPEN DOORS
A cinematographic review, of indiscussa quality, with a cultural plan of obvious thickness, that happening has recorded a remarkable one, is found to the center of a political struggle. Also to Marzamemi, in fact, like in the others two cases, the organizational management comes labeled like of left and therefore osteggiata in any case. Also in this famous case as it has been tried to cut the legs to the manifestation. Sure problems of public order could not be invented or of civil protection, they have worked on an other forehead. They have made that it was not carried out to Portopalo, has not been understood why, they have put in perhaps the financings, have threatened that, in case of Victoria of the centrodestra, cent from the province would not have arrived. The ministry of the cultural assets, than l?anno passed with eclatante resonance had placed just seals all?evento, quest?anno has not disbursed a euro. Unfortunately for they the trap has not worked, has gained the centrosinistra, the manifestation has made the same one, has had succeeded and the fact that at a distance of a month it has been financed an other cinematographic review, that it seems alone in competition with before, without moreover to know some to follow the tracks, not modification the Victoria of the quality against l?approssimazione. The new review is not understood to what servant, has a thread cloudy conductor and without some connection with our territory and seems just what it is: a useless attempt of contrast to the festival of the frontier cinema. This is that that has been taken place and it is being taken place to Soothe and in the other common of the zone south of the siracusana province. A cultural encirclement face to suffocate whichever artistic manifestation and of the free creativity that the signorotti local of the centrodestra they do not understand and do not digest. By now he is evident, to outside of every doubt, than the groups and the individuals must constantly be held in apnea that succeed to express the own freedom of thought associating it to artistic manifestations. D?altro song the politicians of right of our territory do not make other that to scimmiottare censorship politics that, to national level, therefore a lot is appreciate the great head. Moreover therefore making he supposes himself of being able to block the increase and the development of communication phenomena that sure give annoyance to who today stop the power. It is not a case that the same history has been repeated in various common of the zone the south. The zone south by now is considered indisponibile patrimony of the undersecretaries and the capetti that ramificano from they. And this conviction joined to a insufficient reactivity of the local collectivity renders all easy too much. For this we solidarizziamo with the friends of Rosolini for the facts of the S.R.F., with those of Famous for l?assenza of the?Notti of Giufà, with the friends of Marzamemi for the attacks that they receive from Soothe and from Rome. For this we call to great voice all those who are interested to break off this encirclement and to assert the freedom d?espressione and of thought, also when not appreciate. All the political forces, the movements, the associations, the circles and the single persons whom they have want that in our territory confirmations and that cultural and artistic rinascimento is asserted, from always prelude of that social one. Everyone must make to feel the own voice, in the institutions, for road, on the daily paper, for radio, on half thought every Internet and with opportune. Not lasciamo that things of this kind slip to us lean without to react, beyond in the resistance we must succeed to change l?orientamento public dell?opinione, so that it is not more concurred to be silent migliaia than young and of free men. (Uazzamarava!!!)