Il Consorzio pomodoro di Pachino insiste: «No alla riserva dei Pantani»

Il Consorzio pomodoro di Pachino insiste: «No alla riserva dei Pantani» PACHINO - Sul piede di guerra il consorzio di tutela Igp pomodoro di Pachino, contro il decreto regionale che istituisce la riserva dei Pantani. Decreto, tra l'altro, pubblicato venerdì sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana. L'oasi, chiaramente, non è vista bene dai vertici e dai soci del consorzio, per le limitazioni che la sua istituzione finirebbe per comportare sull'agricoltura locale. E' per questo che il presidente del consorzio, Sebastiano Fortunato, ha convocato sabato scorso una riunione per ribadire l'intenzione di non accettare passivamente il dispositivo regionale. «C'è in gioco - ha commentato Fortunato - il futuro di un comparto agricolo seriamente minacciato dalla crisi economica e attualmente l'unico a garantire posti di lavoro e profitti per la comunità locale». Dello stesso avviso il direttore del consorzio Salvatore Chiaramida: «Si profila una guerra lunghissima di competenze e di carta da bollo che il consorzio vede in modo preoccupato come un ulteriore disincentivo a investire nell'agricoltura di qualità». Il punto è che nei 2.500 ettari di riserva si potrà continuare a coltivare, anche in modo intensivo, ma con limitazioni che fanno capo, soprattutto, ai criteri di agricoltura biologica.

Se da un lato, quindi, sarebbe auspicabile una agricoltura totalmente biologica, dall'altro lato gli agricoltori non sono sufficientemente protetti e incentivati per un criterio di coltivazione biologica, che risulta a tutt'oggi molto oneroso e quindi non apprezzato da tutti gli imprenditori agricoli. Il consorzio, tuttavia, si lamenta, in modo particolare, della mancata concertazione tra tutte le parti interessate prima di emettere il dispositivo di istituzione della riserva. «È un dispositivo giuridico - continua Fortunato - totalmente astratto, emanato in solitudine senza sentire i pareri delle parti in causa, calato dall'alto in conflitto con una lunga tradizione di incentivi a favore delle aziende agricole che nell'area pachinese hanno permesso il consolidamento dell'economia locale, ovvero basata sulla coltivazione in ambiente protetto di ortofrutta di qualità, parte della quale addirittura protetta da disciplinare ministeriale di Igp». E lamenta l'impossibilità di trovare margini di mediazione tra la direzione ambientalista e quella della coltivazione in serra con metodi tradizionali. La riunione si è conclusa con la decisione di stilare una relazione sui problemi più urgenti che assillano il comparto agricolo locale da sottoporre a Palermo e a Roma.

giorgio italia
Fonte: LaSicilia.it il 19-09-2011 - Categoria: Ambiente

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