I fondali dell'isola inseriti nell'elenco dei beni "Sic" destinati a diventare un nuovo paradiso per i sub

PORTOPALO - I fondali dell'Isola di Capo Passero sono stati inseriti nell'elenco dei Sic (siti di interesse comunitario) della Regione Siciliana. Oltre allo specchio acqueo antistante l'isola nell'elenco sono comprese altre zone. Ecco il dettaglio dei posti inseriti nel "Sic", con comunicazione regionale: Isola di Capo Passero, Pantani Pilieri e della zona sud-orientale della provincia di Siracusa, Contrada Chiusa Parrino, Isola delle Correnti, fondali dell'Isola di Capo Passero. Può essere questo il preludio per l'allestimento del parco marino. Un progetto del quale si è parlato spesso in passato. Il mare di Capo Passero ha infatti tutte le carte in regola per avere questo parco marino, che servirà, sulla scia di quanto è già avvenuto ad Ustica, per la valorizzazione di un'area molto attraente da un punto di vista naturalistico ed ambientale.
La linea che intende seguire l'amministrazione comunale è quella di una progettualità che valorizzi il territorio, con una sostenibilità eco-compatibile e rispettosa delle prerogative ambientale del posto. L'isola di Capo Passero, definita un tavolato di calcare fossilifero, è lunga circa 1.300 metri e larga 500, con una spiaggia ampia ed un litorale roccioso orientato verso l'Africa. In passato è stato riconosciuto anche come biotipo di notevole interesse botanico.

All'isola cresce anche la palma nana ed è una zona molto gettonata inoltre dagli appassionati di "bird-watching" (osservazione dei volatili). Si segnalano da queste parti infatti beccamoschini, cardellini, saltimpali, gabbiani, verdoni e fanelli. I fondali dell'isola di Capo Passero sono molto compositi, con numerose grotte ed anfratti dove è possibile incrociare numerose specie marine. Molti sub arrivano fin qui per osservare la diversità di specie che si trovano in queste acque. Il parco marino potrebbe inoltre rafforzare l'importanza storica di questa zona denominata Capo Pachino. Sul promontorio, un tempo chiamato "Pachys", approdarono alcuni superstiti della città fenicia di Mozia. Il fascino sta tutto in un ambiente tutto sommato ancora intatto nei suoi elementi naturali, con fondali ricchi di flora e fauna marina da proteggere poiché le insidie non mancano di certo. «Siamo stati tenuti in considerazione dalla Regione - afferma un comunicato stampa dell'Amministrazione - e l'inserimento nei Sic è molto importante anche perché non segue il vecchio sistema dove l'unica preoccupazione era fare riserve per associazione ambientali sui quali venivano convogliati fondi pubblici».

S. T.
Fonte: LaSicilia.it il 27-02-2004 - Categoria: Cronaca

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