Il diritto di cittadinanza secondo "I Pachinesi"

PACHINO - Domani sarà in edicola con il nostro quotidiano un nuovo numero de «I Pachinesi», con una veste completamente rinnovata: al fine di garantire una qualità di stampa più elevata e una migliore maneggevolezza, abbiamo infatti cambiato formato e stile grafico del free press. In questo primo numero con il nuovo look il giornale mette in primo piano il tema dell' immigrazione. La nostra Valeria Drago, infatti, nel pezzo intitolato Pachino, una città multirazziale, ci racconta come per rendersi conto del numero degli immigrati presenti nella nostra città - senza badare alle cifre ufficiali che parlano di poco più di trecento presenze - basta passeggiare, alla sera, per piazza Vittorio Emanuele: proprio a causa di questa massiccia presenza i pachinesi hanno abbandonato il salotto buono della città. Parlando con gli stessi immigrati e con le associazioni che si occupano del problema emerge che se non ci registrano fenomeni di razzismo, ci sarebbe comunque bisogno di cambiare la mentalità che vede gli extracomunitari come un problema e considerarli invece una risorsa. Proseguiremo, poi con il consueto appuntamento dedicato all'incontro con i nostri amministratori :Salvatore Marziano, nel pezzo intitolato I tre gemelli della consigliera Ignaccolo, ci parla di questa donna che è riuscita ad affermarsi nel lavoro - è insegnante - e in politica, senza mai dimenticare di essere anche moglie e madre. E che si dichiara orgogliosa dei suoi figli, tutti universitari.

Lo scrittore Corrado Di Pietro ci parlerà poi de l'equinozio e le luminarie di San Giuseppe, spiegando come i fuochi costituissero veri momenti di socializzazione e di festa in cui tutti uscivano di casa, donne e bambini, portando qualche oggetto di legno o di carta da bruciare. Rosario Ardilio, poi, ci parlerà di Un amante dell'arte in stile reggae, ossia Turi Pintaldi, che ha contribuito moltissimo a far crescere le attività culturali del nostro territorio. A soli vent'anni ha infatti fondato un circolo d'arte nella casa di suo padre e a cinquanta ha contribuito alla creazione del Festival Internazionale del Cinema di Frontiera, manifestazione che ha riscosso un enorme successo. Concluderemo con le immagini, con le consuete Cartoline da Pachino e Le vostre istantanee. Vi ricordiamo che le vostre foto vanno consegnate a Pippo Spiguglia o inviate, come anche qualunque altra comunicazione o articolo, all'indirizzo e-mail melamedia@tiscali.it. Chiudiamo rammentandovi che il prossimo numero del nostro free press, sarà in edicola, sempre gratuitamente, col quotidiano La Sicilia il prossimo quattro aprile.
Fonte: LaSicilia.it il 20-03-2004 - Categoria: Cultura e spettacolo

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"I pachinesi". Veicolo di frasi e idee, analisi della realtà locale, con sfondo a carattere razziale, demagogico e sopratutto false e non vere.....leggiamo...

"proprio a causa di questa massiccia presenza i pachinesi hanno abbandonato il salotto buono della città"


L'abbandono del salotto buono parte agli inizi degli anni 90.Come ho cercato di spegare in passato, l'abbandono del centro parte sopratutto dalla esigenza di avere due tre macchine a famiglia...Sommato alla inadeguatezza strutturale e di programmazione anche delle migliori tradizioni amministrative locali( dalla Valle D'aosta alla Sicilia) a scala nazionale. Ed è un processo che non ha nulla a che fare con la presenza degli immigrati che, ricordiamolo, sono i pilastri veri della produzione "capitalistica" ( manodopera e salario) locale. Vedi le aziende agricole private. Politica agraria introdotta con l'accorpamento e la riconfigurazione fondiaria voluta dai processi e dalle leggi europee in materia di dimensione aziendale. Se non ci fossero state le cooperative: Aurora,Sicilserra,Faro, ecc..ecc.. Anche i piccoli produttori, con dimensioni aziendali che si attestano intorno all'ettaro o due, sarebbero stati travolti dalla nuova dimensione imposta dai processi e dai mercati europei e globali....Attribuire a queste persone(immigrati) lo spopolamento del salotto buono è vergognoso!! Non solo questa frase non corrisponde alla verità: ma è una ingiusta e razzistica analisi che non si può, assolutamente, condividere. Altra cosa è l'immigrazione clandestina: che è fortemente presente nel territorio locale,regionale e nazionale. Ma questo è un altro discorso.Allah kabir...Spiros

Il Giardino dei Miti di Paolo Morando

Ho ricordi abbastanza precisi sulla bella circostanza che portarono,allora, Salvatore Pintaldi ad aprire al Portico la galleria d'arte omonima. In particolare, ricordo, la presenza di Paolo Morando come pittore emergente della galleria. Le sue tele, grandi, raffiguravano icone classiche. Velate e soffuse luci ed ombre che nel profondo trasmettevano inquietidutine e narcisistica padronanza della classicità. Era il tempo quando sospinti da una irrefrenabile voglia di mare e di ricerche in apnea, con mio cugino, andavamo quasi tutti i pomeriggi, dopo l'imperversare per giorni del ponente, a ricercare cocci d'anfora al Porto di Ulisse. Cocci piccoli di anfore insignificanti per chi non ha occhi. Ma nello stesso tempo significanti di una diretta relazione con l'evocazione del mito classico greco che leggevo nelle tele di Morando. E lo raffiguravo e ricercavo con quello che c'era nella memoria storica e dei reperti nel nostro territorio. Apprezzavo molto chi dava un valore a queste piccole schegge d'anfora e di cocci. Mentre, dispezzavo, per la sua ottusa ignoranza, chi non gli attribuiva lo stesso valore che gli davo io. Ho fatto dono di questi cocci ad alcune (poche) mie compagne di liceo che apprezzavano molto questi piccoli doni. Ci ha unito da allora, con queste ragazze, ma oggi mature donne, che per me sono e considero come sorelle, un comune sentire sui valori della classicità e della bellezza oggettiva. Ricordo con fresco ed immutabile affetto, da allora, queste circostanze queste memorie e questi ricordi. E ne conservo con immutabile affetto il perenne e cordiale ricordo.... Salvatore Pintaldi, con l'apertura di quella galleria d'arte è stato cerniera e condensatore di questo legame inscindibile di affetto e memoria evocativa del mito classico a Pachino. E della grecità riscontrata in età giovanile in quei cocci d'anfora...almeno per me... Grazie... Cordiali Saluti. Spiros