Ha causato la morte di 283 clandestini: Arrestato in Francia il comandante della "Yohan".

SIRACUSA - Da un colpo di scena all'altro. Il tragico naufragio avvenuto la notte della vigilia di Natale del 1996, al largo della costa di Portopalo, continua a tormentare i magistrati siracusani che, per competenza territoriale, se ne sono dovuti occupare. L'ultimo colpo di scena è rappresentato dall'arresto del comandante della motonave «Yohan», Youssef El Hallal, 45 anni, colpito da una misura di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siracusa, Monica Marchionni. Lo stesso Gip, a conclusione dell'udienza preliminare tenutasi lo scorso 8 luglio, nel disporre il rinvio a giudizio sia del comandante della motonave che del cittadino pakistano naturalizzato maltese, Turah Ahmed Sheik, detto Tony, aveva revocato la misura coercitiva pendente contro i due indagati perchè erano venute meno le esigenze cautelari. Per effetto della decisione del Gip, il pakistano Ahmed Sheik era stato liberato dal carcere di Cavadonna, dove era finito immediatamente dopo la sua estradizione decisa dall'alta Corte di Malta, mentre era stato annullato l'ordine di cattura internazionale pendente contro il comandante della «Yohan». Quattro giorni dopo quella ordinanza favorevole ai due imputati, il procuratore Roberto Campisi aveva inoltrato nei loro confronti una seconda richiesta di emissione della misura della custodia in carcere perchè l'ipotesi accusatoria da omicidio colposo multiplo si era tramutata in omicidio volontario per dolo eventuale. La richiesta del capo della Procura veniva accolta dal Gip soltanto per il comandante della motonave, mentre veniva rigettata per il cittadino pakistano. Quarantott'ore fa, a conclusione di una concertata operazione tra la Squadra Mobile di Siracusa e l'Interpol, in Francia è stato arrestato il ricercato comandante della motonave, che, non appena verrà estradato, verrà condotto dinanzi ai giudici della Corte d'Assise per dare conto di quel tragico e disumano naufragio.

Il suo rintraccio non è risultato problematico. Galeotto è stato il suo volersi mettere in mostra, dopo aver saputo della revoca del precedente ordine di cattura. Il comandante aveva avuto l'imprudenza di farsi fotografare accanto a due gendarmi sotto la Torre Eiffel. Il processo a carico di Youssef El Hallal e Turah Ahmed Sheik dovrebbe iniziare il prossimo 21 ottobre. In quella sciagura perirono 283 citttadini extracomunitari di nazionalità indiana, tamil e pachistana che, dopo un rocambolesco viaggio dai loro paesi d'origine, erano stati ospitati a Malta e poi fatti imbarcare sulla motonave «Yohan» per concludere la loro odissea in prossimità delle coste di Portopalo. Ma la tanto auspicata meta non fu mai raggiunta da quei malcapitati passeggeri, perchè in acque internazionali, a diciannove miglia da Portopalo, la motonave veniva in collisione con una piccola imbarcazione maltese, sulla quale viaggiavano due componenti della criminale organizzazione che gestiva i viaggi della speranza di cittadini extracomunitari. Con i 283 asiatici, costretti sotto la minaccia delle armi ad abbandonare la motonave, sprofondavano negli abissi marini anche i due maltesi. La barca, di appena 14 metri, si era rovesciata ed era stata inghiottita dal mare in burrasca, trascinando a cento metri di profondità sia i due maltesi che gli sventurati asiatici. L'inabissamento della piccola imbarcazione con tutto il suo carico umano sarebbe rimasto assolutamente ignoto se i passeggeri della «Yohan» non avessero scritto con il sangue e con dei chiodi sulle pareti delle stive la condanna a morte decisa nei loro confronti dal comandante della motonave. La sciagura fu scoperta dalle Fiamme Gialle di Reggio Calabria nel cui porto quattro mesi dopo aveva ormeggiato la «Yohan», riverniciata a nuovo e con un altro nome.

Pino Guastella
Fonte: LaSicilia.it il 15-10-2003 - Categoria: Cronaca

Lascia il tuo commento
Cerca su PachinoGlobale.net