III Comunicato: Mese Brancatiano

III Comunicato: Mese Brancatiano Si svolgerà domani, presso la sala convegni “Biagio Panascia” della Banca di Credito Cooperativo della città la presentazione del libro del professore Nunzio Zago dal titolo: “Brancati ed il vento di Pachino”. Il professore Zago è docente di lettere presso l’ateneo catanese ed è inoltre il direttore della fondazione “Bufalino” di Comiso. Relatori della conferenza saranno il professore Antonino Di Grado, docente di letteratura italiana presso la facoltà di lettere dell’università di Catania e la dottoressa Anna Carta. Il libro, commissionato dal comune di Pachino, spiega lo stretto legame tra lo scrittore e il suo paese natale, all’interno del testo inoltre il professore Zago ha inserito un’analisi critica dello scrittore, una nota bio-bibliografica di Brancati e dei racconti legati alla prima fase della scrittura brancatiana, tra cui il racconto intitolato “Il nonno”. La presentazione del libro, rientra nel quadro degli appuntamenti del “Mese Brancatiano”, un’iniziativa che l’amministrazione cittadina sta portando avanti con grande successo dall’inizio di questo mese. Le manifestazioni in onore di Brancati, si chiuderanno il 5 Novembre con la prima edizione del premio internazionale di giornalismo dedicato allo scrittore.
Silvestra Sorbera
Fonte: Silvestra Sorbera il 21-10-2005 - Categoria: Cultura e spettacolo

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di PAOLO FALLAI

Non solo la censura clericale, non solo quella Dc diventata "veramente un partito erotomane". Ci sono fronti inaspettati nella battaglia, rabbiosa e impotente, combattuta da Vitaliano Brancati nel 1952 dopo il divieto di rappresentazione della sua commedia La governante. Certo non è un provvedimento inaspettato da parte di quegli uffici - le stesse stanze, con gli stessi impiegati - che avevano ospitato la censura fascista del Minculpop, che in quegli anni vietano La mandragola di Machiavelli e Un tram chiamato desiderio di Tennessee Williams. Brancati dovrà combattere anche per pubblicare la commedia accompagnata dal suo saggio Ritorno alla censura , dalla freddezza di Valentino Bompiani a quella dell' entourage Einaudi che lo spingeranno a rivolgersi a Franco Laterza definendolo "il solo editore liberale, indipendente dal governo democristiano e dal sottogoverno comunista". A cinquant'anni dalla morte di Brancati, la fitta corrispondenza di quella stagione di solidarietà, a volte solo di facciata, dinieghi e pressioni, è raccolta in una mostra che aprirà a Roma il 23 marzo, curata da Annamaria Andreoli, grazie al materiale messo a disposizione dall'Istituto di storia dello spettacolo di Catania. Siamo nel gennaio del 1952, a Palazzo Chigi c'è il settimo governo De Gasperi, Moravia ha appena pubblicato Il conformista e nelle librerie degli Stati Uniti arriva Il giovane Holden di Salinger. Lo scrittore siciliano ha visto cadere le ultime speranze, dopo aver tentato di sottoporre il testo direttamente al "giovane Andreotti", sottosegretario allo Spettacolo che dirige gli uffici di via Veneto. Sarà lo stesso Brancati, in una conferenza tenuta a Firenze il 24 giugno di quello stesso anno e finora inedita, a ripercorrere le fasi della battaglia. Ma che commedia era La governante ? La vicenda è imperniata su Caterina Leher, governante francese assunta in casa Platania, famiglia siciliana e borghese trapiantata a Roma. Leopoldo, il patriarca, ha sacrificato la vita di una figlia, morta suicida, ai pregiudizi della sua morale. Caterina è calvinista e viene considerata da tutti un modello d'integrità. Vive però segretamente la propria omosessualità, una "colpa" a cui si aggiunge quella d'aver attribuito a una giovane cameriera dei Platania le proprie stesse tendenze, causandone il licenziamento. Caterina si sente responsabile della morte della ragazza, coinvolta in un incidente mentre tornava al Sud: un peccato che la governante deciderà di espiare con il suicidio. "La sostanza di questa vicenda - si sforzerà di dimostrare Brancati - è più la calunnia che l'amore tra due donne". Più il bigottismo culturale che la pruderie . Come ricorda Enzo Zappulla, che ha curato un prezioso saggio sulla censura subita da Brancati, contenuto nel catalogo della mostra (De Luca editore), raccogliendo corrispondenze e documenti, lo scrittore siciliano conosceva perfettamente certi meccanismi. Tre anni prima, nel 1948, Brancati è impegnato con Sergio Amidei nella sceneggiatura del film Anni difficili che il regista Luigi Zampa ha tratto dal suo romanzo Il vecchio con gli stivali . Il film ha qualche difficoltà nell'ottenere le autorizzazioni, ma Brancati racconta come la situazione si sboccò: "Seguendo una tradizione del nostro Paese era stato messo in tutta fretta tra i nomi degli sceneggiatori del film quello di un ragazzo che aveva assistito due o tre volte, con gli occhi imbambolati e in silenzio, alle nostre ultime sedute del lavoro. Questo ragazzo faceva parte del gabinetto del sottosegretario ed era suo amico". Quel ragazzo era Franco Evangelisti. L'episodio sarà citato da Brancati nel saggio "Ritorno alla censura" pubblicato insieme al testo della Governante , che pure avrà vita difficile. Valentino Bompiani non nasconde la sua perplessità sulla violenza dei toni: "(...) Come se tu andassi in via De Pretis o in via Veneto sputando in faccia a questo e a quello". Brancati gli propone di premettere una nota alle pagine per scindere le responsabilità. Ma Bompiani ribatte: "Io consento pienamente con te (...) ma proprio per questo, perché è necessario e importante difendersi dai soprusi e dagli attacchi alla libertà, non consento in quei modi e in quelle forme che sono essi stessi metodi di violenza". Brancati si rivolge a Einaudi, ma anche qui il saggio trova un'accoglienza fredda. Paolo Serini gli propone di ridurlo a una dimensione "più breve, più scattante, con meno digressioni storico-ideologiche e meno attacchi e "fatti personali". Penso come termine di riferimento alle tue deliziose ed efficacissime colonnine del Corriere ". Ma Brancati non vuole ridurre niente. A Laterza scriverà: "Il mio editore Bompiani ha preteso che io facessi dei tagli nella parte del pamphlet che attacca il neoministero della Cultura e l'editore Einaudi che facessi quegli stessi tagli più altri nella parte in cui si attacca il comunismo". Non meno ambigue appaiono le manifestazioni di solidarietà degli intellettuali. Luchino Visconti lo aveva apertamente messo in guardia: "Il nostro non è un Paese dove si possano liberamente rappresentare opere di così cruda e spietata polemica senza incorrere nell'anatema". Arrigo Benedetti apprezza il saggio ma della commedia sottolinea le situazioni "qua e là sgradevoli". Eugenio Montale esprime solidarietà a Brancati e loda la commedia "forte e nervosa", salvo aggiungere: "Era necessario che il vecchio fosse un siciliano e la governante una francese e per giunta calvinista?". Fino a Guglielmo Emanuel, direttore del Nuovo Corriere della Sera che tutto questo sdegno per la censura non lo condivide proprio e gli scrive: "Ella ha voluto affrontare un argomento che anch'io, qualora ne avesse trattato in un articolo per il giornale, avrei senz'altro censurato". Brancati è morto nel 1954. La governante è andata in scena per la prima volta a Parigi nel 1963. Ha debuttato in Italia il 22 gennaio 1965, abolita la censura, con Anna Proclemer e la regia di Giuseppe Patroni Griffi. Giulio Andreotti era ministro della Difesa del secondo governo Moro.

(Corriere della Sera del 12/03/2005)

Il vento di Pachino, di tutti


Pachum,Pachinos,Pakis,Pachino,Capo Passaro: abbondanza di vento, li comprende tutti.

Antico Promontorio che si modifica nel tempo, con la disgiunzione dell'isola dalla terraferma: luogo totale.

Propagine meridionale dell'Europa:anche di Vitaliano Brancati.

Un tratto che mi ha sorpreso molto, per l'europeismo in Lui riscontrata!

Come visione futuristica e avanzata per il tempo in cui sono state pensate e scritte detrminate cose.

Sicuramente, un moderno!

Precursore di costumi che si nascondevano e si nascondono nel formalismo astratto del vivere contemporaneo del tempo: ma che allunga, sicuramente, un filo rosso anche nel contemporaneo attuale.

Ma, un atroce dubbio mi assale sulla possibilità di potere verificare la stessa consistenza di quell'essere interiore candidamente e fortemente espresso dallo scrittore.
In relazione a una "pluralità di voci" che formano "il comune sentire","i costumi","le usanze","le abitudini","la cultura" e " gli usi e costumi di un popolo,di una nazione, del mondo!

In evoluzione costante che solca i confini dei "mondi": riducendone le distanze sensoriali,ma non quelle fisiche.

Relativismo o equilibrata, dubbiosa, visione della storia in un confronto serrato ma autonomo verso la possibilità oggettiva di potere ragionare, non secondo le categorie che si vorrebbero imporre,ma avere la libertà di potere essere terziari:rispetto alla destra e alla sinistra.

In fin dei conti, Vitaliano Brancati:era, sopratutto, questo!

Un tipo che se fosse ancora vivo: avrebbe o subirebbe sicuramente la censura da parte di qualche parte politica: se non di entrambe.

In parte e per alcune questioni formali questo avviene anche adesso.Pensandoci bene!!!

Forse,con molta modestia e senza nessun riferimento diretto, posso dicharare che in parte mi ispira molto come autore il Signor Vitaliano Brancati.

Ma, insuperabile: sublime...!!!

Dunque,
Vento di Pachino, come senzazione sensoriale e fisica che si manifesta nelle persone,negli individui,ovunque residenti!
Quante volte ho ascoltato il vento?

Ed il suo suono è diverso di luogo in luogo.

Sensazionale il mio ricordo da bambino del vento in un pomeriggio di maggio di moltissimi anni fà! Quando mi trovai,da solo,nei fabbricati di case di BonPalazzo.

Avete mai sentito quando il vento è lamentoso?

Quando dalle fessure delle porte passa quel fischio di vento, che collocato in un ambiente completamente privo di rumori, produceva sinistri suoni continui e lamentosi che possono indurre gli animi più coraggiosi a cominciare a riflettere sulla piccolatezza della tua persona fisica nei confronti dell'enormità e formidabile sensazioni magiche che il vento può produrre sulle persone.

Capace di produrre suoni diversi sfruttandone le velocità e la costanza o la varietà di direzione.

Sensazioni di fragorosi e normali e semplici ritratti Dushamp-iani che descrivono un passato dinamico che diverso per ognuno di noi (anche se ha la stessa grigia territorriale come base di partenza): ha la necessità di costruirsi un evoluto e candido,vagheggiato,amato,futuro;al vento, naturalmente!!!


Spiros