I clandestini della coscienza

RIMINI - Dopo otto anni è ancora il mare la tomba per i 283 clandestini che il 25 dicembre 1996 affondarono nelle acque tra Malta e la Sicilia. Corpi mai recuperati. Sul fondo del Mediterraneo un sarcofago di metallo, il battello F-174, che giace senza vita. Le vittime: immigrati, provenienti dall’India, dal Pakistan, dallo Sri Lanka.Per loro il silenzio. La mistificazione. Autorità indifferenti.Solo il caso ha voluto che questa tragedia venisse a galla: una carta d’identità riemersa dalle onde e fortuitamente capitata tra le mani del giornalista Giovanni Maria Bellu, inviato speciale de La Repubblica, da anni segugio sulle tracce dei misteri italiani. Anni di inchiesta, che gli hanno valso il Premio Saint Vincent per il giornalismo, immersioni e fotografie ai corpi ancora oggi seppelliti dalle onde e nel 2004 la pubblicazione del libro I fantasmi di Portopalo (edito per i tipi Mondadori, Strade Blu). Proprio Bellu questo pomeriggio, alle ore 18.15 presso la Sala degli Archi in piazza Cavour a Rimini, presenterà il suo libro ricostruendo le fasi di questa tragedia, svelandone reticenze, i tentativi di insabbiamento, le difficoltà e le opposizioni che non hanno ancora permesso il recupero del relitto. Un incontro con l’autore promosso dal Premio Giornalistico Televisivo Ilaria Alpi che vedrà gli interventi anche di Francesco Cavalli, assessore alla Cultura e Pace del Comune di Riccione, Silvio Castiglioni, curatore della rassegna “Visioni di teatro contemporaneo”, in collegamento telefonico l’attore Bebo Storti e il regista teatrale Renato Sarti.Sarti e Bellu, infatti, anche autori della pièce La nave fantasma, traduzione per il palcoscenico di questa drammatica vicenda, in scena venerdì 15 aprile al Teatro Pazzini di Verucchio per opera del Teatro della Cooperativa, attivo su testi di impegno civile e memoria storica. Ricostruzione in chiave tragicomica degli eventi, scolpita attraverso parole, gestualità, testimonianze, immagini video e videografica. Piantine per seguire le rotte, ricordi. Il tutto avvolto da un’atmosfera da cabaret che si colorerà anche di improvvisazione e di un continuo coinvolgimento del pubblico.

Tra la platea gli attori, gli oggetti di scena, i dialoghi dei protagonisti. Un cabaret-tragico in cui Bebo Storti (musicista bluesman, attore conosciuto al grande pubblico per trasmissioni televisive come “Su la testa”, “Cielito lindo”, “Mai dire gol”) e Renato Sarti (regista e drammaturgo) si immergeranno nella realtà e nella riflessione attraverso soluzioni teatrali dal forte impatto ironico e drammatico: un paradossale quiz televisivo, manichini martoriati e gonfi d’acqua e sul finale la ricostruzione dell’inferno che coinvolse le 283 vittime. Una nave fantasma, con il suo carico di spettri senza possibilità di pace che torna a far luce sulla vasta problematica connessa al tema dell’immigrazione: la disperazione di chi lasca il proprio paese alla ricerca di un’esistenza, di un futuro, la ferocia senza scrupoli dei trafficanti di esseri umani, l’indifferenza e la paura della società che non riesce a smuovere la propria coscienza. Per questa vicenda si mossero quattro premi Nobel (Renato Dulbecco, Dario Fo, Rita Levi Montalcini, Carlo Rubbia) e vennero fatte alcune interpellanze parlamentari. Ma dopo otto anni ancora nulla.Inizio dello spettacolo di venerdì alle ore 21.15. Ingresso e 8. Info e prenotazioni: ufficio Iat Pro Loco di Verucchio, tel. 0541.670222.

Serena Macrelli
Fonte: CorriereRomagna.it il 13-04-2005 - Categoria: Cronaca

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