PACHINO - "Pachino è ormai il luogo per eccellenza dell'antipolitica, dove si vivacchia senza alcun progetto, trincerandosi dietro il dovere di garantire un'amministrazione comunale solo per tirare avanti". E' così che si presenta l'ex vice sindaco Emanuele Rotta, esponente di primo piano di Alleanza Nazionale nel comune pachinese. "Credo che non ci siano più parole per spiegare la crisi che attanaglia il nostro comune - prosegue Rotta - poiché da parecchio tempo non si fa altro che assistere a cambi di assessori, dimissioni presentate, revocate, nomine e rinomine". Un andazzo che per l'ex vice sindaco determina la disaffezione dei pachinesi dalle tematiche politiche. "E' naturale che si formi questa lontananza dalla politica, - sottolinea Emanuele Rotta - bisognerebbe ridare la parola agli elettori poiché ormai siamo ad una situazione senza via d'uscita. Ma penso che alla fine si andrà avanti in questo modo fino alla scadenza naturale della legislatura poiché nessuno vuole cedere la fetta di potere conquistata. Continueremo quindi ad assistere alle ipotesi sul settimo assessorato, che diventa la valvola di sfogo per sperare in appoggi di singoli consiglieri. Insomma il ristagno più totale". L'analisi di Rotta segue di due giorni quella del segretario locale dell'Udc, Sebastiano Cicciarella che domenica si è scagliato contro il movimento civico Rinascita, reo, secondo Cicciarella, di aver causato il ristagno di Pachino. Un'ipotesi che il segretario centrista spiega con l'ininterrotta presenza nella maggioranza del movimento civico, da dieci anni a questa parte. L'Udc tuttavia si trova in una situazione non certo lineare, con una frangia (quella che fa riferimento proprio a Cicciarella) all'opposizione e un'altra che strizza l'occhiolino al sindaco avendo potuto esprimere alcune cariche, a cominciare dalla presidenza dell'Ato ad appannaggio di Carmelo Orlando che dell'Udc è parte integrante. E questa situazione ha creato non pochi mal di pancia nel partito centrista.

A questo proposito pare proprio che il sindaco abbia avuto dei contatti con una parte del gruppo consiliare dell'Udc, per cercare di trovare una maggioranza. Ma nel partito di centro della Casa delle Libertà le posizioni preponderanti sembrano quelle di chiusura a Barone. Insomma la "linea Cicciarella" è attualmente vincente nell'Udc pachinese, il che non fa presagire tempi tranquilli per una giunta che all'interno del civico consesso è sostenuta ufficialmente soltanto da nove consiglieri su venti. In tre anni di legislatura il sindaco è passato da un quasi monocolore di maggioranza, con diciassette consiglieri a sostenere la sua azione (tutto il centro-destra più Rinascita), all'attuale minoranza composta da Forza Italia-Rinascita-Uduer e Liberalsocialisti. E a Pachino, soprattutto all'interno di Alleanza Nazionale, non sono mancati i malumori e le accuse lanciate a Forza Italia che di fatto, con strategie al limite del teatro dell'assurdo, ha salvato a più riprese Barone e la traballante situazione che si sta trascinando tutt'oggi. Il riferimento è soprattutto al periodo in cui ci fu la dichiarazione di indipendenza dal partito forzista, da parte di consiglieri e assessori, per svincolarsi da obblighi di coalizione e garantire il supporto a Barone e alla sua squadra definita "ribaltonista". Dissidi che non si sono certo appianati, tanto più che An è da parecchi mesi ormai all'opposizione senza se e senza ma. E la sinistra? Per il momento può solo stare a guardare, trovandosi fuori dai posti istituzionali. Nulla si è più saputo del nuovo progetto dell'Ulivo pachinese che dovrebbe costituire l'alternativa a Barone alle elezioni comunali del 2006. Ma a quell'appuntamento manca ancora tanto, troppo tempo e nessuno, a cominciare dai Ds, ha intenzione di partire così da lontano rischiando di arrivare sfinito al momento che conta, quello delle elezioni amministrative. Meglio insomma godersi lo spettacolo dell'antipolitica attuale.

Sergio Taccone