I big "bocciati" condizionano la politica

"Pachino, Noto e Lentini hanno eletto nuovi sindaci ma una sentenza dichiara decaduto Alfio Mangiameli"

Lino Di Tommaso
SIRACUSA - Più che per le grandi opere pubbliche varate, il 2006 sarà ricordato come l'anno dei verdetti, in qualche caso clamorosi, delle elezioni politiche, regionali e parzialmente comunali, che hanno influenzato la vita politica provinciale. Per le grandi opere pubbliche, le due autostrade principalmente ma anche i grandi contenitori culturali del capoluogo o gli impianti sportivi in provincia, è necessario attendere gli anni venturi. C'è da dire che il 2006 salutava, al suo ingresso una provincia che poteva contare su un ministro, un sottosegretario, un presidente dell'antimafia e due assessori regionali, mentre alla fine dell'anno conta su un solo sottosegretario, Raffaele Gentile, e nessun rappresentante nel governo regionale. Un impoverimento, quindi c'è stato, al di là del fatto se questi rappresentanti nelle istituzioni contano qualcosa come affermano i due schieramenti.
Per quanto riguarda invece le ricadute di queste tornate elettorali nelle amministrazioni locali ci sono già state. L'elezione o la "trombatura clamorosa" hanno avuto ripercussioni sia nel governo degli enti locali ma anche nel sottogoverno economico. Il caso più eclatante è rappresentato dalla mancata rielezione, da assessore regionale uscente, di Fabio Granata. Un altro "trombato eccellente" ma in questo caso si trattava delle politiche, è stato il vecchio leone della politica siracusana Santi Nicita. In molti ritenevano quest'ultimo, da capolista dell'Udeur, una proposta vincente, solo che le stranezze di una legge elettorale nazionale ancora in rodaggio, hanno penalizzato l'ex presidente della regione. Alle comunali la sorpresa più clamorosa si è verificata a Noto riconquistata dal centrodestra nonostante la sfiducia al sindaco forzista Accardo, anche se gli sviluppi della vicenda sull'elegibilità del sindaco di Lentini Mangiameli lasciano intravedere uno scenario ancora da definirsi.

La clamorosa bocciatura di Fabio Granata ha provocato la scorsa estate un lungo braccio con l'ex vice sindaco Vincenzo Vinciullo. Quest'ultimo è stato ritenuto dall'ex assessore regionale uno dei responsabili della sua mancata rielezione così ha preteso la vice sindacatura ed un assessorato nella giunta comunale a riparazione del presunto torto subito. Vinciullo, ma anche la componente che fa riferimento all'onorevole Nicola Bono, ha sempre respinto questa tesi difendendo con le unghie e con i denti i suoi incarichi. Alla fine ha ceduto ma la nuova situazione non ha affatto risolto il conflitto interno alla giunta Bufardeci visto che la rottura del patto pre-elettorale e il successo dei centristi dell'Udc e del Mpa alle regionali hanno provocato il rafforzamento di quest'area tantè che si discute da messi dell'ingresso in giunta degli autonomisti con due assessorati, oltre ad un altro assessorato da destinare all'Udc.

Una trattativa difficile e lunga che ancora non si è conclusa nonostante da parte di tutte le forze politiche di centrodestra ci sia un accordo di massima per procedere in quel senso. A dire il vero il vice sindaco Granata ha tentato di bloccare questo accordo che vedrebbe An perdere un assessore, Pino Corso a lui vicino, ma l'impressione è che la presa di posizione dell'ex assessore regionale serva al massimo a ritardare più che a impedire l'ingresso in giunta del Mpa. Del resto ben tre deputati regionali su sette appartengono alle forze che direttamente si richiamano alla Dc e solo uno a Forza Italia, peraltro uscita ridimensionata dalla regionali dopo la buona affermazione alle politiche. La soluzione della crisi nella giunta comunale è fondamentale per sbloccare l'impasse che si è determinato all'Asi dove da sei mesi si è insediato un commissario regionale. L'unico candidato noto è l'assessore comunale di Fi Giuseppe Assenza che avrebbe il pieno appoggio dell'Udc e del Mpa solo se andasse in porto in maniera favorevole il rimpasto al comune. Le incertezze della politica e della coalizione che lo sostiene non hanno fermato l'azione del sindaco Bufardeci che ha continuato ad amministrare a prescindere da questi scossoni, del resto la sua popolarità fra i concittadini è sancita continuamente da sondaggi nazionali.

Di buona salute politica gode anche l'altro inquilino del Palazzo, il presidente Bruno Marziano. Anche in questo caso la mancata elezione di un esponente politico ha provocato qualche scossa elettrica all'amministrazione attiva. L'onorevole Nicita ha imputato agli altri big dell'Udeur il fatto di non essere diventato deputato così non appena le tensioni interne hanno messo in discussione l'assessorato retto da Renato Marino, Nicita si è subito schierato con quest'ultimo contro le decisioni prese dalla componente di Foti e Brancati. Marino si è dimesso due mesi fa ma il presidente Marziano ha lasciato capire che per supportare la sua azione amministrativa non può fare a meno dei consiglieri che fanno riferimento al movimento fondato da Nicita e Marino, così si ha l'impressione che il dodicesimo assessorato retto in questi mesi ad interim dal presidente, possa tornare a quell'area. A dare qualche problema a Marziano ci ha pensato la Margherita di nuovo spaccata in due fra la componente che fa riferimento al deputato nazionale Rino Piscitello e quella del regionale Egidio Ortisi. Una contrapposizione che ha spaccato in due la rappresentanza del partito al consiglio provinciale. Decisivo per le sorti della Margherita potrebbe essere il risultato del congresso provinciale che dovrebbe tenersi nei prossimi mesi. Marziano ha sempre preferito tenersi alla larga della beghe interne ai partiti ed ha chiesto ai suoi partners di fare in modo che l'ultimo anno di mandato non sia scosso dalle fibrillazioni interne. Una richiesta che troverà, forse, orecchie poco attente.

La politica siracusana cioè quella dei partiti, non ha subito scossoni anche se ha all'orizzonte una novità, che è stata per il momento solo annunciata, dopo dodici anni il notaio Angelo Bellucci ha dichiarato che non farà più il coordinatore di Forza Italia e che al congresso di primavera cederà le redini del partito a qualcun altro. Per il resto si potrebbe dire che Pippo Gianni, da deputato nazionale è ripassato all'assemblea regionale e che ha riconsegnato lo scettro del comando provinciale dell'Udc a Turi Magro in attesa del congresso provinciale, anche in questo caso, di primavera. Lo Scudocrociato con i due deputati regionali Gianni e Cappadona, insieme ai Ds che hanno ottenuto anche loro due rappresentanti, De Benedictis e Zappulla, sono i partiti che più hanno raccolto nella scorsa primavera. a differenza delle grandi corazzate come Fi e Margherita che hanno avuto molto alle nazionali e poco alle regionali.

Le elezioni comunali hanno avuto esiti contrastanti, con ripercussioni clamorose, almeno a Lentini. Alfio Mangiameli della Margherita ha riconquistato il comune di Lentini a capo di una coalizione di centrosinistra, solo che un ricorso, la sentenza a lui sfavorevole si è avuta solo qualche giorno fa, ha messo tutto in discussione con il pericolo che i lentinesi siano costretti ad andare alle urne per la terza volta nel giro di pochi anni. A Noto contro ogni previsione ha vinto la Cdl con Valvo che ha avuto la meglio sul sindaco storico netino Raffaele Leone della Margherita che dopo avere ottenuto un brillante successo alle primarie, è stato battuto alle comunali. Ordinaria amministrazione la vittoria di Campisi a Pachino, il comune meno politicizzato della provincia con percentuali di votanti bassissime, con liste civiche prosperose e con partiti, viceversa in grande difficoltà.
Fonte: Gazzettadelsud.it il 31-12-2006 - Categoria: Politica

Lascia il tuo commento
Cerca su PachinoGlobale.net