I veri «eletti» sono i tipografi

PACHINO - Sono centinaia i volantini, i programmi, i fac-simile delle schede elettorali che circolano in città, che vengono recapitati nelle case, che sono posti sotto le spazzole dei tergicristalli delle autovetture in sosta, o affissi sui muri e nella stragrande maggioranza fuori dagli spazi elettorali. Tutti invitano a dare il voto al candidato tizio o al candidato caio. Una mole di volti, simboli, slogan che bombardano le menti ormai offuscate dei cittadini pachinesi. Un eccesso pubblicitario che raggiunge l'elettorato e che si fa sempre più martellante con l'approssimarsi delle scadenze elettorali. Un forcing che i pachinesi sono costretti a subire già da qualche mese, dato che il primo appuntamento alle urne fissato per le elezioni politiche risale a più di un mese fa. Alle politiche seguirono le regionali, e domenica prossima sarà il turno del primo round delle comunali. Le strade sono piene di volantini di ogni tipo, e non c'è parete che non abbia conosciuto la colla dei manifesti. Negli spazi elettorali spesso intere pareti di carta sovrapposta ed appiccicata si stacca finendo pesantemente a terra. Gli operai comunali spesso sono impegnati a ripulire i cartelloni elettorali appesantiti da strati di carta e colla, salvo poi a constatare il giorno successivo che la situazione è uguale a quella del giorno prima. Ma qual è il costo di tutta questa enorme operazione propagandistica? Impossibile al momento tracciare un bilancio complessivo dato che i candidati, (aspiranti sindaci e consiglieri) hanno, nella gran parte dei casi dei conti aperti per dei materiali che giorno dopo giorno ordinano per aggiungere più forza alla loro azione pubblicitaria. La campagna elettorale per le comunali inoltre non è ancora terminata e domenica e lunedì ci sarà solo un giro di boa se, come è prevedibile, si verificherà un turno di ballottaggio.

Va considerato comunque che dietro ogni candidato c'è sempre una foto, e dietro ogni simbolo specialmente civico, un lavoro di elaborazione grafica. Poi la foto va nelle tipografie scelte dai candidati. A questo punto il costo è influenzato dalla carta utilizzata, dai colori, dal formato, dalle scritte. Scendendo nel dettaglio va considerato che un semplicissimo volantino che viene calpestato dal passante o peggio spazzato via dal netturbino sovraccaricato di lavoro addirittura appena qualche minuto dopo essere stato lanciato da una vettura in corsa con funzione di propaganda, ha un costo medio di due centesimi di euro, e, secondo quanto riferito da un campione di candidati al consiglio, ciascuno dei maggiori aspiranti dei 358 candidati non spende meno di mille euro in azione pubblicitaria. A questo va poi aggiunto che i partiti in lizza, (concorrono 19 partiti), hanno deciso di propagandare la lista, il simbolo, e dotare ciascun candidato di un bagaglio pubblicitario minimo, per almeno 2-3 mila euro di spesa. Capitolo a parte meritano i candidati a sindaco. Ogni manifesto murale a misura standard infatti ha un costo pari ad un euro cadauno, e ciascuno dei quattro candidati a sindaco a primo turno potrebbe arrivare a superare i dieci mila euro di soli manifesti, a cui vanno aggiunte spese per attacchini e volantinaggio ecc. A dotarsi di manifesti spesso sono anche i candidati al consiglio che non si distinguono certo per tirchieria. Insomma si dice che fare politica per raggiungere un posto al sole sia un investimento, ma il vero affare lo hanno fatto i tipografi.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 08-06-2006 - Categoria: Cronaca

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